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Fotografia.it

Storie del 25 aprile

Redazione fotografia.it | 24 Aprile 2025
“Le donne partigiane impegnate sul fronte di Castelluccio si rilassano in attesa del proprio turno per andare in pattuglia. Queste donne svolgono svariati tipi di compiti: spesso combattono, fanno commissioni, prestano primo soccorso e portano messaggi viaggiando da sole attraverso il territorio tedesco”. Nell’estate del 1944 la Resistenza ha un boom di militanti e mette in piedi una serie di Repubbliche autonome. Gli Anglo-Americani la considerano finalmente un partner quasi affidabile. Giocoforza che i Partigiani diventino l’obiettivo di un’infinità di azioni repressive nazi-fasciste. Cominciano anche le loro stragi di civili 5 ottobre 1944. Castelluccio, Comune di Norcia, Perugia, Umbria, Italia. Autore Baker, 3131st Signal Photo Corps Digitalizzazione di Signal Corps Archive. © Courtesy U.S. Army Signal Corps / U.S. National Archives
“Le donne partigiane impegnate sul fronte di Castelluccio si rilassano in attesa del proprio turno per andare in pattuglia. Queste donne svolgono svariati tipi di compiti: spesso combattono, fanno commissioni, prestano primo soccorso e portano messaggi viaggiando da sole attraverso il territorio tedesco”. Nell’estate del 1944 la Resistenza ha un boom di militanti e mette in piedi una serie di Repubbliche autonome. Gli Anglo-Americani la considerano finalmente un partner quasi affidabile. Giocoforza che i Partigiani diventino l’obiettivo di un’infinità di azioni repressive nazi-fasciste. Cominciano anche le loro stragi di civili 5 ottobre 1944. Castelluccio, Comune di Norcia, Perugia, Umbria, Italia. Autore Baker, 3131st Signal Photo Corps Digitalizzazione di Signal Corps Archive. © Courtesy U.S. Army Signal Corps / U.S. National Archives

Con questo libro abbiamo voluto fondere in modo armonico racconto storico, cronaca, riflessione morale e commento politico. Le immagini selezionate mostrano ogni aspetto del conflitto: combattimenti su terra, mare e cielo, la quotidianità dei soldati, le difficoltà della popolazione civile, i partigiani in azione.
Abbiamo scelto di pubblicare qui alcuni capitoli che scandiscono il succedersi degli eventi e fanno capire l’ampiezza e l’originalità del progetto che si basa su una ricerca storica accurata e immagini significative degli archivi americani, polacchi e tedeschi; le fotografie americane sono opera di fotoreporter ufficiali inseriti all’interno delle forze armate – in particolare dell’esercito e della marina – alcuni dei quali diventeranno poi celebri. Le immagini di origine polacca offrono invece un punto di vista insolito e crudo, legato alla propaganda nazista, essendo state prodotte in un contesto di stampa completamente controllata da Berlino.
Paolo Namias

Prigionieri italiani, catturati durante i combattimenti nella zona di El Alamein, entrano nella "gabbia" preceduti dalla loro guardia. 1942. El Alamein, Egitto. Autore sconosciuto. Foto ufficiale britannica. © Per gentile concessione della Library of Congress
Prigionieri italiani, catturati durante i combattimenti nella zona di El Alamein, entrano nella “gabbia” preceduti dalla loro guardia. 1942. El Alamein, Egitto. Autore sconosciuto. Foto ufficiale britannica. © Per gentile concessione della Library of Congress

L’entrata in guerra e la perdita dell’Africa
Il destino finale dell’Italia, durante la Seconda Guerra Mondiale, è legato in gran parte alle sue iniziative belliche in Nord Africa. Ed è da lì che l’autore comincia il suo racconto dell’entrata in guerra di Mussolini, del tentativo di aumentare le dimensioni dell’impero italiano combattendo una guerra in autonomia, delle difficoltà conclamate di vincere con la chiamata in soccorso della Germania sui vari fronti aperti, del progressivo passaggio dell’Italia da stato indipendente a vassallo di Hitler. Con la perdita di Libia e Tunisia e una precipitosa fuga dal continente africano delle forze dell’Asse, la partita si sposta in Italia.

Tre soldati americani della Compagnia G, 2° Battaglione, 30° Reggimento di Fanteria, 3° Divisione di Fanteria, equipaggiati con le nuove divise da combattimento, con un balzo superano la cima di una duna di sabbia della spiaggia della testa di ponte di Anzio. Aprile 1944. Anzio, Lazio, Italia. Autore Bonnard. Digitalizzazione di Signal Corps Archive. © Per gentile concessione di U.S. Army Signal Corps / U.S. National Archives
Tre soldati americani della Compagnia G, 2° Battaglione, 30° Reggimento di Fanteria, 3° Divisione di Fanteria, equipaggiati con le nuove divise da combattimento, con un balzo superano la cima di una duna di sabbia della spiaggia della testa di ponte di Anzio. Aprile 1944. Anzio, Lazio, Italia. Autore Bonnard. Digitalizzazione di Signal Corps Archive. © Per gentile concessione di U.S. Army Signal Corps / U.S. National Archives

