Al Politecnico di Torino hanno messo a punto una tecnologia in grado di tracciare l’impronta digitale di un sensore fotografico, qualunque esso sia e di qualunque dimensione, per stabilire la provenienza dello scatto eseguito e poi postato in rete. Per questo motivo il progetto del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni (DET) del Politecnico, nella persona del Professor Enrico Magli, dopo aver partecipato al bando europeo ERC – Proof of Concept, ha ricevuto un finanziamento di 150 mila euro per portare avanti la ricerca.
Si chiama “ToothPic – A large-scale camera identification system based on compressed fingerprints“: ogni fotocamera, o meglio, ogni apparecchio dotato di sensore, è un oggetto unico nel suo genere e, per quanto in fabbrica i componenti siano prodotti in serie con tecniche avanzatissime, ognuno di questi è anche “diverso” dall’altro. Il Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni ha infatti scoperto che ogni sensore lascia una vera e propria impronta nello scatto, una variabile che ne determina la diversità rispetto ad ogni altro in commercio: piccole, impercettibili e infinitesimali imperfezioni dei pixel in fase di produzione, ed è proprio in base a queste che si può tracciare la provenienza di un’immagine.
Il finanziamento vinto attraverso il bando ERC permetterà al DET di Torino di realizzare un motore di ricerca in grado di rintracciare in rete tutte le immagini ritratte dallo stesso apparecchio e quindi di permettere, per esempio, di scovare nel web le fotografie che si presumono sottratte indebitamente da account pubblici su social network come Flickr (preso proprio come metro di paragone), Facebook, Instagram e tanti altri.