La giuria scelto il lavoro di Erminio Annunzi, un portfolio pieno di fascino, come sospeso tra il reale ed il fantastico. Sono immagini apparentemente semplici, ma che richiedono una grande padronanza del mezzo tecnico, che Erminio ha saputo fondere con la sua visione. Inoltre le immagini non sono casuali, ma sono coerenti con un progetto complessivo di interpretazione del paesaggio.
Le immagini di Maurizio Tieghi rivelano grande sensibilità e capacità di costruire l’inquadratura: osservate il fascio si luce che illumina come uno spot la zona dei cipressi, facendoli svettare sullo sfondo delle nubi bianche, mentre le nubi scure ed il terreno incorniciano l’immagine. Di grande fascino anche il campo di spighe, con i papaveri che nel bianconero acquistano nuova vita.
Vito Petrarolo ha puntato il suo obiettivo su un bosco di ulivi, esplorando una pianta secolare: l’inquadratura dal basso la rende protagonista; l’illuminazione laterale, in parziale controluce, dà grande tridimensionalità all’immagine. Guido Ballista ha scelto il tema delle montagne, interpretandolo con grande efficacia; non è facile creare una simile atmosfera mettendo insieme la forza delle montagne e la morbidezza delle nuvole che le avvolgono. Perfetta l’inquadratura così come l’equilibrio di pieni e vuoti, con la chicca del raggio di luce sul versante in ombra.
Il porfolio di Mino Martignano unisce immagini di argomento diverso, ma questa indubbiamente colpisce per la sua atmosfera rarefatta, come un bosco incantato in cui l’uomo cammina verso l’ignoto. Anna Maria Mantovani reinventa i paesaggi trasformandoli in immagini fuori del tempo: riesce a coglierne l’essenza, l’essenza del mare, l’essenza della montagna. Indubbiamente Alessandra Milesi ci sa fare con la macchina fotografica; passa senza difficoltà dai paesaggi cittadini a quelli naturali, dimostrando uno stile personale forte che crea un filo conduttore tra le immagini del suo portfolio.
Lo sguardo di Fiorenzo Rondi si posa con delicatezza su file di alberi che emergono da nubi basse, sull’immobilità delle acque di un lago, su montagne illuminate. Sono immagini che trasmettano una sensazione di pace. Con Claudio Minghi scopriamo la forza del grandangolare nella fotografia di paesaggio; è una focale che permette si esaltare i grandi spazi e Claudio sa sfruttarla al meglio controllando che elementi non voluti disturbino la perfetta inquadratura.
Felice Troilo ha dimostrato una capacità di visione veramente notevole: è riuscito a intuire come quelle figure umane avrebbero potuto diventare le protagoniste della sua immagine, ed ha trasformato l’acqua del mare in un mare di luce. Marco Francioli è stato tra i pochi a sfruttare il viraggio seppia, e l’ha usato bene, senza compiacimenti, per creare delle immagini che fossero espressione del mondo agreste, il lavoro nei campi, la pace di una chiesetta isolata.
Alessandro Menia ha presentato un progetto particolare, che unisce statue antiche a paesaggi naturali; sono immagini che vivono nel tempo, immagini di oggi, di ieri e di domani che legano profondamente l’uomo al suo ambiente naturale.
Gli autori più votati dal pubblico sono Domenica Celi, Augusto Vazzoler e Chiara Fois: vincono un abbonamento a TF per sei mesi.
Su Tutti Fotografi di Gennaio pubblichiamo un ampio articolo dedicato al concorso
Le foto sono anche sulle pagine del sito