La campagna d’Italia
Ed è proprio da questo punto in poi che entra nel vivo la narrazione delle vicende belliche e politiche che scandiscono la Liberazione del Paese. Tutto comincia con l’invasione della Sicilia e l’armistizio concordato da Roma con gli alleati. A quel punto la Germania invade l’Italia, nasce la Repubblica di Salò e scoppia la guerra civile. Ma questi sono solo i primi atti di un conflitto in terra italiana in cui gli alleati (e in particolare la Gran Bretagna) hanno non solo l’obiettivo di sconfiggere i nazifascisti ma anche quello di andare a fermare con urgenza, passando dall’Italia nord-orientale, l’avanzata delle armate dell’URSS, il nuovo arcinemico di domani.

Un comandante partigiano pianifica una pattuglia per quattro membri del suo gruppo, due donne e due uomini. La seconda donna da destra attraverserà il territorio tedesco per cercare informazioni. 5 ottobre 1944. Castelluccio, Comune di Norcia, Perugia, Umbria, Italia. Autore Baker, 3131 Signal Service Co. Digitalizzazione di Signal Corps Archive. © Per gentile concessione U.S. Army Signal Corps / U.S. National Archives
Un comandante partigiano pianifica una pattuglia per quattro membri del suo gruppo, due donne e due uomini. La seconda donna da destra attraverserà il territorio tedesco per cercare informazioni. 5 ottobre 1944. Castelluccio, Comune di Norcia, Perugia, Umbria, Italia. Autore Baker, 3131 Signal Service Co. Digitalizzazione di Signal Corps Archive. © Per gentile concessione U.S. Army Signal Corps / U.S. National Archives

Il movimento partigiano
Coinvolti in un gioco più grande di loro, gli italiani voltano progressivamente le spalle al fascismo e danno vita al movimento partigiano, un’occasione di riscatto per un popolo che ne ha davvero tanto bisogno anche se se ne rende relativamente conto. Ha infatti l’enorme colpa di essere stato in gran parte fascista, a favore dell’alleanza con Hitler e di aver cominciato a rifiutare la dittatura sul serio solo quando le cose si sono messe male e a migliaia i cadaveri dei soldati hanno cominciato a raggiungere le case dei loro congiunti. Non è però così certo che gli italiani si sarebbero ravveduti se la guerra fosse andata bene e i nazifascisti fossero risultati vincenti.

“Campagna di Anzio. Un soldato guarda un enorme ritratto di Mussolini spostato da una sala utilizzata per incontri di carattere politico e danneggiato dalle truppe di passaggio”. Gli Anglo-Americani sono appena sbarcati alle spalle della Linea Gustav. L’obiettivo è naturalmente Roma. Arrivare anche dal mare è la soluzione concepita per travolgere le difese tedesche sugli Appennini. Bisogna infatti fare presto a conquistare l’Italia. L’Armata Rossa avanza da Est 30 gennaio 1944. Anzio, Lazio, Italia. Autore Tom Blau (fotografo ebreo ungherese, 1912 – 1984). © Courtesy U.S. Navy / U.S. National Archives
“Campagna di Anzio. Un soldato guarda un enorme ritratto di Mussolini spostato da una sala utilizzata per incontri di carattere politico e danneggiato dalle truppe di passaggio”. Gli Anglo-Americani sono appena sbarcati alle spalle della Linea Gustav. L’obiettivo è naturalmente Roma. Arrivare anche dal mare è la soluzione concepita per travolgere le difese tedesche sugli Appennini. Bisogna infatti fare presto a conquistare l’Italia. L’Armata Rossa avanza da Est 30 gennaio 1944. Anzio, Lazio, Italia. Autore Tom Blau (fotografo ebreo ungherese, 1912 – 1984). © Courtesy U.S. Navy / U.S. National Archives

La fine del fascismo
La Campagna d’Italia doveva sfondare il fronte sud Europeo in un lampo minacciando la Germania da meridione e permettendo agli Alleati di andare a fronteggiare l’Armata Rossa a est. Si risolve invece in una lunga guerra di posizione combattuta in gran parte sulle alture appenniniche. Ci vogliono due anni e l’invasione della Germania prima che si riesca a dare la spallata finale ai nazifascisti. Con la fuga dei tedeschi, la Repubblica di Salò si sfalda in pochi giorni, sono infatti in pochi quelli che tentano di resistere. Il Duce cerca di fuggire con i tedeschi ma viene intercettato dai partigiani e giustiziato con la sua compagna Claretta Petacci. I corpi sono sfigurati dalla folla ed esposti al pubblico ludibrio. La guerra finisce con una macchia sul movimento di liberazione ma almeno l’Italia volta finalmente pagina.

