Poco tempo fa abbiamo riso un po’ tutti quando abbiamo letto che il Ministero degli Interni della Russia aveva stilato una serie di comportamenti vietati, o perlomeno sconsigliati, sullo sconsiderato modo di “autofotografarsi”: “Your next selfie could be your last”.
Bene, finite le risate, possiamo dire che forse..avevano ragione i russi. È ora di vederci chiaro su quanti “Darwin Awards“ siano stati registrati in questo 2015. Sembrerà impossibile ma solo in questi primi mesi i decessi per, chiamiamola selezione naturale, sono stati già 12..e considerando che l’anno in corso non è ancora terminato, potremmo anche prepararci al peggio. I numeri sono stati paragonati a quelli dei decessi per attacchi di squalo, fermi nella casistica a 5. Si sa, gli squali non attaccano l’uomo per fame ma solo perché in mare, soprattutto se sono su una tavola da surf, possono avere le sembianze (ai loro occhi) delle loro prede predilette. Il dato però fa storcere il naso: 12 contro 5.
Il discorso è tornato alla ribalta recentemente, il dialogo è ripreso a causa della morte di un turista caduto dagli scalini del Taj Mahal; sempre in India, sempre nel 2015, sono stati 3 i giovani che ci hanno lasciato le penne cercando di scattarsi una foto da un treno in corsa. Ad inizio mese uno studente di Melbourne ha fatto la stessa fine cadendo dalla Trolltunga, una roccia posta a 700 metri sopra il lago Ringedalsvatnet in Norvegia (foto sotto). Ad agosto in Spagna un altro decesso è stato riscontrato a causa del mancato tentativo di un uomo di scattarsi un selfie durante l’annuale corsa dei tori a Villaseca de la Sagra.
E poi ci sono tentativi andati a finire meglio, ma non senza conseguenze: a luglio una donna del Mississippi è stata incornata e ferita da un bisonte allo Yellowstone National Park..la quinta da inizio anno. Sempre ad inizio luglio, un uomo di San Diego ha rischiato di perdere la vita per farsi un selfie con un serpente a sonagli: portato in ospedale è stato salvato, ma ha dovuto pagare un salatissimo conto (speriamo sia sopravvissuto anche a quello) “di cui alleghiamo diapositiva”.
In tutto la statistica prevede che i casi di decesso interessino persone tra i 18 e i 22 anni e che siano causati principalmente da cadute; i rimanenti sarebbero invece causati da impatto.
Il problema non è però l’affollarsi di corpi senza vita o danneggiati nelle sale mediche. Il problema è forse la costante mania di protagonismo che coglie certe persone in momenti della vita quantomeno sconvenienti; chiaramente non è un problema del mezzo, come non è un problema del canale di condivisione. È tutta questione di (mancanza di) cervello e di buon senso.
Speriamo quindi che, in mancanza di buon senso, almeno in futuro, in alcuni individui prenda il sopravvento almeno l’istinto di conservazione.