Immagini che raccontano emozioni. Dalla resilienza alla solitudine, dalla speranza alla gratitudine: il progetto “See how we fell” con i fotografi Canon Ambassador che hanno condiviso le loro immagini per narrare la storia emotiva di questo anno così particolare.
Susie Donaldson, ITCG European Marketing Director per Canon EMEA ha affermato: “Quando restiamo senza parole, non esiste modo migliore per esprimere le nostre emozioni se non attraverso il potere delle immagini. Lo straordinario gruppo di Canon Ambassador ha catturato egregiamente l’altalena di emozioni che tutti noi abbiamo vissuto durante il 2020, attraverso questa selezione di immagini di grande forza e impatto”.
Le immagini relative a quest’anno documentano non solo ciò che abbiamo visto, ma evidenziano anche il turbinio di emozioni vissute in tutto il mondo. Possiamo vedere una moltitudine di emozioni attraverso l’obiettivo di 19 fotografi di fama mondiale, tra i quali il pluripremiato fotografo naturalista, Clement Kiragu, la fotografa ritrattista italiana residente a Parigi, Guia Besana, e il fotoreporter vincitore di due premi Pulitzer per il fotogiornalismo, Muhammed Muheisen e altri ancora. Dalla resilienza di fronte alle avversità che viene trasmessa dalla coppia di sposi in occasione del loro matrimonio (scatto di Sanjay Jogia), al sentimento di solitudine contemplativa davanti al sito archeologico di Mada’in Saleh in questi momenti difficili (scatto di Tasneem Alsultan), fino all’amore di un’operatrice sanitaria che ha deciso di vivere nella residenza per anziani presso la quale lavora per ridurre il rischio di portare l’infezione dall’esterno (scatto di Eddie Keogh): in un contesto generale tanto difficile e impegnativo, emerge chiaramente da queste immagini, il senso di umanità e di speranza.
Audun Rikardsen: “Sono sinceramente grato di essere riuscito a seguire il “banchetto delle balene”, per 10 anni, sia come fotografo sia come biologo, nelle notti polari nei fiordi della Norvegia settentrionale, dove le balene si nutrono delle aringhe che svernano in quelle gelide acque”.
Bruno D’Amicis: “In un pomeriggio primaverile, un orso bruno dell’Appennino emerge dalla sua tana invernale su una parete rocciosa. La comparsa di questo animale raro dopo i mesi del lockdown è stata un segno di speranza: per me come fotografo che documenta questa specie, ma anche come sottile richiamo all’indifferenza della natura nei confronti delle vicende umane”.
Clement Kiragu: “Per molti anni, la grande migrazione ha subito l’influsso di molteplici fattori, tra i quali l’interruzione dei percorsi di attraversamento a causa dei turisti. Erano anni che non vedevamo una migrazione di questa portata”, commenta Clement. “Quest’anno, sono arrivati migliaia di animali selvatici che hanno attraversato ininterrottamente per tre ore. Ciò mi fa sperare che lo spettacolo della natura troverà sempre il modo di andare avanti anche senza di noi”.
Eddie Keogh: “L’operatrice sanitaria, Lucy Skidmore, ha deciso di vivere nella residenza per anziani di Princes Risoborough con altri sei colleghi per ridurre il rischio di portare il Covid-19 all’interno della struttura. Qui trascorre il proprio tempo con la bisnonna di 100 anni, Joan Loosley“.
Eliška Sky: “Ispirata dall’attuale pandemia globale, questa immagine corale rappresenta il modo in cui siamo tutti insieme in questa difficile situazione”.
Fabio Mirulla: “Quest’estate, quando il Covid-19 ci ha dato un po’ di tregua, ho avuto l’opportunità di assistere allo straordinario spettacolo della cometa NEOWISE. È uno spettacolo che si può vedere una sola volta nella vita e che si ripeterà tra circa 6000 anni”, dichiara Fabio. “Ogni cosa passerà, – Covid-19, la cometa – e io voglio considerare tutto questo come una lezione di ottimismo e di speranza, che ci insegna a guardare sempre al lato positivo anche durante i momenti più difficili”.
Guia Besana: “Leg It! è una serie di autoritratti scattati durante l’estate 2020 in Grecia per illustrare l’insistente desiderio di evadere dalla reclusione fisica per trovare la libertà”, ha spiegato Guia dopo aver vissuto le difficili restrizioni imposte dal lockdown in Spagna. “Ho vagato tra i luoghi a me familiari sull’isola di Andros trasformandoli in metafore dei miei sentimenti contrastanti dopo il lungo e innaturale isolamento”.
Jérôme Sessini: “Ho realizzato questo scatto che ritrae il tunnel che collega l’Alto Reno e i Vosgi mentre tornavo da Mulhouse durante il lockdown. L’Alto Reno e la città di Mulhouse sono due delle zone francesi più colpite dalla pandemia di Covid-19”.
