Una settimana fa Canon ha presentato ufficialmente le nuove mirrorless Full Frame Canon EOS R5 ed EOS R6 (assieme a ben tre ottiche RF) ma alcuni fotografi che le hanno ricevute in anteprima hanno lamentato problemi di surriscaldamento eccessivo durante l’utilizzo, situazione che ha poi portato al blocco delle macchine. Canon in queste ore ha diramato una nota ufficiale con la quale chiarisce alcuni aspetti di ripresa.
Tecnologicamente Canon EOS R5 è ora il modello da battere anche perché è l’unica in grado di registrare in qualità Raw 8K/30p a pieno sensore e in 4K a 120 fps. Ma purtroppo ci sono dei limiti “fisici” a tutto questo, uno di essi è il surriscaldamento che porta allo stop delle riprese. Stesso discorso, per quanto sia un gradino sotto in quanto a potenzialità, per quanto riguarda EOS R6. Canon quindi ha deciso di chiarire ogni dubbio sul corretto utilizzo di EOS R5 ed EOS R6 con la tabella che proponiamo qui sotto:
Come si può notare i tempi limite di operatività sono così calcolati a fronte di un’ipotetica temperatura ambiente esterna di 23°, con temperature più alte o più basse il minutaggio potrebbe cambiare. Le uniche soluzioni che consentono la registrazione per un tempo illimtato senza subire gli effetti del surriscaldamento sono le opzioni 4K/30p crop e no crop, tutte le altre – dal Raw 8K/30p al 4K/30p High Quality – hanno un’autonomia compresa tra i 15 e i 35 minuti, fino ad arrivare ai 40 minuti su EOS R6 in 4K/30p crop. Altra cosa interessante è il recovery time, ovvero il tempo che si dovrà aspettare prima di riprendere le riprese e la loro durata effettiva dopo il breve stop di raffreddamento – sempre con una temperatura ipotetica ambientale di 23° – che riportiamo qui sotto:
I consigli di Canon per massimizzare queste prestazioni sono quelli di spegnere la fotocamera tra una ripresa e l’altra, di non posizionarla alla luce diretta del sole e di “utilizzare una ventola esterna” per il raffreddamento. Questa ultima postilla ha generato non più di una perplessità, soprattutto se prendiamo a paragone Panasonic Lumix S1H: su quel modello è stato infatti utilizzato un innovativo sistema di raffreddamento mediante ventole interne molto silenziose che, durante le riprese, vanno a raffreddare il corpo macchina. In questo caso Canon ha specificato che sarebbe stato impossibile utilizzare la stessa soluzione poiché avrebbe impattato negativamente su peso, dimensioni e resistenza agli elementi.