Il fotografo canadese Edward Burtynsky vince il premio Outstanding Contribution to Photography dei Sony World Photography Awards 2022. Come sempre, ad annunciarlo è la World Photography Organisation.
Il premio Outstanding Contribution to Photography viene riconosciuto a singoli individui o gruppi di persone che hanno avuto un forte impatto sulla fotografia. Burtynsky nasce nel 1955 a St. Catharines (Ontario) da una famiglia di origini ucraine; nel 1982 consegue una laurea in fotografia e media presso l’Università Ryerson. È cresciuto guardando le navi da carico attraversare il porto della sua città, affascinato dall’occupazione del padre alla General Motors; Burtynsky è rimasto colpito dalla vasta portata delle attività produttive umane, che hanno stimolato la sua fantasia ed esercitato un’influenza diretta sul suo stile. Le sue immagini indagano sull’effetto che l’uomo sta provocando sul pianeta. I suoi panorami alterati dall’uomo mettono a nudo lo spaventoso livello di distruzione di cui capitalismo e consumismo sono responsabili.
Ritratte prevalentemente dall’alto, le viste di catene montuose sfregiate, bacini d’acqua prosciugati, cave, miniere, terreni agricoli e città diffuse sono distillate in astrazioni pittoriche di forme e colori. In particolare le composizioni studiate di Burtynsky hanno la capacità di conquistare lo sguardo dello spettatore con la loro bellezza estetica; mostrano dettagli inquietanti che emergono a poco a poco, rivelando l’entità della devastazione.
Come ha detto lo stesso autore – “Sono entusiasta di accettare questo riconoscimento. In questi 40 anni di lavoro, ho avuto il privilegio di vedere il mondo, comprendere i problemi che stiamo affrontando ed esserne testimone con la mia fotocamera.”.
La mostra si terrà, come di consueto, presso la Somerset House di Londra e vi saranno esposti oltre dodici dei suoi capolavori. Tra tutte, la più significativa, Oil (2009) sviluppata nell’arco di 12 anni, che racconta il ciclo del petrolio dall’estrazione fino alla distribuzione e all’uso quotidiano, Africa (2022), che getta uno sguardo sul paesaggio naturale africano e sulle aree trasformate dall’estrazione delle risorse, Salt Pans (2016), Water (2013) e Railcuts (1985).