Al giorno d’oggi tutti, chi più chi meno, abbiamo sotto gli occhi una mole di immagini incredibilmente maggiore rispetto al passato. Non parlo solo dei professionisti: smartphone, social network, siti di condivisione, macchine fotografiche sempre più connesse ecc ecc. Le nuove tecnologie stanno dando nuova voce alle immagini poiché le veicolano all’istante, e noi possiamo fruirne ovunque.
La cosa lodevole è che questi nuovi canali stanno avvicinando sempre più persone alla fotografia; il rovescio della medaglia è che con tutto questo bombardamento visivo spesso non ci soffermiamo a guardare con attenzione quello che ci passa davanti. Ma è anche vero che ognuno di noi è diverso e quindi vedrà l’immagine in base alla propria esperienza, ricercando i particolari che interessano maggiormente ed escludendone altri.
Ognuno ha un occhio diverso.
Ed è proprio l’occhio (inteso sia come parte del corpo, sia come attenzione alla scena nella sua interezza) che qualifica un fotografo professionista, la sua ricerca della perfezione in ogni particolare, anche il più piccolo e nascosto.
Entra qui in gioco un video targato Canon che mostra come una “semplice” fotografia possa essere percepita diversamente da chi è solo un appassionato o uno studente. Ognuno, in base alle proprie esperienze, guarderà qualcosa di quell’immagine: chi cercherà di leggervi una storia, chi invece noterà solo alcuni dettagli come la luce..e chi invece la guarderà nella sua interezza.
Grazie ad un software di real time eye-tracking, Canon pone tre persone diverse davanti ad una stessa immagine (quella sopra): un’appassionata, uno studente di fotografia e il fotografo professionista che l’ha eseguita, Joel Grimes. In base ai movimenti dei loro occhi si potranno quindi rilevare le zone personali d’interesse e capire come un vero professionista osserva un’immagine.