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Fotografia.it

Irving Penn. Kinship: 70 anni di carriera

Redazione fotografia.it | 7 Febbraio 2025

Kinship è una mostra delle opere di Irving Penn curata dall’artista Hank Willis Thomas, presso la galleria 508 West 25th Street di New York.

La mostra, aperta fino al 22 febbraio 2025, espone le opere prodotte da Irving Penn nel corso dei suoi 70 anni di carriera e tra esse alcune della serie Worlds in a Small Room e i suoi iconici ritratti di artisti, attori e scrittori.

Iving Penn. Miles Davis (2 of 2). New York, 1986 Gelatin silver print, 15" × 14-7/8" (38.1 cm × 37.8 cm), image 20" × 15-7/8" (50.8 cm × 40.3 cm), paper
Iving Penn. Miles Davis (2 of 2). New York, 1986 Gelatin silver print, 15″ × 14-7/8″ (38.1 cm × 37.8 cm), image 20″ × 15-7/8″ (50.8 cm × 40.3 cm), paper

Queste fotografie sono esposte all’interno di un’installazione progettata da Hank Willis Thomas quasi a replicare la struttura che Penn utilizzava per fotografare molti dei suoi soggetti.

Lavorando per Vogue per quasi 70 anni, Penn ha lasciato un segno indelebile nella storia della fotografia: il suo stile innovativo ha inciso in modo significativo sulla fotografia nel dopoguerra.

Mi affascina l’idea che l’occhio e la mano di un artista conservino le impronte dei lavori passati, dando inconsciamente forma alle nuove creazioni. Per Irving, questa memoria si manifesta nell’attenzione alla forma, alla consistenza e alla luce, indipendentemente dal soggetto.
Hank Willis Thomas

Irving Penn. Single Oriental Poppy, New York, 1968.  Platinum palladium print mounted to aluminum 17" × 20-7/8" (43.2 cm × 53 cm), image 22" × 25" (55.9 cm × 63.5 cm), paper 22" × 26" (55.9 cm × 66 cm), mount
Irving Penn. Single Oriental Poppy, New York, 1968. Platinum palladium print mounted to aluminum 17″ × 20-7/8″ (43.2 cm × 53 cm), image 22″ × 25″ (55.9 cm × 63.5 cm), paper 22″ × 26″ (55.9 cm × 66 cm), mount

Le sue fotografie hanno continuato ad apparire su Vogue fino alla sua morte, avvenuta nel 2009.
L’artista era anche uno sperimentatore nell’ambito della tecnica di stampa, come dimostrano le sue stampe al platino-palladio.

Le opere “Worlds in a Small Room” – per cui Irving Penn ha viaggiato a Cuzco, Creta, Estremadura, Dahomey, Camerun, San Francisco, Nepal, Nuova Guinea e Marocco per ritrarre le persone all’interno di una tenda che usava come studio portatile – hanno molto influenzato Thomas, che ha fatto parte del team artistico costituito per l’installazione itinerante “In Search of the Truth” (The Truth Booth), che ha debuttato nel 2011 e da allora presentata in tutto il mondo.

Irving Penn. Three Dahomey Girls (with Bowls), Dahomey, 1967.  Gelatin silver print mounted to board. 13-7/16" × 13-7/16" (34.1 cm × 34.1 cm), image and paper 17" × 17" (43.2 cm × 43.2 cm), mount
Irving Penn. Three Dahomey Girls (with Bowls), Dahomey, 1967. Gelatin silver print mounted to board. 13-7/16″ × 13-7/16″ (34.1 cm × 34.1 cm), image and paper 17″ × 17″ (43.2 cm × 43.2 cm), mount

Indagando spesso sui modi in cui l’inquadratura e la prospettiva possono plasmare la nostra esperienza visiva, Thomas pone le fotografie di Irving Penn all’interno di una struttura a forma di stella con angoli che si intersecano, che richiama quanto predisposto nello studio originale del fotografo per i suoi ritratti.

Irving Penn. Molyneux Pocket Detail, Paris, 1950 Gelatin silver print mounted to board, 10-7/8" × 10-7/16" (27.6 cm × 26.5 cm), image and paper 13" × 13" (33 cm × 33 cm), mount
Irving Penn. Molyneux Pocket Detail, Paris, 1950 Gelatin silver print mounted to board, 10-7/8″ × 10-7/16″ (27.6 cm × 26.5 cm), image and paper 13″ × 13″ (33 cm × 33 cm), mount

 “Nel lavoro di Penn vedo la  venerazione per il banale –  scrive Hank Willis Thomas nella presentazione della mostra – La sua fotografia di moda, spesso celebrata per le linee pulite e le composizioni scultoree, condivide una sorprendente affinità con le sue nature morte di oggetti di scarto. Accostando queste immagini, voglio sottolineare come l’attenzione meticolosa di Penn per i dettagli elevi l’ordinario a straordinario. È come se ogni immagine, indipendentemente dal soggetto, portasse con sé l’eco del suo ethos artistico: la convinzione che bellezza e significato possano trovarsi anche nelle forme più improbabili”.

Esposte sulle pareti esterne della struttura e all’interno, le immagini di Penn invitano i visitatori a entrare in uno spazio intimo simile a quello vissuto dai soggetti dei suoi ritratti: nella visione di Thomas, questa stanza diventa un mondo a sè.

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