“Prigionieri di guerra siciliani in viaggio verso le loro case”. Il 3 settembre a Cassibile in Sicilia è stato firmato segretamente l’Armistizio tra l’Italia e gli Alleati. La Monarchia vorrebbe del tempo per organizzare le truppe all’Estero e in Italia prima di renderlo pubblico. Ma gli Anglo-Americani hanno fretta: il 9 settembre è già in programma lo sbarco in Campania. L’8 perciò lo rendono pubblico. A ruota anche le Autorità italiane lo annunciano via radio al Popolo italiano. Settembre 1943. Sicilia, Italia. Autore Nick Parrino. © Courtesy Office of War / Library of Congress
“Prigionieri di guerra siciliani in viaggio verso le loro case”. Il 3 settembre a Cassibile in Sicilia è stato firmato segretamente l’Armistizio tra l’Italia e gli Alleati. La Monarchia vorrebbe del tempo per organizzare le truppe all’Estero e in Italia prima di renderlo pubblico. Ma gli Anglo-Americani hanno fretta: il 9 settembre è già in programma lo sbarco in Campania. L’8 perciò lo rendono pubblico. A ruota anche le Autorità italiane lo annunciano via radio al Popolo italiano. Settembre 1943. Sicilia, Italia. Autore Nick Parrino. © Courtesy Office of War / Library of Congress
“Un gruppo di ragazzini italiani posa”. Gli Alleati li chiamano genericamente sciuscià, un termine che usano per definirli che deriva dal loro continuo gridare “shoeshine, shoeshine?” (lustrascarpe in inglese) quando si offrono a frotte per pulire le calzature ai soldati in libera uscita. Gli Italiani li chiamano invece scugnizzi, un termine napoletano che significa “monelli di strada”. Spesso si dedicano a traffici poco leciti e al furto. La Napoli dell’epoca ne è piena. I loro bersagli sono le migliaia di soldati alleati che stazionano in Città. Che a loro volta non si comportano come dei signorini educati. Spesso sono provocatori, ubriachi e violenti. Sono sempre loro ad alimentare il mercato nero. Ogni Nazione ha i suoi delinquenti. Agosto 1944. Napoli, Campania, Italia Autore Wayne Miller, fotografo con il grado di Tenente in forza alla The Naval Aviation Photographic Unit di Edward Steichen © Courtesy U.S. Navy / U.S. National Archives
“Un gruppo di ragazzini italiani posa”. Gli Alleati li chiamano genericamente sciuscià, un termine che usano per definirli che deriva dal loro continuo gridare “shoeshine, shoeshine?” (lustrascarpe in inglese) quando si offrono a frotte per pulire le calzature ai soldati in libera uscita. Gli Italiani li chiamano invece scugnizzi, un termine napoletano che significa “monelli di strada”. Spesso si dedicano a traffici poco leciti e al furto. La Napoli dell’epoca ne è piena. I loro bersagli sono le migliaia di soldati alleati che stazionano in Città. Che a loro volta non si comportano come dei signorini educati. Spesso sono provocatori, ubriachi e violenti. Sono sempre loro ad alimentare il mercato nero. Ogni Nazione ha i suoi delinquenti. Agosto 1944. Napoli, Campania, Italia Autore Wayne Miller, fotografo con il grado di Tenente in forza alla The Naval Aviation Photographic Unit di Edward Steichen © Courtesy U.S. Navy / U.S. National Archives
“Soldati americani accolti calorosamente dai civili a Genova”. In molte città del Nord, gli Alleati arrivano a liberazione già avvenuta: dove non riescono i Partigiani, arriva la Chiesa, che tratta con i Tedeschi affinché partano nella maniera più indolore possibile. Mussolini e Claretta Petacci, la sua amante, tentano la fuga in incognito ma vengono scoperti e uccisi. I loro corpi verranno esposti a Milano, in piazzale Loreto. La Liberazione d’Italia finisce con una macchia che ne infanga la gloria 27 aprile 1945. Genova, Liguria, Italia. Autore Jay B. Leviton, U.S. Army Signal Corps Digitalizzazione di Signal Corps Archive. © Courtesy U.S. Army Signal Corps / U.S. National Archives
“Soldati americani accolti calorosamente dai civili a Genova”. In molte città del Nord, gli Alleati arrivano a liberazione già avvenuta: dove non riescono i Partigiani, arriva la Chiesa, che tratta con i Tedeschi affinché partano nella maniera più indolore possibile. Mussolini e Claretta Petacci, la sua amante, tentano la fuga in incognito ma vengono scoperti e uccisi. I loro corpi verranno esposti a Milano, in piazzale Loreto. La Liberazione d’Italia finisce con una macchia che ne infanga la gloria 27 aprile 1945. Genova, Liguria, Italia. Autore Jay B. Leviton, U.S. Army Signal Corps Digitalizzazione di Signal Corps Archive. © Courtesy U.S. Army Signal Corps / U.S. National Archives

La Liberazione d’Italia. 80°
Collana: Zoom Archives
Autore e curatore: Alessandro Luigi Perna
Pagine: 212 + copertina
Edizione in carta: € 39,00
Edizione digitale in pdf: € 9,90

Il libro è disponibile anche alla libreria Hoepli (e sul suo lito), nelle migliori librerie, sulle principali piattaforme editoriali

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