Nelle sale trecentesche dell’ex-Palazzo di Città, il Comune di Cagliari ospita fino a 1 ottobre 2023 un’ampia retrospettiva dedicata alla fotografa Inge Morath, la prima donna a essere accolta nell’agenzia Magnum Photos. L’iniziativa prende lo spunto delle celebrazioni per il suo centenario che hanno coinvolto prima Monaco di Baviera e poi Venezia, città nella quale la Morath iniziò la sua carriera di fotografa.
L’esposizione, curata da Brigitte Blüml – Kaindl e Kurt Kaindl, ripercorre attraverso oltre 150 immagini e documenti originali il cammino umano e professionale di Inge Morath, dagli esordi al fianco di Ernst Haas e Henri Cartier-Bresson nell’agenzia Magnum Photos fino alla collaborazione con riviste quali Picture Post, Life, Paris Match, Saturday Evening Post e Vogue. Inge Morath preparava con cura maniacale i suoi reportage di viaggio studiando la lingua, le tradizioni e la cultura di ogni paese dove si recava, dall’Italia alla Spagna, dall’Iran alla Russia, alla Cina, al punto che il marito, il drammaturgo Arthur Miller, ebbe a ricordare che “Non appena vede una valigia, Inge comincia a prepararla”.
La mostra a Palazzo di Città di Cagliari
Il percorso espositivopresenta alcuni dei suoi reportage più famosi, come quello realizzato a Venezia nel 1955, con immagini colte in luoghi meno frequentati e nei quartieri popolari della città lagunare, che sposano la tradizione fotografica dell’agenzia Magnum di ritrarre persone nella loro quotidianità. Le immagini di Inge Morath riflettono le sue più intime necessità, ma al contempo sono come pagine del suo diario di vita, come lei stessa ha scritto: “La fotografia è essenzialmente una questione personale: la ricerca di una verità interiore”.
L’itinerario di Inge Morath prosegue in Spagna, paese che visitò spesso e di cui conosceva la lingua, fin dal 1954 quando venne incaricata di riprodurre alcuni dipinti per la rivista d’arte francese L’Oeil e di ritrarre la sorella di Pablo Picasso, Lola, spesso restia a farsi fotografare, e poi nella Romania comunista, nella natia Austria, nel Regno Unito.
Non poteva mancare una sezione dedicata a Parigi, uno dei “luoghi del cuore” di Inge Morath, dove incontrò i fondatori dell’agenzia Magnum: Henri Cartier-Bresson, David Seymour e Robert Capa. Essendo la più giovane collaboratrice dell’Agenzia, nella capitale francese le venivano affidati lavori minori, come sfilate di moda, aste d’arte o feste locali, ma da lei affrontati sempre in modo brillante.
Il viaggio nel lavoro di Inge Morath prosegue in Iran, dove riuscì ad approfondire la conoscenza di quella regione, muovendosi all’interno della dimensione femminile e cogliendo il rapporto fra le vecchie tradizioni e le trasformazioni innescate dalla moderna società industriale in una nazione fortemente patriarcale e si chiude idealmente a New York dove nel 1957 realizza un reportage per conto della Magnum.
Dopo il matrimonio con lo scrittore Arthur Miller, conosciuto nel 1960 nel set del film Misfits dove recitava Marylin Moore all’epoca legata con Miller, nel 1962 Morath si trasferì in una vecchia e isolata fattoria a Roxbury, a circa due ore di auto da New York. Un luogo di campagna lontano dalla frenesia della città, dove crebbe i suoi due figli Rebecca e Daniel.
Il sogno di Inge Morath era sempre stato quello di visitare la Russia. Si avvicinò a questo paese studiandone la cultura e imparandone la lingua prima del suo primo viaggio, avvenuto nel 1965, in compagnia di suo marito, Arthur Miller. Da quel viaggio nacque un ampio lavoro fotografico che negli anni successivi si arricchì da altro materiale raccolto in altre occasioni.
I ritratti
La mostra dà ampio spazio al ritratto, un tema che l’ha accompagnata per tutta la sua carriera. Se da un lato era attratta da personaggi celebri, quali Igor Stravinsky, Alberto Giacometti, Pablo Picasso, Jean Arp, Alexander Calder, Audrey Hepburn, non trascurava le persone semplici incontrate durante i suoi reportage.
Che si trattasse di persone comuni o di artisti di chiara fama, il suo interesse era sempre rivolto all’essere umano in quanto tale. Ogni suo ritratto nasceva da un rapporto intenso o da una conoscenza profonda della persona.
Una sezione propone, inoltre, la serie di curiosi ritratti ‘mascherati’ nati dalla collaborazione con il disegnatore Saul Steinberg che risalgono al suo primo viaggio a New York durante il quale conobbe la produzione artistica del disegnatore statunitense, rimanendone entusiasta.
Negli anni ‘60 Steinberg aveva iniziato a realizzare la sua serie di maschere e chiese a Inge Morath di trovare delle persone da fotografare con gli abiti adatti a queste maschere. Gli scatti hanno in comune il fatto di essere ambientati nella vita quotidiana newyorkese.
La mostra
Inge Morath Una donna, una vita, la fotografia
Cagliari Palazzo di Città
Fino a 1 ottobre
Mostra a cura della Fondazione di Sardegna e organizzata da Suazes in collaborazione con Fotohof e Magnum Photos
Accompagna l’esposizione un volume monografico di Silvana Editoriale.
www.ingemorathexhibition.com