Bella la location, ma senza pubblico. E la fotografia che mostriamo ben esprime l’atteggiamento della poca gente che passa: guarda dalla parte opposta rispetto all’igloo di Canon.
Anche il ritorno dei giovani, il vero target di questo evento, è stato inesistente: 1500 Like su Facebook, 35 Followers su Twitter e 123 su Instagram, che per giunta vanta solo 151 foto sotto il tag #bewide17.
E allora, perché spendere tanti soldi?
E’ stato un errore di progettazione e di mancanza di comunicazione. Se l’obiettivo era la ricerca di un pubblico nuovo si dovevano usare i codici di comunicazione di quel pubblico. Invece si è voluto fare un “photoshow” in piazza Gae Aulenti. Per di più senza informare gli appassionati, il pubblico tradizionale che è quello che costituisce il vero valore del mondo della fotografia.
La location poi, pur essendo prestigiosa, era tutt’altro che adatta: poco spazio per comunicare con il pubblico, un caldo soffocante negli igloo, nessun punto di ristoro.
E poi perché la gente avrebbe dovuto entrare negli igloo?
Non sarebbe stato meglio avere un palco unico (aperto) su cui svolgere attività di animazione “per la fotografia”, invitando personaggi di richiamo, fotografi capaci di parlare al pubblico, magari organizzare un workshop di fotografia per mostrare come si fotografa sopra e sotto il palco un gruppo musicale? E intanto la musica avrebbe richiamato il pubblico.
Invece ogni brand ha voluto semplicemente affermare se stesso. Insomma la solita visione strettamente commerciale, senza una nessuna visione.
Ma se non c’era la capacità di sviluppare un progetto per il “nuovo” pubblico, sarebbe stato molto meglio creare un’iniziativa interessante per gli appassionati di fotografia coinvolgendo i negozi specializzati. Sono i negozi specializzati che possono suggerire come dialogare con il mondo dei fotoamatori, come rispondere alle loro domande e alle loro esigenze.
Se si capiscono gli errori e si vuole cambiare strada, noi ci siamo.