Scoperto nel 1930, Plutone è il pianeta agli estremi del nostro sistema solare, circa 33 volte più lontano dal Sole rispetto alla Terra. Con un viaggio iniziato 9 anni e mezzo fa, la sonda New Horizons è finalmente riuscita a raggiungere Plutone e il suo satellite, Caronte, e a fornici le splendide immagini che stiamo vedendo e rivedendo ormai da giorni, raggiungendo alle 13:49 italiane del 14 luglio la distanza minima di 12500 chilometri.
Ma come ci sono arrivate queste immagini? Per capirlo dobbiamo analizzare gli strumenti di cui si fregiava New Horizons e a noi ne interessano principalmente due: il modulo Ralph e il modulo LORRI.
Ralph è uno strumento di telerilevamento che funziona, più che come una fotocamera, come un gigantesco scanner che utilizza il movimento della sonda per mappare e scansionare la superficie del pianeta: il suo scopo è quindi quello di misurare caratteristiche come i processi geologici, la morfologia e la composizione della superficie.
Come? Grazie ad un telescopio con una focale da 658mm e un diametro di 22cm la luce viene diretta, in base alla lunghezza d’onda, verso due differenti moduli, una fotocamera e uno spettrometro. La Multispectral Visible Imaging Camera (MVIC) utilizza 7 sensori CCD indipendenti, tre in bianco e nero e quattro a colori, sei dei quali misurano 5024 x 32 pixel mentre il settimo 5024 x 128 pixel, ma serve solo per la navigazione. I CCD operano in quello che viene chiamato modalità TDI (Time Delay Integration): simile a uno scanner, la “fotocamera” passa l’oggetto e costruisce gradualmente, a strati, un’immagine dalle informazioni raccolte. Tutto questo si combina con il secondo modulo, il Linear Etalon Spectral Imaging Array (LEISA), uno spettrometro miniaturizzato a onde corte. Grazie a questa combinazione gli scienziati stanno scoprendo che la superficie di Plutone è modellata con montagne di ghiaccio (acqua e idrocarburi) alte fino a 4000 metri, che ha una formazione geologica molto recente (circa 100.000 anni) e che ha un diametro di 2370 chilometri. La cosa davvero sorprendente è che l’intero pacchetto Ralph, udite udite, funziona con meno della metà della potenza di una lampadina!
La Long Range Reconnaissance Imager (LORRI) è invece una termocamera a lungo raggio appositamente progettata per vedere anche su un pianeta come Plutone, dove la luce solare è 1.000 volte più debole di quanto non sia sulla Terra, e strutturata in modo tale che il sensore non fosse influenzato dalle radiazioni. Questa fotocamera CCD pancromatica è fondamentalmente un piccolo telescopio con una focale da 609mm e un diametro di 20cm; grazie poi alla sua straordinaria capacità di catturare immagini ad altissima risoluzione in ogni singolo pixel ci sono le informazioni di circa 70 metri di territorio. Grazie alla potenza di Lorri abbiamo quindi potuto osservare Plutone (ma anche tanti altri pianeti, come Giove) nel corso dell’avvicinamento di New Horizons al pianeta, da quando era solo un puntino fino al punto di corda più vicino possibile.
Fonte: NASA