“Se il mio lavoro riesce ad instillare emozioni e sensazioni mi rende felice, è quasi come un pezzo musicale che si ascolta e si riascolta senza finire mai.”
Oltre 90 le opere tra grandi formati, scatti site-specific e nuove produzioni, compongono “I Believe in Miracles”, una delle più complete mostre mai realizzate su David LaChapelle. Allestita al Mudec di Milano, curata da Reiner Opoku e Denis Curti, sarà visitabile dal 22 aprile all’11 settembre.
“I Believe in Miracles” non è solo una semplice mostra, è un vero e proprio excursus per immagini sulla vita di David LaChapelle. Le serie proposte sono le più famose, immagini iconiche che hanno fatto un grande pezzo di storia della fotografia fine art mondiale: Deluge (2006) e After The Deluge (2006-2009), New World (2007-2017), Land Scape (2013), Spree (2019-2020) e Revelations (2020). E poi le Hawaii, isole che sono diventate il rifugio spirituale e intimo dell’autore, protagoniste nell’ambientazione di alcuni scatti inediti mai esposti fino ad oggi.
“Ci ritroviamo in un mondo che sta andando in pezzi, il nostro compito è cercare di rimettere insieme questi pezzi liberandoci dal materialismo, dalle preoccupazioni e dall’ansia. Lottando con la fede attraverso la creazione, sempre. Questa è la narrazione che ho cercato di mettere nelle mie immagini, ecco il motivo per cui parlo di sacra famiglia e di riparo sicuro. In un momento di guerra e di violenza come questo non è possibile creare arte. La guerra è il contrario di tutti questi sentimenti, non si può fare arte se siamo minacciati in questo modo. Per questo con le mie immagini ho cercato di riportare la luce, l’ispirazione e il sentimento. E la voglia di condividere tutto ciò.” Queste le parole di David LaChapelle durante la presentazione della mostra.
Quello di LaChapelle è un vero e prorio viaggio interiore trasposto in immagini. “Si comincia con le vetrate che ho fatto agli inizi, nell’East Village. Avevo bisogno di fare in fretta a finire quella serie di immagini, non pensavo di avere molto tempo da vivere: in quel periodo la nostra guerra, la nostra pandemia, era l’aids. Sentivo l’urgenza di capire cosa fosse, come fosse e come si potesse rappresentare l’anima. Vedevo gli amici morire intorno a me e ho pensato a dare loro nuova vita attraverso le ali. Ho cominciato a rappresentare gli angeli e a cercare un’allegoria personale del paradiso. Cercavo di mostrare il non fotografabile, lo facevo in analogico e chiedevo che le ali fossero fartte a mano. La paura incombeva su di me e mi faceva lavorare in fretta, volevo lasciare nel mondo qualcosa di mio. Fu in quel momento che mi avvicinai a Dio.”
“La sensazione che ho oggi intorno a me è di amore, me ne sento circondato.”
David LaChapelle
“Questa sensazione è tornata forte negli ultimi 15 anni, quel senso di urgenza, di fretta, di minaccia. Allora ho cominciato a rappresentare la sacralità, a rivolgermi alle scene bibliche, dando a questi personaggi una nuova vita mossa da una passione e da una fede nuda e cruda attraverso la quale postessi raccontare e rappresentare storie che provenivano dal mio cuore, non dalla mia mente. Queste idee si sono trasformate in immmagini atttraverso la preghiera, la fede, la devozione. Abbiamo, per cosi dire, lasciato lavorare Dio.”
Sul palco anche il curatore Denis Curti. “Credere in un miracolo significa credere nel genere umano, nella sorpresa, restituire fiducia all’uomo in un momento così difficile. David ci dice una cosa importante: non possiamo essere felici da soli. E questa restituzione di fiducia è un atto di generosità che bisogna usare come passpartout. Non è un artista provocatorio, neanche quando si avvicina alla religione e alla spiritualità: c’è solo fiducia nel genere umano.”
“I Believe in Miracles” si sviluppa lungo tre direttive principali. Gli esordi di David LaChapelle, tra i quali una serie di ritratti a Britney Spears, Michael Jackson, Kim Kardashian, Lil Kim, Eminem e, ovviamente, quell’Andy Warhol con cui ha cominciato a lavorare e a cui ha fatto l’ultimo ritratto. L’antropocentrismo, quindi la sensibilità nei confronti della terra e del dramma del suo consumo. Infine la spiritualità, sempre presente e tema centrale del suo lavoro.
I Believe in Miracles
David LaChapelle
22/04 – 11/09/2022
Mudec
Milano