“La libertà di partecipare a giurie e conferenze internazionali è un diritto umano fondamentale. È disarmante che il rischio di non poter tornare a casa dalla propria famiglia impedisca ad Eman il diritto ad unirsi alla nostra giuria.”
“I’m not Illegal but Trump’s unconstitutional ban is”
“La libertà di partecipare a giurie e conferenze internazionali è un diritto umano fondamentale. È disarmante che il rischio di non poter tornare a casa dalla propria famiglia impedisca ad Eman il diritto ad unirsi alla nostra giuria. Dove andremo a finire se non prendiamo posizione contro l’ingiustizia?”
Con queste parole Stuart Franklin, Presidente della giuria 2017 del World Press Photo, prende posizione contro gli effetti che l’Immigration Ban (o anche Muslim Ban) firmato da Donald Trump venerdì scorso potrebbe comportare nei confronti di Eman Mohammed qualora prendesse parte al Photo Contest: la fotoreporter palestinese avrebbe infatti dovuto far parte della giuria che si sarebbe riunita ad Amsterdam per la votazione del vincitore del concorso ma, a causa delle incertezze che ruotano attorno all’Immigration Ban, il suo rientro in America dopo il concorso non sarebbe garantito. Infatti nonostante la Palestina non faccia parte dei territori investiti dal Ban, gli avvocati della fotografa hanno fatto notare come sia un “territorio militarmente occupato” e quindi la possibilità di rimettere piede negli Stati Uniti non sarebbe certa. In caso venisse fermata in aeroporto, le figlie, cittadine statunitensi, sarebbero abbandonate a loro stesse. Per cui, meglio non partire alla volta dell’Olanda.
Eman Mohammed ha lasciato le sue considerazioni su Facebook, prima di rilasciare un’intervista dettagliata sul Time.
I've been obligated to make several tough decisions through the past years but not in a million years I've imagined i'll…
Gepostet von Eman Mohammed am Samstag, 28. Januar 2017
Lars Boering, Direttore della World Press Photo Foundation ha così commentato: “Ci impegniamo per salvaguardare l’uguaglianza e la diversità in tutto ciò che facciamo. Sappiamo che c’è ancora molto da fare, ma c’è un principio di base da non dimenticare: noi non discriminiamo nessuno per questioni di età, sesso, razza, religione o orientamento sessuale. Ci opponiamo alla discriminazione e alle molestie non solo nella nostra comunità ma in tutto il mondo.”