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Fotografia.it

Le fotocamere spia usate durante la Guerra Fredda, spiegate dalla CIA

Redazione fotografia.it | 11 Dicembre 2020

Durante la Guerra Fredda, a partire dal 1947, la CIA non ha avuto vita facile per poter mettere insieme il maggior numero di informazioni possibili su quella che ormai è l’ex Unione Sovietica. In una bellissima video intervista a Wired, Jonna Mendez – Chief of Disguise della US Central Intelligence Agency racconta la storia dietro al suo mezzo di raccolta preferito: le spy camera, dai piccioni viaggiatori alle penne alla James Bond.

“La fotografia è una verità indiscutibile”
Jonna Mendez

“La cosa più bella dei piccioni viaggiatori è che tornavano sempre indietro” questo ha detto Jonna Mendez – Chief of Disguise della US Central Intelligence Agency sui piccioni viaggiatori, primo vero escamotage utilizzato per lo spionaggio a distanza. “Viaggiavano ovunque sopra i punti sensibili e fornivano delle immagini davvero accettabili, sicuramente migliori di quelle satellitari del tempo”. Il merito chiaramente non era dell’animale in sé bensì della fotocamera utilizzata, che veniva legata al petto dei volatile: alimentata a batteria e con scatto temporizzato, era talmente leggera che arrivava a pesare solo 42 grammi circa (assieme al piccione).

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Una Spy Camera montata su un piccione viaggiatore – alimentata a batteria e con scatto temporizzato, pesava solo 43 gr

La vera svolta è stata però la Minox: in soli 8 cm di lunghezza si aveva una vera e propria fotocamera a disposizione. Fornita soprattutto al controspionaggio per fotografare documenti ufficiali russi, passava inosservata perché era un prodotto all’epoca commercializzato quindi tutti ne potevano avere una. Nonostante tutto era sicuramente uno degli oggetti più rischiosi da utilizzare all’epoca: una volta scoperti, si era automaticamente smascherati come spie.

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La Minox in azione – in soli 8 cm di lunghezza si aveva una vera e propria fotocamera a disposizione

La Minox non era l’unica fotocamera miniaturizzata, c’erano anche le Tessina e le Matchbox Camera che potevano essere messe all’interno di un pacchetto di sigarette o di una scatolina di fiammiferi.

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Matchbox Camera – talmente piccola da entrare in una scatoletta di fiammiferi

Ma le spy camera si potevano mettere ovunque: nelle cinture, al posto dei bottoni di una giacca, nei reggiseni e persino sulle donne “in dolce attesa” (e che in realtà non lo erano affatto). Le Body Worn Camera erano molto importanti, potevano riprendere delle vere e proprie scene come incontri e riunioni, ma allo stesso tempo erano pericolose perché davvero ingombranti.

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Tropel Pen Camera – fatta su misura a mano, conteneva un piccolo obiettivo con 8 lenti impilate nel serbatoio dell’inchiostro e poteva scattare immagini di grande formato

La migliore in assoluto, quella che ha portato i massimi risultati, è stata però la Tropel Pen Camera..la penna alla James Bond: fatta su misura a mano, conteneva un piccolo obiettivo con 8 lenti impilate nel serbatoio dell’inchiostro e poteva scattare immagini di grande formato, fogli fino a 33 cm. Ed il vero Bond è realmente esistito, la Billion Dollar Spy: Adolf Tolkachev. Ma per sapere anche questo, dovrete guardare il video di Wired:

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