Con questo libro abbiamo voluto fondere in modo armonico racconto storico, cronaca, riflessione morale e commento politico. Le immagini selezionate mostrano ogni aspetto del conflitto: combattimenti su terra, mare e cielo, la quotidianità dei soldati, le difficoltà della popolazione civile, i partigiani in azione. Abbiamo scelto di pubblicare qui alcuni capitoli che scandiscono il succedersi degli eventi e fanno capire l’ampiezza e l’originalità del progetto che si basa su una ricerca storica accurata e immagini significative degli archivi americani, polacchi e tedeschi; le fotografie americane sono opera di fotoreporter ufficiali inseriti all’interno delle forze armate – in particolare dell’esercito e della marina – alcuni dei quali diventeranno poi celebri. Le immagini di origine polacca offrono invece un punto di vista insolito e crudo, legato alla propaganda nazista, essendo state prodotte in un contesto di stampa completamente controllata da Berlino. Paolo Namias
L’entrata in guerra e la perdita dell’Africa Il destino finale dell’Italia, durante la Seconda Guerra Mondiale, è legato in gran parte alle sue iniziative belliche in Nord Africa. Ed è da lì che l’autore comincia il suo racconto dell’entrata in guerra di Mussolini, del tentativo di aumentare le dimensioni dell’impero italiano combattendo una guerra in autonomia, delle difficoltà conclamate di vincere con la chiamata in soccorso della Germania sui vari fronti aperti, del progressivo passaggio dell’Italia da stato indipendente a vassallo di Hitler. Con la perdita di Libia e Tunisia e una precipitosa fuga dal continente africano delle forze dell’Asse, la partita si sposta in Italia.
La campagna d’Italia Ed è proprio da questo punto in poi che entra nel vivo la narrazione delle vicende belliche e politiche che scandiscono la Liberazione del Paese. Tutto comincia con l’invasione della Sicilia e l’armistizio concordato da Roma con gli alleati. A quel punto la Germania invade l’Italia, nasce la Repubblica di Salò e scoppia la guerra civile. Ma questi sono solo i primi atti di un conflitto in terra italiana in cui gli alleati (e in particolare la Gran Bretagna) hanno non solo l’obiettivo di sconfiggere i nazifascisti ma anche quello di andare a fermare con urgenza, passando dall’Italia nord-orientale, l’avanzata delle armate dell’URSS, il nuovo arcinemico di domani.
Il movimento partigiano Coinvolti in un gioco più grande di loro, gli italiani voltano progressivamente le spalle al fascismo e danno vita al movimento partigiano, un’occasione di riscatto per un popolo che ne ha davvero tanto bisogno anche se se ne rende relativamente conto. Ha infatti l’enorme colpa di essere stato in gran parte fascista, a favore dell’alleanza con Hitler e di aver cominciato a rifiutare la dittatura sul serio solo quando le cose si sono messe male e a migliaia i cadaveri dei soldati hanno cominciato a raggiungere le case dei loro congiunti. Non è però così certo che gli italiani si sarebbero ravveduti se la guerra fosse andata bene e i nazifascisti fossero risultati vincenti.
La fine del fascismo La Campagna d’Italia doveva sfondare il fronte sud Europeo in un lampo minacciando la Germania da meridione e permettendo agli Alleati di andare a fronteggiare l’Armata Rossa a est. Si risolve invece in una lunga guerra di posizione combattuta in gran parte sulle alture appenniniche. Ci vogliono due anni e l’invasione della Germania prima che si riesca a dare la spallata finale ai nazifascisti. Con la fuga dei tedeschi, la Repubblica di Salò si sfalda in pochi giorni, sono infatti in pochi quelli che tentano di resistere. Il Duce cerca di fuggire con i tedeschi ma viene intercettato dai partigiani e giustiziato con la sua compagna Claretta Petacci. I corpi sono sfigurati dalla folla ed esposti al pubblico ludibrio. La guerra finisce con una macchia sul movimento di liberazione ma almeno l’Italia volta finalmente pagina.