Con l’avvento del 4K è pertanto logico porci la domanda: servirà davvero al fotografo?
Questo formato è definito 4K perché la sua risoluzione è quattro volte quella del Full HD: 4096×2160 pixel contro 1920×1080 pixel, secondo le specifiche definite dalla Digital Cinema Initiatives.
Oltre alla risoluzione occorre però considerare anche il frame rate che, nel caso del 4K è oggi di 30 fotogrammi al secondo, mentre con il Full HD si è arrivati a 60 fps; possiamo quindi attenderci che nel futuro anche il 4K possa raggiungere cadenze di ripresa più rapide.
Ma veniamo al punto della questione che riguarda noi fotografi. Il 4K è la porta di ingresso verso un nuovo modo di intendere la fotografia in quanto la risoluzione di 8.3 Megapixel di un singolo fotogramma inizia ad essere appetibile per quei generi fotografici i quali puntano non tanto sul dettaglio, quanto sull’eccezionalità del contenuto: azione, reportage estremo, sport ed anche talune immagini di natura.
Anche la frequenza di scatto da 30, 60 o 120 fotogrammi al secondo supera di gran lunga ciò che una fotocamera è in grado di fare oggi. Cosa vuole dire tutto questo?
Vuole dire che il fotografo avrà la possibilità di decidere in fase di post-produzione quale scatto scegliere. In altre parole, il momento fatidico dell’azione verrà scelto solo “dopo” la ripresa, estraendolo dal flusso video.
In fondo non è molto differente dall’effettuare una raffica a 10 fps per poi scegliere dalla sequenza la foto meglio riuscita. È facile immaginare come a 120 fps la scelta sia molto ampia!
Chiaramente per arrivare a questo traguardo è necessario che le attrezzature facciano diversi passi avanti.
L’articolo completo sarà pubblicato su Tutti Fotografi di ottobre