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Fotografia.it

Un documentario pone dubbi sulla paternità di “Napalm Girl”: è davvero di Nick Ut?

Francesco Carlini | 28 Gennaio 2025

La celebre immagine “Napalm Girl” (The Terror of War), vincitrice di un Pulitzer e del World Press Photo nel 1973, potrebbe non essere di Nick Ut: un documentario della VII Foundation mette in dubbio la sua reale paternità affidandola a Nguyen Thành Nghe.

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Nick Ut speaks with the press – David Hume Kennerly, Public domain, via Wikimedia Commons

“Quella in Vietnam” – scrive Joumana El Zein Khoury, direttrice esecutiva del World Press Photo – “è stata la prima guerra a essere affrontata intimamente, capillarmente e coraggiosamente dai fotogiornalisti. Le società stavano cambiando ovunque, ma le organizzazioni mediatiche avevano una struttura di potere capace di controllare non solo la selezione delle immagini da considerare importanti, ma anche chi le scattava, le modificava e le pubblicava”. Questo si leggge sul sito del celebre concorso internazionale di fotogiornalismo che ha preso posizione neutrale spiegando, in modo molto chiaro, il procedimento che c’è dietro la valutazione di un’immagine. “In certe situazioni, riconoscere semplicemente il dubbio, contestualizzare la situazione, collocarla nel suo contesto storico più ampio può essere importante quanto dichiarare quale narrazione sia vera. È un percorso che può provocare una discussione su questioni importanti nel fotogiornalismo e nella fotografia documentaria.” Il dubbio è presto spiegato. Un documentario della VII Foundation presentato al Sundance Film Festival, The Stringer, mette in discussione la paternità di The Terror of War, attribuendola invece a Nguyen Thành Nghe, un autista vietnamita che lavorava sul campo per la NBC e che avrebbe venduto le sue foto all’AP come freelance: o appunto come “stringer”.

La famosissima immagine scattata nel 1973 raffigura Phan Thi Kim Phuc, una bambina di soli 9 anni, che fugge ustionata da un attacco al napalm nel villaggio sudvietnamita di Trảng Bàng assieme ad altri bambini. In quell’occasione la storia ci racconta che fu l’allora 21enne Nick Ut a trovarsi nel posto giusto al momento giusto, un click nella vita di un reporter di guerra che gli valse un Premio Pulitzer ed un World Press Photo nello stesso anno. Ma per la VII Foundation la storia sarebbe molto diversa. In The Stringer, diretto da Bao Nguyen, un gruppo di giornalisti e investigatori sostiene che la fotografia sia in realtà stata scattata da Nguyen Thành Nghe che l’avrebbe stampata e venduta per $ 20 ad Horst Faas, capo dell’agenzia sul campo in quel periodo. A confermarlo sarebbe un’affermazione che proviene da Carl Robinson, un ex photo editor dell’AP di stanza a Saigon, che sostiene che Horst Faas gli ordinò di cambiarne l’attribuzione e di darla a Nick Ut perché all’epoca era l’unico reporter della AP sul campo in quel momento. Robinson, pressato dai sensi di colpa, contattò nel 2010 Gary Knight, co-fondatore della VII Agency e le indagini che si sono susseguite hanno portato al documentario The Stringer.

La Associated Press non è rimasta in silenzio e lo ha fatto sapere con una nota di constazione ufficiale sul suo sito. “Negli ultimi sei mesi, consapevole che era in produzione un film che metteva in discussione questo documento storico, l’AP ha condotto la sua scrupolosa ricerca. In assenza di nuove e convincenti prove contrarie, l’AP non ha motivo di credere che qualcuno diverso da Ut abbia scattato quella foto”. La ricerca di cui si parla, un resoconto di più di venti pagine, evidenzia come alcuni testimoni mettano in discussione lo stesso Robinson definendolo un dipendente “scontento” e per questo non attendibile ma soprattutto dell’impossibilità di poter parlare con i collaboratori della VII Agency coinvolti poiché avrebbero firmato con l’agenzia un accordo di non divulgazione (NDA).

The Stringer è ora in proiezione al Sundance Film Festival e, se troverà un distributore, approderà nelle sale in futuro. Ma sicuramente ci saranno sviluppi nei prossimi mesi.

Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
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