Lo spessore di uno smartphone, anche quando si parla dei modelli più sottili in commercio, dipende in parte anche dallo spessore del comparto fotocamera. Chiaramente non è il sensore a creare problemi bensì l’obiettivo, nello specifico: dimensione e curvatura delle lenti. Gli ingegneri della Caltech (California Institute of Technology) hanno quindi studiato un modo per ovviare al problema creando uno strato ultrasottile al silicio (OPA – Optical Phased Array) che va a sostituire il classico utilizzo delle lenti montate nella fotocamera dello smartphone.
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“Abbiamo creato un singolo strato sottile di silicio che emula la lente e il sensore di una macchina fotografica digitale. Può simulare un normale obiettivo, ma può passare da un fish-eye ad un teleobiettivo istantaneamente con una semplice regolazione del modo in cui la matrice riceve la luce” dice Hajimiri, Professore di Ingegneria elettronica e Ingegneria medica presso la Divisione di Ingegneria e Scienze applicate dell’Istituto Caltech.
Il chip OPA riceve un segnale ad onde luminose che vengono catturate da ciascun elemento. “In parole povere, quello che fa la fotocamera è simile a quello che facciamo noi quando guardiamo attraverso una sottile cannuccia” dice Reza Fatemi, studente laureato e autore principale dello studio OSA.
Questo sembra solo il primo step, la ricerca è partita con successo e verrà portata avanti..staremo a vedere cosa ci riserva il futuro.