Gli scatti che “Rudy” Mailander ha realizzato dal 1951 al 1954 alla 1000 Miglia esposti in quattro poli museali italiani. Un percorso che sembra quello di una corsa automobilistica.
Inaugurata una mostra molto speciale, dedicata agli amanti delle auto e della fotografia. L’esposizione, in stile 1000 Miglia, propone un viaggio a tappe coinvolgendo in un unico progetto la Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica e quattro dei principali poli museali dell’auto in Italia: Museo Mille Miglia di Brescia, Museo Nicolis di Villafranca di Verona, Museo Fratelli Cozzi di Legnano e, a partire dal 6 giugno 2024, Museo Nazionale dell’Automobile di Torino. In ciascuno dei 4 poli museali, i visitatori potranno ammirare una selezione diversa delle fotografie normalmente conservate dal Revs Institute in Florida.
La mostra racchiude alcuni degli scatti più significativi realizzati da Rodolfo Mailander (1923-2008), fotoreporter negli anni ‘50 e poi responsabile delle relazioni internazionali per FIAT. Mailander è stato l’inviato di importanti riviste automobilistiche – tra cui Automobil Revue e Auto Motor und Sport – e dal 1950 al 1955 ha puntato l’obiettivo della sua Leica sulla rinascita delle corse automobilistiche in Europa.
La 1000 Miglia ha rivestito un ruolo chiave non solo nello sviluppo dell’industria automobilistica e nel motorsport, ma anche nella definizione dell’identità italiana nel dopoguerra. L’obiettivo della Leica di Mailander diventa così una finestra su un passaggio cruciale della storia dell’Italia, permettendoci di rivivere la rinascita delle grandi ambizioni di una nazione, attraverso quella che aveva smesso di essere una semplice corsa di auto.
L’esposizione racconta il trait d’union tra cultura, società e mondo automobilistico, offrendo ai visitatori uno spaccato di un Paese unito dalla passione per le corse.
L’occhio fotografico di Rodolfo Mailander, simile a quello di un direttore della fotografia alle prese con inquadrature cinematografiche, ha dato vita ad un reportage di immagini che evocano i film del Neorealismo. Le figure eroiche dei piloti vengono immortalate in momenti conviviali, intimi, fuori dalla tensione della gara. Intorno a loro, la folla diventa parte integrante della scena e le persone comuni nella tensione della gara sembrano presi in prestito dallo schermo cinematografico. Ma, a differenza del Neorealismo, lo sguardo è leggero: nelle foto vediamo una società unita dalla passione per le corse, la rinascita delle auto sportive italiane, la partecipazione alla gara del regista Roberto Rossellini e di videomaker hollywoodiani, i Marzotto, il cui stile giovane ed elegante soppianta le tute polverose preferite dalla generazione prebellica.
Gli scatti esposti al Museo Mille Miglia testimoniano, tra l’altro, come la carrozzeria delle auto da corsa si sia evoluta nel tempo e sia diventata sempre meno utilitaristica e più elegante grazie all’intervento dei grandi designer e dagli artisti. Le foto documentano una gara che cresce in popolarità, con un sempre maggiore numero di piloti, celebrità e giornalisti stranieri. Il carattere puramente italiano dell’evento che prende il via nello splendido contesto offerto da Piazza Vittoria di Brescia, a poco a poco si apre ad una partecipazione più internazionale e variegata.
Protagoniste della selezione di immagini esposte al Museo Nazionale dell’Automobile (MAUTO) sono le grandi personalità del mondo automobilistico ritratte alla 1000 Miglia da Rudy: piloti, team manager, ingegneri, giornalisti, tecnici. Enzo Ferrari, Juan Manuel Fangio, Stirling Moss, Alberto Ascari, la pilota Gilberte Thirion sono solo alcuni dei volti immortalati nei tanti momenti della gara, sia durante la competizione, che nel dietro le quinte.
Al Museo Nicolis il focus si stringe sui fratelli Marzotto: figli di una famiglia di industriali di Valdagno, parteciparono spesso alla 1000 Miglia negli anni ’50, quasi sempre su Ferrari. Nel 1953, Giannino Marzotto vinse per la seconda volta nella sua vita la corsa con una Ferrari 340 MM. La Marzotto produceva filati e vestiti, peculiarità che permise ai fratelli di distinguersi in gara anche per lo stile: la loro eleganza moderna annunciava un’era di esuberanza e ottimismo.
È l’Alfa Romeo, invece, la protagonista delle fotografie al Museo Fratelli Cozzi. Nel 1952 e 1953, quando l’Alfa si ritira dalla Formula 1, il suo pilota di punta Juan Manuel Fangio passa alle gare su strada e diventa protagonista della 1000 Miglia. In questi anni, la casa di Arese si posiziona spesso ai primi 10 posti: ma è soprattutto la bellezza delle vetture ad attrarre l’obiettivo di Rudy.
Tutte le fotografie esposte provengono dal Revs Institute, noto per il suo museo a Naples, in Florida, dove sono esposte le oltre 100 auto delle Miles Collier Collections. L’Ente custodisce anche la Rodolfo Mailander Photograph Collection, di cui ha digitalizzato i 30.869 negativi, mettendo a disposizione tutte le immagini online nella propria Biblioteca Digitale. Nella sua sede è custodito inoltre l’archivio con documenti originali e oltre 2 milioni di fotografie, una biblioteca con oltre 26.000 libri e 200.000 periodici legati alla storia dell’automobile, una struttura didattica per il programma di formazione continua RevsEd e un’officina che mantiene funzionante ogni vettura del museo.
Le mostre al Mille Miglia, Nicolis e Fratelli Cozzi sono visitabili fino al 13 ottobre, quella al MAUTO fino al 29 settembre.
Per gli orari di visita e i biglietti d’ingresso, consultare i singoli siti:
Museo Nazionale dell’Automobile di Torino
Museo Mille Miglia di Brescia
Museo Nicolis di Villafranca di Verona
Museo Fratelli Cozzi di Legnano