Il 3D non ha ancora preso piede, anzi, al cinema è già stato praticamente (e bonariamente) bandito a causa dei mal di testa generalizzati degli spettatori, ma anche a causa del fatto che in fin dei conti, che ci piaccia o meno -e “ci piaccia” (cit.)-, il 4K al cinema permette la miglior visione in assoluto su grande schermo, soprattutto per un tempo prolungato.
Nonostante questo il fascino della stereoscopia è sempre stato alto nel settore fotografico: prima, a partire dal 1830 circa, per una visione “3D” bisognava affidarsi a particolari apparecchi come gli stereoscopi, mentre a partire da metà del ‘900 cominciarono ad apparire le prime macchine, come le Kodak. Dato che il funzionamento è rimasto invariato rispetto a due secoli fa, ad oggi sul mercato troviamo visori, come i Google Cardboard o il visore di Brian May (sì proprio colui che fondò i Queen assieme a Freddie Mercury e Roger Taylor nonché socio della London Stereoscopic Company), che non differiscono nel funzionamento rispetto a quelli del passato: due fotografie affiancate della stessa scena viste attraverso un “binocolo” che le sovrappone e ne da un’immagine unitaria e “profonda”. Tutto ciò non è da confondere con i vari Oculus Rift, Microsoft HoloLens e HTC Vive che propongono una visione sì a realtà aumentata ma anche interattiva. Nella stereofotografia l’interazione non c’è.
Ora un’azienda cinese, la Weeview Inc., cerca di entrare in questo minuscolo mercato con un nuovo apparecchio chiamato Eye-Plug: nella sostanza è una minuscola fotocamera che si monta su un qualsiasi device Android dotato di connettore Type-C per renderlo così dual-cam. Una volta montata sul telefono o sul tablet, attraverso l’applicazione si potranno scattare foto stereoscopiche da rivedere poi attraverso un visore. Non solo, si potrà giocare anche con il re-focus..cosa che però già molti smartphone fanno autonomamente. Il prodotto potrebbe far capolino a fine anno ad un costo bassissimo di 35 dollari.
Il problema di base di questo nuovo accrocchio però c’è, e non ha nulla a che fare con il fatto che la stereofotografia piaccia o meno, bensì ha a che fare con la qualità dell’immagine prodotta: Eye-Plug, anche se non sappiamo nulla delle dimensioni del sensore (solo che avrà apertura f/2 e che la qualità video si fermerà all’HD a 30fps), è una vera e propria fotocamera. Due immagini identiche, prese con fotocamera differenti, saranno quindi totalmente diverse l’una dall’altra per una semplice questione di qualità: colori, risoluzione e bilanciamento del bianco. Per carità, ad un prezzo simile forse troppi dubbi non si pongono, almeno per un suo utilizzo ludico, però la domanda sorge spontanea: a chi interesserà un prodotto simile?
Per vedere qualche scatto fatto con il prodotto beta, c’è una pagina Instagram