Il 17 aprile è molto vicino, ormai manca davvero poco alla serata di gala nella quale verranno incoronati il Fotografo dell’anno, i vincitori delle dieci categorie Professionisti e il vincitore del concorso Student Focus dei Sony World Photography Awards 2019.
Nel frattempo, la World Photography Organisation ha svelato quelli che saranno i finalisti dei concorsi Professionisti e Student Focus. Se nella sezione studenti un Paese come il nostro non è rappresentato (quest’anno sono stati selezionati i lavori di giovani provenienti da istituti di Bangladesh, Malesia, Spagna, Argentina e Canada), nella categoria Professionisti la quota italiana è sempre maggiore ogni anno che passa, ma soprattutto di livello elevatissimo.
Ecco qui le immagini della Professional Shortlist.
La serie Five Degrees, nata dall’obiettivo del bolognese Federico Borella, si ispira a uno studio della Berkeley University che ha rilevato un legame tra i cambiamenti climatici e il tasso di suicidi tra gli agricoltori indiani. La serie si concentra sulla regione del Tamil Nadu, nel sud dell’India, che sta vivendo il più grave periodo di siccità degli ultimi 140 anni, e racconta le tragedie e le vite dimenticate di questa terra assetata.
Gli scatti finalisti Güle Güle (“ciao” in turco) esplorano creativamente la Istanbul di oggi. Gli autori hanno spiegato che “per documentare i profondi cambiamenti in atto nella città e nella società turca, ci siamo immersi anima e corpo nelle realtà che rappresentano al tempo stesso la forza motrice e il risultato di questa rivoluzione. Le nostre immagini sono il frutto di molteplici relazioni e penetrano nella complessità della città, nel suo scontro di microcosmi”.
Massimo Giovannini è un fotografo professionista di Trento specializzato in pubblicità creativa. “Henkō è una parola giapponese che significa sia ‘cambiamento’ sia ‘luce mutevole/insolita’. L’interrogativo di Giovannini è: “se bastano l’illuminazione e un trucco superficiale per mettere in discussione l’idea di genere, forse allora il confine tra maschile e femminile è più labile di quanto siamo portati a credere?”.
Il triestino Filippo Gobbato ha studiato filmmaking a Torino e regia documentaristica a Palermo. La serie Boxing in Marrakech racconta un’esperienza personale vissuta da Gobbato nella città marocchina dove, dopo essere stato derubato, ha imparato a boxare da un gruppo di locali.
Nella serie dal titolo Boxing Against Violence: The Female Boxers Of Goma, Alessandro Grassani, premiato fotografo e videografo di Cusago (Milano), cattura immagini di grande impatto e forza emotiva di donne della Repubblica Democratica del Congo, pronte a battersi a pugilato per superare il dolore e la sofferenza.