Nel 2013 aveva una struttura composta da soli 3 obiettivi, nel 2015 siamo passati a 10. Si tratta di Dragonfly, il più piccolo telescopio astronomico professionale in circolazione di proprietà del Dipartimento di Astronomia e Astrofisica dell’Università di Toronto che, opportunamente modificato, risulta essere nonostante tutto uno dei più potenti per la visione di tutti quei dettagli estremamente deboli intorno alle galassie.
Il segreto è la sua composizione e la struttura degli obiettivi utilizzati: su Dragonfly sono infatti montati ben 10 obiettivi Canon 400mm f/2.8 L IS II (per replicare la visione dell’occhio di una libellula, appunto) che, neanche a dirlo, gli scienziati sostengono diano risultati 10 volte superiori rispetto ai telescopi rivali. Tutto questo è permesso dal nano-rivestimento proprietario presente sull’ottica, che consente di eliminare l’interferenza della luce indesiderata nata dai riflessi interni in modo da poter comporre un’unica immagine.
Qui l’esempio di una Galassia che il Dragonfly è riuscito ad immortalare.