X
Entra
Accedi
Ho dimenticato la password
X
Se il tuo indirizzo è presente nel nostro database riceverai una mail con le istruzioni per recuperare la tua password

Chiudi
Reset password
Inserisci il tuo indirizzo email nella casella sottostante e ti invieremo la procedura per resettare la password
Invia
X
Grazie per esserti registrato!

Accedi ora
Registrati
Registrati
Ho dimenticato la password
Fotografia.it

MiaPhotoFair: Milano s’è desta

Redazione fotografia.it | 23 Marzo 2025

Alla fiera meneghina annuale dedicata all´arte fotografica ho apprezzato grande raffinatezza curatoriale e ricerca artistica. Alla sua quattordicesima edizione, Mia Photo Fair è ritornata li dove nacque nel 2011: gli spazi del Super Studio Più di via Tortona 27, quasi a voler annunciare: “ripartiamo!”. E lo ha fatto alla grande. Eppure non era scontato perché, dopo la cessione della kermesse da parte del patron Fabio Castelli a Fiere di Parma, erano circolate voci che ventilavano la rinuncia di grandi gallerie internazionali e di autori importanti. Ma ciò non è avvenuto, anzi, le vette di qualità artistica e analiticità dell´arte toccate in questa edizione sono lì a dimostrarlo. Il merito va in primo luogo alle gallerie milanesi, le quali si sono contraddistinte per audacia e spessore culturale.  Vediamo le loro proposte.

Michele Zaza
Michele Zaza

La galleria ABC-ARTE mette in mostra opere suadenti di Fotografia  Comportamentale e Narrativa di Michele Zaza (autore di Molfetta del 48) di metà-fine anni Settanta, in cui le immagini di persone semplici, immobili, con i volti dipinti, sospiranti, come ogni volto verso l´infinito, danno la misura di ogni cifra e limite dell´individuo, per chiosare con l´artista: unico a misurare il cielo, come nella sua opera “Ritratto Celeste” del 1977.
Michele Zaza nasce a Molfetta il 7 novembre del 1948. Frequenta l’Istituto d’Arte di Bari e nel 1967 s’iscrive al corso di Scultura di Marino Marini all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, dove consegue il diploma nel 1971.
 “La ricerca di Zaza muove essenzialmente dall’idea che «l’arte non offre possibilità alternative alla condizione umana, ma è al contrario la risultante di questa condizione» e, come tale, si perpetua nel pensiero umano. Con il ciclo Cristologia, presentato nel 1972 alla Galleria Diagramma/Inga-Pin di Milano, l’artista si preoccupa di “commentare”, mediante un repertorio figurale, la falsa libertà che intercorre fra l’individuo e i diversi poteri”.

Nicolò Quirico
Nicolò Quirico

La galleria FEDERICO LUI con l´opera decostruttiva dell´artista Nicolò Quirico del ciclo Alveare Urbano, in cui le immagini fotografiche sono date da pagine di libri staccate e attaccate alle superfici delle opere quasi a creare degli sfondi “archiscritturali” su cui si fondano le strutture urbane, quali superfici scritturali di ogni costruire umano.
“Lo sguardo di Nicolò Quirico indaga le architetture soffermandosi sui diversi stili, le diverse epoche, le funzioni per cui sono state progettate. E restituisce loro una propria voce fatta di presenze. I palazzi, i monumenti e le chiese sono stati costruiti per dare spazio alla vita dell’uomo”.

Armin Linke
Armin Linke

La galleria VISTAMARE propone due artisti in un particolare progetto “che pone in dialogo le opere di Luisa Lambri e Armin Linke. Il filo conduttore che lega le opere selezionate è l’architettura, che ciascuno ha declinato secondo la propria poetica e la propria personale cifra stilistica. I lavori fotografici di Lambri esplorano spesso interni, catturando la sottile interazione tra luce e struttura in alcuni momenti seminali della storia dell’arte e dell’architettura moderne, enfatizzando la natura effimera e transitoria della nostra percezione. La sua ricerca artistica muove da una riflessione sulla sensibilità dello spazio nei confronti della luce, attraverso un ripensamento di esperienze storiche che hanno profondamente ridefinito i confini tra pittura e scultura, bidimensionalità e tridimensionalità, superficie e percezione. L’artista cattura frammenti di spazi architettonici interni, di cui rivela dettagli marginali, in grado di restituire non tanto la conformazione di un ambiente, quanto la percezione e le sensazioni di un’esperienza vissuta all’interno dello stesso, costruendo una lettura personale e intima dei soggetti”.
Le immagini dei due artisti presentano analitiche legate a una prassi sottrattiva di elementi estetici che inducono a disattendere le ingessate aspettative dell´osservatore, manchevoli di quella offerta verso la domanda che giustifichi la loro appropriatezza. 

