Cos’è casa? “Home” è un concetto molto più ampio dello spazio fisico della nostra vita quotidiana, tocca molti altri elementi dell’esistenza come i legami emotivi, culturali, sociali o anche biologici. Ed è partendo da questo ampio concetto che sedici fotografi Magnum hanno deciso di analizzare ciò per loro era “casa”.
All’interno della Galvanotecnica Bugatti ogni autore è diverso, ogni ricordo è diverso, ogni “casa” è diversa. Fujifilm e Magnum Italia hanno deciso di creare un percorso visivo che narrà l’intimità di 16 grandi autori, fotografi che hanno avuto tre mesi di tempo per sviluppare questo progetto armati solo di attrezzatura fotografica Fuji: in questo caso la medio formato GFX50S.
Questa grande mostra ha già toccato città come New York, Londra, Parigi, Tokyo, Hong Kong e che proseguirà per la Cina. Milano quindi è sempre più la capitale della fotografia in Italia, sempre più consapevole e al centro di un progetto mondiale che vede la cultura fotografica come una grande opportunità di crescita culturale.
Per qualcuno Home è la propria casa, la propria famiglia, la propria intimità. Ma addentrandosi nelle sale dell’esposizione ci si accorge che nonostante il filo conduttore sia comune i punti di vista sono tutti estremamente differenti.
Ogni autore è stato il curatore di se stesso, decidendo il formato delle stampe e la loro disposizione.
Per Alex Webb “casa” è la pace del luogo in cui si ritira con la moglie, una ricerca di calma e tranquillità che ha origine dalla sua casa sulla spiaggia. Per Hiroji Kubota è il Giappone, con la morfologia delle sue isole, visto dall’alto. Per altri grandi autori, come Gueorgui Pinkassov, Alec Soth e Elliot Erwitt, “casa” è lo studio fotografico, il posto in cui trascorrono la maggior parte del tempo, ma in ognuno troviamo un simbolismo differente. Per esempio Soth ha fotografato la strada che lo porta da casa allo studio: ha abbandonato la macchina e per i tre mesi del progetto ha deciso di spostarsi a piedi per fotografare tutto ciò che vedeva e chiunque incontrasse la mattina, trasformando così la sua visione in uno spaccato di Minneapolis.
Altri hanno lavorato sull’intimità e il progetto personale di Antoine D’Agata è forse il più tormentato di tutti. Mark Power l’ha invece analizzata attraverso il concetto del distacco, fotografando soprattutto la figlia che in quel periodo si stava trasferendo per andare a vivere a Londra. Alessandra Sanguinetti, che ora vive a San Francisco, è invece tornata nella casa dei suoi genitori in Argentina, un lavoro che vuole mostrare la vulnerabilità e lo scorrere del tempo attraverso i segni sulla pelle, le cicatrici e gli oggetti dei suoi cari.
La mia fortuna è stata quella di avere un Cicerone come Alex Majoli. Il suo lavoro ha toccato svariati posti, dalla sua prima vera casa nella provincia al luogo in cui vorrebbe potersi fermare per sempre, da Piacenza alla Sicilia. Nel suo allestimento c’è il presente, il futuro e quello che, un domani, sarà considerato il passato. “Riveder queste foto è un po’ rivedere la mia vita. Ma si va avanti, è un ciclo.”
Home
18/10 – 28/10 2018
Galvanotecnica Bugatti
Orario continuato dalle ore 10:00 alle ore 20:30
Ingresso Libero