Sono 150 i fotogiornalisti e i filmmakers che hanno firmato una lettera aperta alle grandi aziende di apparecchiature foto e video per richiedere che nei loro prodotti sia implementata la tecnologia della crittografia, in modo che i contenuti del loro lavoro, e loro stessi, siano al sicuro.
La lettera è pubblicata dalla Freedom of the Press Foundation, è indirizzata ad aziende come Canon, Fujifilm, Nikon, Olympus e Sony ed è a nome di tutti i professionisti di tutto il mondo tra i quali anche candidati e vincitori di premi Oscar: firme come Lynsey Addario, Michael Moore, Laura Poitras, Alex Gibney e Joshua Oppenheimer, appartenenti ad importanti agenzie o indipendenti. Il punto evidenziato è che documentaristi e fotogiornalisti spesso si trovano a dover lavorare in zone pericolose del mondo, a dover affrontare pressioni e intimidazioni di ogni tipo da agenti dei servizi, sicurezza, guardie di frontiera, terroristi, ladri e criminali inenti a mettere a tacere determinate situazioni. Il tutto cercando di portare in salvo foto, filmati e spesso anche loro stessi.
La crittografia – la possibilità di mettere in sicurezza i dati – è ormai una tecnologia di uso comune: tutti i sistemi operativi ormai l’hanno implementata su ogni tipo di device, dai computer agli smartphone, e su moltissime delle applicazioni di messaggistica che utilizziamo tutti i giorni, come iMessage e WhatsApp. Quindi se la troviamo sui prodotti di consumo, perché non su quelli professionali?
Potete leggere la lettera nella sua interezza a questo link.