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Fotografia.it

John ‘Hoppy’ Hopkins e l’Underground londinese degli anni Sessanta

Redazione fotografia.it | 11 Agosto 2024

Elliott Gallery espone una retrospettiva del leggendario “Re dell’Underground”, John ‘Hoppy’ Hopkins, che attraverso le sue immagini, potenti ed evocative, ha colto lo spirito degli anni Sessanta, un’epoca di grandi cambiamenti sociali e di creatività.

Nato in Inghilterra nel 1937, John Hopkins, meglio conosciuto come “Hoppy”, è stato uno dei personaggi più noti della cultura alternativa della Londra degli anni Sessanta, non solo come fotografo e giornalista, ma anche come attivista politico.

'A Concentrated Solo'. Brian Jones (Rolling Stones) alla 4 del mattino, durante la 'All-Night', Alexandra Palace, Londra, 1964 di John 'Hoppy' Hopkins
‘A Concentrated Solo’. Brian Jones (Rolling Stones) alla 4 del mattino, durante la ‘All-Night’, Alexandra Palace, Londra, 1964 di John ‘Hoppy’ Hopkins

Hoppy si era laureato all’Università di Cambridge nel 1958 con un master in fisica. Per un breve periodo lavorò per Atomic Energy Authority ma, in seguito a un viaggio a Mosca ad un festival della gioventù comunista come missione di pace, fu arrestato dal KGB e gli fu tolta l’autorizzazione di sicurezza. Si dimise dall’Atomic Energy Authority e nel 1960 si dedicò alla fotografia.

“Dobbiamo cogliere l’attimo, pensare con la nostra testa, mettere in discussione l’autorità e creare un mondo migliore”.

Hoppy ha incarnato il mondo degli anni Sessanta; con le sue foto ha documentato questo incredibile periodo di cambiamenti. Agli inizi degli anni Sessanta Hoppy era giovane, curioso, pieno di energia; viveva a Londra e lavorava come fotografo di cronaca per il Sunday Times e per Melody Maker e Peace News. Questo gli permetteva di fotografare di tutto, dagli artisti jazz e blues alle marce della CND (Campaign for Nuclear Disarmament), da Aldermaston ai Rolling Stones e i Beatles ai loro esordi.

Hoppy ha colto l’anima quel decennio e documentato marce per la pace, lettura di poesie con un Allen Ginsberg nudo e ha fotografato eroi del ventesimo secolo come Martin Luther King e Malcolm X.

Hoppy ha fotografato anche aspetti diversi di quel mondo londinese: sporchi saloni di tatuaggi, povertà infantile, ritrovi di motociclisti, prostitute, feticisti e lavoratori del sesso nei loro monolocali.

Nel 1965 Hoppy ha dato vita alla Notting Hill Free School, luogo di aggregazione del Carnevale di Notting Hill e ha fondato il primo giornale underground britannico, l’International Times (il precursore di Time Out Magazine); ha promosso i Pink Floyd e creato il primo club psichedelico londinese aperto tutta la notte, l’UFO, dove si esibirà Jimi Hendrix.

Nel giugno del 1967 Hoppy era una tale fonte di ispirazione per la fertile controcultura britannica che poteva essere considerato come un leader del movimento.

Storicamente le rivoluzioni vivono di contrapposizioni, ma in quegli anni tutti, gli anarchici della classe operaia, i bohémien, i musicisti, gli attivisti, i poeti e gli emarginati, tutti rispettavano e apprezzavano Hoppy.

Il suo ruolo di leader del movimento tuttavia lo portò alla rovina: il suo appartamento venne perquisito dalla polizia che trovò una piccola quantità di hashish: fu arrestato e condannato a nove mesi di carcere. Durante il processo attaccò il proibizionismo e, dopo essere stato bollato dal giudice come “parassita della società”, gli fu inflitta una pena da scontare nella prigione di Wormwood Scrubs. L’indignazione per la sentenza ispirò una “Free Hoppy March” a Trafalgar Square e Paul McCartney pagò una pagina sul Times per chiedere la legalizzazione della marijuana con le firme di molti nomi illustri, tra cui i quattro i Beatles. Nonostante le proteste però la condanna di Hoppy non venne ridotta di un solo giorno.

“Ho scontato sei mesi nello Scrubs – racconta Hoppy – e anche Mick e Keith (Rolling Stones) vi erano detenuti a seguito di un arresto per droga: li ho incontrati, ma loro sono rimasti lì solo per due o tre giorni. Avevano amici nei posti che contano!”

Alla fine degli anni Sessanta Hoppy si dedicò al video come forma d’arte e strumento educativo, conducendo ricerche per l’UNESCO, l’Arts Council e altre istituzioni. In seguito diede vita a corsi di formazione video a distanza e scrisse articoli accademici.

The King of the Underground. A Tale of 60s Revolution by John ‘Hoppy’ Hopkins
Da 19 ottobre 2024 a 25 gennaio 2025
Elliott Gallery. Tussen de Bogen 91. 1013 JB, Amsterdam
www.elliott.gallery

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