Hai in mente una gita a Berlino? Ottima idea, programmala entro il 7 Settembre in modo da potere visitare Food For The Eyes. È una mostra eccezionale che esplora non solo le fotografie di cibo, ma anche e soprattutto la cultura del cibo nelle fotografie. L’esposizione si apre con alcune foto storiche e poi via via si arricchisce di scatti non necessariamente disposti in ordine cronologico. Tutti estremamente interessanti. Le opere di fine art si alternano con i lavori dei grandi fotografi di moda, immagini di fotogiornalismo e scatti pubblicitari.
C’è l’immagine di un avocado immortalato nel 1936 da Paul Outerbridge, cioè quando era già tornato negli Stati Uniti dopo il suo periodo parigino nel quale aveva frequentato Man Ray, Marchel Duchamp e Berenice Abbott. Le condizioni un po’ malconce dell’avocado sono strane per un fotografo commerciale affermato come lui e i curatori ipotizzano che si sia trattato di una decisione precisa per aggiungere un tocco di originalità all’immagine.
Il Polaroid di una banana fotografata da Andy Warhol rischia di passare quasi inosservato al visitatore frettoloso perché piccolo rispetto ad altre opere. D’altra parte, anche la grande stampa di Cindy Sherman potrebbe non essere riconosciuta a colpo d’occhio perché diversa da altri suoi autoritratti. In questa immagine, dalla serie Disasters, l’artista appare solo riflessa in un paio di occhiali da sole dimenticati in mezzo ai resti di gozzovigli in spiaggia, tra pasticcini e creme solari (e quello sulla destra sembra proprio essere vomito). Una inquietante allegoria di consumi compulsivi e rapporto complicato con il corpo.
Un divertente ritratto scattato da Robert Doisneau a Pablo Picasso mentre si sedevano a tavola per mangiare insieme, mostra il famoso pittore con due pagnotte che sembrano essere le sue mani. Su un altro muro, da una gigantografia la popolazione balneare fotografata agli inizio degli anni ’80 a New Brighton da Martin Parr pare quasi mischiarsi con i visitatori della mostra. È una folla vorace che si accalca per consumare un hot dog tra bottiglie e posate di plastica. Possiamo immaginarci che tutto sembrasse molto normale e ordinario ai presenti nel momento in cui la foto è stata scattata, ma la fotografia decontestualizza la situazione e ne fa apparire il lato grottesco.
Una delle foto più belle in mostra è la famosa Frozen Foods di Irving Penn che rende straordinariamente eleganti le forme di frutti congelati sapientemente composti per proporzioni e colori. L’immagine è del 1977, dunque più recente rispetto alle immagini iconiche maggiormente conosciute del grande fotografo. Lo scatto è stato eseguito proprio mentre il cibo cominciava a scongelarsi e attraverso il sottile strato di ghiaccio si possono intravedere i colori dei frutti.
Di fianco, quattro stampe di Nobuyoshi Araki della serie The Banquet (1993) che hanno lo stesso impatto inquietante e viscerale dei celebri nudi del fotografo giapponese. Poco più in là, una immagine iconica di Henry Cartier-Bresson del1936 che è stata paragonata ai pic-nic di Mondrian o di Manet per come descrive i piaceri semplici di una giornata di relax e la condivisione un pasto. Un altro bianco e nero di grande impatto è il ritratto di Weegee dal lungo titolo “Phillip J. Stazzone is on WPA and enjoys his favourite food as he’s heard that the Army doesn’t go in very strong for serving spaghetti”. L’immagine è del 1940, dunque siamo in piena Grande Depressione, la WPA (Works Progress Administartion) era il progetto finanziato dal Congresso americano che diede lavoro a milioni di persone in un momento drastico nel quale il cibo non era dato per scontato.
Ci sono poi due immagini provocatorie e surrealiste di Guy Burdin, la donna che cucina indossando gioielli di Bulgari di Helmut Newton, una Lily Cole di fronte ad un albero che germoglia gelati nato dalla fantasia visionaria di Tim Walker, un’istantanea del 1973 di Nan Goldin, la foto aerea del banchetto organizzato recentemente dall’artista francese JR al confine tra Stati Uniti e Messico, una grande serie di improbabili ricette Weight Watchers degli anni ’50 che non sembrano neppure commestibili e poi libri di cucina, ricettari, editoriali still-life, due installazioni video, immagini di fotografi meno noti… impossibile citarli tutti.
Ci sono anche immagini di sconosciuti commensali intorno a tavole imbandite per le feste che ci mostrano come le foto di gruppo vicino al cibo siano negli anni divenute una parte del rito di mangiare insieme. Compleanni, Natali, pic-nic, matrimoni… l cibo unisce le famiglie, i parenti, gli amici e quale momento migliore per scattare una foto ricordo?
Food For The Eyes è una mostra molto interessante e ricca, splendidamente curata da Susan Bright e Denise Wolff e organizzata da Aperture Foundation, New York, in collaborazione con C|O Berlin.
Food for the Eyes
The Story of Food in Photography
C/O Berlin Foundation
Amerika Haus . Hardenbergstrasse 22–24 10623 Berlin