Sono stati appena annunciati dalla World Photography Organisation i vincitori del concorso Open, che premia le migliori immagini singole scattate nel 2019. Spicca nella categoria “Architecture” la connazionale Rosaria Sabrina Pantano con “Emotional Geography”, una fotografia in bianco e nero del 38° Parallelo, una scultura piramidale di Mauro Staccioli, che sorge esattamente in corrispondenza delle coordinate geografiche del 38° parallelo.
Selezionati tra i 100 shortlisted, i dieci vincitori (uno per ciascuna categoria) riceveranno in premio un’attrezzatura fotografica Sony per poter e si contenderanno il riconoscimento finale: il titolo di Open Photographer of the Year e un premio in denaro di $ 5.000. Il vincitore assoluto del concorso Open sarà annunciato il prossimo 9 giugno sulle piattaforme online della World Photography Organisation e di Sony. Ecco i vincitori di categoria.
Creative: Suxing Zhang (Cina continentale) per Knot,il ritratto di una giovane donna con un collage di elementi simbolici. L’immagine, anche in questo caso in bianco e nero, fa parte della serie Hua (“fiore” in cinese), che interpreta i fiori come metafore della femminilità.
Culture: Antoine Veling (Australia) per Mark 5:28, una foto del 17 aprile 2019, che immortala il momento in cui una parte del pubblico è stata invitata a ballare sul palco, in occasione del concerto di Iggy Pop al Teatro dell’Opera di Sydney. Lo scatto mostra Iggy Pop attorniato da una folla di fan in movimento, soffermandosi in particolare sul cantante, su una donna che cerca di toccarlo e su un’assistente di palco che cerca di mantenere l’ordine. La scena, quasi assimilabile a un dipinto di Caravaggio, ricorda un passaggio della Bibbia: «Perché diceva: “Se riesco a toccare almeno le sue vesti, sarò salva”» (Marco 5, 25-34, versetto 28).
Landscape: Craig McGowan (Australia) per Ice Reflections, la rappresentazione di un iceberg che si staglia solitario sullo sfondo degli imponenti fiordi del Parco nazionale della Groenlandia nordorientale. L’iceberg e il paesaggio circostante si riflettono perfettamente nelle acque terse del fiume, dando vita a una fotografia astratta, quasi pittorica.
Motion: Alec Connah (Regno Unito) per Going Down!, che documenta l’istante in cui le quattro torri di raffreddamento della centrale elettrica di Ironbridge, nello Shropshire, sono state demolite, il 6 dicembre 2019.
Natural World & Wildlife: Guofei Li (Cina continentale) per Tai Chi Diagram,un’immagine ambientata nel Botswana, che mostra due ghepardi intenti a ripulirsi a vicenda dopo una caccia proficua. La loro posizione nell’inquadratura ricorda il simbolo yin-yang.
Portraiture: Tom Oldham (Regno Unito) per Black Francis, un ritratto in bianco e nero, commissionato dalla rivista Mojo, che ritrae il frontman dei Pixies, Charles Thompson (alias Black Francis). Quando ha accettato l’incarico, Oldham, ritrattista di lunga data, sapeva che il suo soggetto era un habitué dei servizi fotografici, perciò gli ha chiesto proprio di mostrare la sua insofferenza durante l’ennesima posa. L’immagine finale mostra il cantante nell’eloquente gesto di affondare le mani nel viso ed è stata l’immagine in evidenza dell’articolo.
Still Life: Jorge Reynal (Argentina) per A Plastic Ocean, la foto di un pesce morto che sembra cercare disperatamente di respirare, intrappolato in un sacchetto di plastica. L’opera vuole puntare l’attenzione sull’inquinamento provocato dalle materie plastiche, che sta compromettendo l’ecosistema degli oceani.
Street Photography: Santiago Mesa (Colombia) per Colombia Resiste, che mostra un manifestante nella città di Medellín durante una marcia organizzata da lavoratori e venditori ambulanti, dispersi dall’intervento della squadra anti-sommossa locale. Questa scena racconta una delle tante proteste sorte in America Latina negli ultimi anni per il costo sempre più elevato della vita, la disuguaglianza sociale e la mancanza di opportunità.
Travel: Adrian Guerin (Australia) per Riding a Saharan Freight Train, un’immagine scattata in Mauritania dall’alto dell’ultimo vagone del “treno del ferro”, che viaggia lungo 700 km di binari dalla città costiera di Nouadhibou a Zouérat, nel deserto del Sahara. Con i suoi 2,5 km complessivi, questo convoglio è uno dei più lunghi al mondo e trasporta oltre 200 vagoni di minerali ferrosi.