Beba Stoppani
Beba Stoppani
Claudia Fuggetti
Claudia Fuggetti

La RED LAB  GALLERY presenta le opere di tre artiste di talento: Beba Stoppani con la sua ricerca fenomenologica in cui mette tra parentesi la natura di cui l´uomo si sente altro ed estraneo.
Claudia Fuggetti in modo alchimistico cela e presenta le proprie figure tra gioco e rappresentazione. E Giulia Manfredi che “agisce con la tridimensionalità di una scultura che  ha una sensualità interna, in quella sua capacità di innestare materiali”.

Casper Faassen
Casper Faassen

La mc2gallery che da quando è nata si occupa della ricerca di talenti da ogni parte del mondo, propone due autori
L´olandese Casper Faassen: “La giustapposizione tra eterno e temporale, bellezza e decadenza, apparizione e scomparsa è il mio tema principale. Tutti i pittori e i fotografi hanno la capacità di fermare il tempo e catturare un singolo momento. Sottolineo quel momento aggiungendo un elemento temporale – non necessariamente utilizzando riferimenti letterali alla vanitas ma attraverso la manipolazione dei materiali”.
E il belga Noè Sendas: Il duplice interesse di Sendas per l’immagine stampata e in movimento lo porta a scegliere la fotografia e il video come media critici per costruire e documentare un viaggio che incorpora anche disegno, collage, scultura e installazione. 

Lin Zhipeng
Lin Zhipeng

La galleria GLEDIA CINQUEGRANA propone una divertente esposizione dal sapore un po´ dadaista dei tre autori: Lin Zhipeng, Mazaccio & Drowiiland e Sara Rossi.

The Lanterns Art
The Lanterns Art

“Il tiolo dell’esposizione per MIA Photo Fair 2025 è Dialoghi Inattesi poiché all’interno dell’immagine fotografica i tre fotografi mettono in atto l’accostamento di elementi distanti per produrre un costante effetto di slittamento del significato visivo, che rende le immagini sorprendenti, ironiche e umoristiche”.

La THE  LANTERNS ART propone un progetto circolare “il lavoro di cinque artiste unite da un dialogo aperto: la serie di ciascuna introduce con ritmo cadenzato alla narrazione successiva. Ogni autrice utilizza il medium fotografico con il proprio stile personale: Silvia Peronetti, in Dialogue between Dan Flavin and the Moon coglie il segno metafisico della luce nello spazio urbano; Paola Cassola in BodyNature si confronta con le forze ancestrali della Natura; Giada Ripa in The Yo-kohama Project connette memoria e presente; Caroline Gavazzi in Il Custode dell’Anima mette in dialogo spazio fisico e introspettivo; Patricia Fraser in Watch your steps documenta la metamorfosi dei luoghi. Prende forma una narrazione visiva sospesa tra immaginario, simbolico e reale”.

Guido Guidi
Guido Guidi

L´eccellente lavoro per questa edizione del Mia Fair della galleria VIASATERNA che presenta i lavori di sette artisti: Alessandro Calabrese (Trento, 1983), Teresa Giannico (Bari, 1986), Camilla Gurgone (Lucca, 1997), Ramak Fazel (Abadan, 1965), Martina Ferrari (Biella, 2002), Carolina Sandretto (Milano, 1981) e tre opere del ´77-´80 sull´analisi del linguaggio fotografico di Guido Guidi, autore che non ha certo bisogno di presentazioni e fiore all´occhiello dell´intera fiera.

A conclusione di questa interessante edizione del Mia Fair: mi è parso di cogliere tra le righe emesse dalle coraggiose gallerie milanesi e dai professionisti che vi lavorano, un vocativo rivolto a noi tutti (professionisti del settore, collezionisti, persone interessate all´arte fotografica e soprattutto alle istituzioni): “Siateci vicini sostenendo il nostro lavoro”. Lavoro fatto di divulgazione e vendita di prodotti che non si consumano, anzi si moltiplicano per chi li acquista, è cultura: traccia del tracciato umano.

Giuseppe Ferraina

Redazione fotografia.it
  • Cerca

  •  

  • Ultime News