La divisione Imaging di Samsung Mobile sta studiando come far sì che i Galaxy e i Note del futuro imparino dalle preferenze di ogni singolo utente per restituirgli l’immagine perfetta. Così ha dichiarato Joshua Sungdae Cho – VP, Head of Visual SW R&D Samsung Electronics – in una recente intervista.
In una recente e lunga intervista rilasciata a Chris Velazco per Engadget, Joshua Sungdae Cho – VP, Head of Visual SW R&D Samsung Electronics – parla di smartphone e futuro. Il focus è la AI, l’intelligenza artificiale di cui ormai sono permeati quasi tutti i device che abbiamo in tasca sempre con noi. Proprio grazie a questi algoritmi è lecito pensare che gli array delle fotocamere presto subiranno un downgrade passando dai 4 o 5 sensori di oggi ad uno solamente, intento questo che si legge anche nella Newsroom di Samsung: “La nostra AI è in continuo miglioramento grazie alla tecnologia di formazione dell’immagine che abbiamo sviluppato in Samsung. Allo stesso tempo, stiamo anche lavorando per migliorare anche l’hardware dei nostri dispositivi. Se saremo in grado di ottenere con una sola fotocamera alimentata da AI gli stessi risultati che abbiamo ora da più fotocamere, uniremo le tecnologie”. Unico limite, i processori.
“Quando ci sono dieci persone che scattano una foto dello stesso oggetto, voglio che la fotocamera fornisca dieci immagini diverse per ogni individuo in base alle sue preferenze.”
Ma un altro passaggio molto interessante nell’intervista è quello che analizza la “personalizzazione” del comparto fotocamera. Per sviluppare ogni nuovo modello Samsung si affida sempre a fotografi professionisti e a campioni di pubblico generico: questo tipo di sondaggi riescono a fornire all’azienda dettagli importanti sul come dovrebbe essere il risultato dell’immagine finale. Colori, dettaglio e risoluzione sono solo alcuni aspetti. Ma la AI potrebbe entrare in gioco a gamba tesa e andarsi a sostituire a questo tipo di ricerche.
“Il mio obiettivo è fornire una fotocamera in grado di soddisfare tutti al 100% attraverso la personalizzazione. Quando ci sono dieci persone che scattano una foto dello stesso oggetto, voglio che la fotocamera fornisca dieci immagini diverse per ogni individuo in base alle sue preferenze di luminosità, tonalità di colore, miglioramento dei dettagli, ecc. Attraverso l’album si può scoprire quali immagini un utente ha salvato negli ultimi anni o quali ha eliminato. Inoltre, si possono vedere quali sono le modifiche più utilizzate o quali filtri ha usato di più. Queste sono alcune delle cose che potremmo considerare per assicurarci che il sistema impari a conoscere sempre di più il suo proprietario.”
Questo quindi il futuro dell’imaging visto da Samsung, questo il futuro di Galaxy e Note. L’intervista completa, dove si parla anche della tecnologia Space Zoom, la potete leggere su Engadget.