Joel Santos: “Ho realizzato questo scatto nel Sud Sudan (Feb 2020) in cui ritraggo un gruppo di bambini Mundari avvolti dal fumo prodotto dalla combustione dello sterco del bestiame e appoggiati a un possente bovino dalle lunghe corna, prima fonte di sostentamento di questa tribù nomade. Questa foto, similmente alla situazione attuale creata dalla pandemia, ci ricorda che pace ed equilibrio sono condizioni fragili a livello mondiale e rafforza il concetto che nulla dovrebbe essere dato per scontato”.
Lorenz Holder: “Ho realizzato questo scatto della mia fidanzata dal balcone di casa durante il primo lockdown, quando le strade erano completamente deserte. Ho ruotato l’immagine di 180 gradi per cambiare la prospettiva e creare un effetto strano, che coincide con molti dei sentimenti provati durante questo periodo complicato”.
Maxime Aliaga: “Penso che questo leopardo rappresenti ciò che molti hanno provato quest’anno, attendendo pazientemente la ripresa della vita sociale e delle possibilità di viaggiare. Per me, questo significa riprendere a documentare visivamente il mondo naturale”.
Michel d’Oultremont: “Quando parliamo di fotografia naturalista, spesso pensiamo ai grandi spazi africani o polari, ma quando non possiamo viaggiare, come è accaduto per la maggior parte del 2020, è necessario cambiare prospettiva”, afferma Michel. “Questo scatto è stato realizzato a cinque metri dalla porta di casa mia e ricorda a tutti quelli che amano la natura e la fotografia naturalista che devono solo aprire gli occhi su ciò che hanno a portata di mano”.
Muhammed Muheisen: “Anche in questi tempi difficili, la vita va avanti. Questo è il piccolo Hussein. In questa foto ha 26 giorni e riposa sotto una zanzariera nel rifugio occupato dalla sua famiglia nel campo profughi di Atene, in Grecia”, dice Muhammed. “Hussein è nato il 1° maggio 2020, nel pieno della pandemia. Secondo sua madre Daleen, Hussein è la cosa migliore che sia capitata alla sua famiglia. Come per qualsiasi altra mamma, nel momento in cui ha preso il figlio tra le braccia le preoccupazioni legate a questi momenti difficili sono svanite lasciando il posto all’amore”.
Nanna Heitman: “Quando la pandemia da Covid-19 ha raggiunto la Russia, compreso l’ospedale 52 di Mosca, l’intera struttura è diventata zona rossa, fatta eccezione per il reparto maternità. Ho realizzato questo scatto che ritrae il primo incontro tra una madre e il figlio, nato dopo un complicato intervento cesareo. È stato un momento davvero toccante, che mi ha regalato un po’ di positività dopo aver visto centinaia di pazienti sofferenti a causa del Coronavirus”.
Pavel Volkov: “Ho realizzato questo scatto a ottobre nella città di Stepanakert, la capitale della repubblica secessionista di Artsakh durante l’escalation del conflitto militare. Quest’anno, migliaia di persone in tutto il mondo hanno avvertito l’ansia generata dall’incertezza: alcuni a causa della pandemia globale e altri per la minaccia quotidiana di guerre e conflitti militari”.
Pie Aerts: “Grazie all’assenza di turisti, ho potuto ritrarre la migrazione degli elefanti sul letto prosciugato del lago di Amboseli e, magicamente, l’epocale presenza di cuccioli. Questa foto, che ritrae una famiglia di elefanti in cerca d’acqua al termine della stagione secca, offre uno spunto di riflessione sulla vera grandezza di Madre Natura senza l’intervento umano”.
Sanjay Jogia: “A settembre, ho fotografato il matrimonio di una sposa che pianificava le sue nozze da oltre un anno prima che esplodesse la pandemia da Covid-19. Nonostante la sua disabilità e gli innumerevoli aspetti da affrontare nell’organizzazione di un matrimonio, di fronte alle difficoltà, è riuscita a realizzare il suo sogno.”
Tasneem Alsultan: “Ho realizzato questo scatto alle 10 di sera davanti al sito archeologico di Mada’in Saleh. Migliaia di anni fa le civiltà usavano strumenti rudimentali per intagliare nella roccia le loro abitazioni, pensando di poter essere ricordate per sempre. Ho riflettuto sullo scompiglio di quest’anno nella vita delle persone in tutto il mondo e sul fatto che, alla fine, abbiamo tutti vissuto qualcosa insieme”.
Vladimir Rys: “La vista delle tribune deserte nella giornata di test del campionato sul Circuito di Barcelona-Catalunya non è per nulla insolita. All’arrivo a Barcellona a fine febbraio, quando il Covid-19 stava iniziando a fare notizia, nessuno avrebbe potuto immaginare che questa foto degli spalti vuoti sarebbe diventata la nuova normalità per molti mesi a venire”.