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Fotografia.it

Josef Koudelka: la fotografia panoramica in mostra a New York

Redazione fotografia.it | 2 Marzo 2024

Dopo aver lavorato come ingegnere aeronautico a Praga e Bratislava, Josef Koudelka iniziò a fotografare le produzioni teatrali per riviste di teatro.

Josef Koudelka, Azerbaijan, 1999
Josef Koudelka, Azerbaijan, 1999 © Josef Koudelka/Magnum Photos

Dopo aver documentato la cultura gitana in Romania, Slovacchia e in Europa occidentale, nel 1967 decise di dedicarsi a tempo pieno alla fotografia. L’anno successivo documentò l’invasione sovietica di Praga firmando le foto con la sigla “P. P.” (Prague Photographer) per timore di rappresaglie, un lavoro per il quale nel 1969, ricevette in forma anonima la Medaglia d’Oro Robert Capa dell’Overseas Press Club. Nel 1970 lasciò la Cecoslovacchia e chiese asilo politico in Inghilterra con l’assistenza dell’agenzia Magnum Photos,

Josef Koudelka, Ireland, 1972
Josef Koudelka, Ireland, 1972, gelatin silver print, 49.5×60cm, © Josef Koudelka / Magnum Photos

Il suo primo libro, Gypsies, è stato pubblicato da Aperture nel 1975 e da allora Josef Koudelka ne ha prodotti oltre una dozzina.

Koudelka ha iniziato a usare il formato panoramico  nel 1986; dall’indagine commissionata sulla regione franco-inglese interessata dal tunnel sotto la Manica per il progetto La Mission Photographique Transmanche, all’esplorazione del clima politico in Israele e Palestina, Koudelka ha utilizzato la fotocamera panoramica per mostrare gli ambienti alterati, persino devastati, dall’industrializzazione, dal tempo e dalle guerre.

Josef Koudelka, Kendice
Josef Koudelka, Kendice, 1965, gelatin silver print, 50.8×61cm, © Josef Koudelka / Magnum Photos

Sempre in viaggio

Nella sua vita da nomade, Koudelka ha prodotto opere che ci fanno percepire il “peso” della storia nel mondo naturale e negli ambienti urbanizzati; tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, ha fotografato il Muro di Berlino, le strade di Beirut subito dopo la guerra civile libanese, l’industrializzazione e l’inquinamento a dismisura nel Triangolo Nero, ovvero la regione di confine tra Germania, Polonia e Repubblica Ceca, e poi il campo di concentramento di Auschwitz in Polonia e altri luoghi trasformati per sempre da eventi socio-politici, vera violenza e distruzione ambientale.

Tra i famosi progetti panoramici di Koudelka ci sono anche la serie Ruins, per la quale ha fotografato più di 200 siti archeologici in Grecia, Italia, Libia, Siria e altri paesi tra il 1991 e il 2015, oltre al suo lavoro sul muro della Cisgiordania di Israele realizzato nel corso di sette viaggi in Israele e Palestina tra il 2008 e il 2012.

L’aspetto di un paesaggio ferito è segnato dalla sofferenza – racconta Koudelka alla sua biografa, Melissa Harris – è come il volto delle persone che hanno avuto una vita travagliata. Mi interessano le persone reali, i volti reali… Di un paesaggio ferito osservo con ammirazione la sua capacità di sopravvivere … La natura è più forte dell’uomo“.

Josef Koudelka, France
Josef Koudelka, France, 1987, gelatin silver print, 50.8×61cm, © Josef Koudelka / Magnum Photos

Per questa sua prima personale a New York dal 2015 Koudelka ha scelta la galleria Pace al settimo piano di un palazzo che offre un’ampia vista sullo skyline di Chelsea, una location che ben si sposa con i sei grandi panorami selezionati per la mostra: stampe di circa due metri e mezzo ognuna. Le foto sono state scattate negli Stati Uniti, in Francia, Germania, Italia, Azerbaijan e Israele tra il 1987 e il 2010.

La mostra
“Industries” di Josef Koudelka
Galleria Paci 540 West 25th Street a New York.
Dal 29 marzo al 27 aprile
La presentazione della mostra coincide con l’uscita di “Josef Koudelka: Next”, la biografia pubblicata da Aperture.

Redazione fotografia.it
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