Quando a fine agosto ci presentarono in anteprima Panasonic Lumix S1H la prima cosa che pensammo fu “la nuova Panasonic Lumix S1H è una vera e propria cinepresa professionale intrappolata nel corpo di una macchina fotografica.” Anche Netflix la pensa così tanto da inserirla nella Post Technology Alliance, un programma nel quale i prodotti sono valutati, testati e certificati per sposare gli elevati standard di produzione richiesti da Netflix.
Le caratteristiche che rendono Panasonic Lumix S1H un vero prodotto cinematografico le abbiamo già trattate al momento del lancio: eredita da VeriCam la tecnologia Dual Native ISO, è in grado di registrare in formato 6K 24p (3:2), 5.4K 30p (3:2), C4K/4K 60p (17:9 e 16:9) e Anamorphic 4K 50p (4:3) in formato Super35 – oltre ai già visti 5.9K 30p (16:9) e C4K/4K 60p (17:9 e 16:9) – fino a 4:2:2 10-bit, sia su scheda SD che su supporto esterno.
Come indicato nella guida Netflix, Lumix S1H deve produrre un filmato girato in almeno 4K (3840 x 2160 pixel o 4096 x 2160 pixel) in V-Log con codifica 4:2:2 10-bit All-I (400 Mbps) e lettura pixel per pixel in modalità Full Frame o Super 35; altre raccomandazioni sono quelle relative alla disattivazione della compensazione della diffrazione e della compensazione della vignettatura oltre che l’utilizzo della funzione di pulizia del sensore e la verifica che il firmware sia sempre aggiornato.
Panasonic ovviamente non è l’unico produttore in questa Post Technology Alliance ma siede accanto a Canon, Sony, Arri e Blackmagic (per citarne alcuni). Accanto a svariate videocamere professionali, Lumix S1H è però l’unica fotocamera..se possiamo ancora considerarla così.