X
Entra
Accedi
Ho dimenticato la password
X
Se il tuo indirizzo è presente nel nostro database riceverai una mail con le istruzioni per recuperare la tua password

Chiudi
Reset password
Inserisci il tuo indirizzo email nella casella sottostante e ti invieremo la procedura per resettare la password
Invia
X
Grazie per esserti registrato!

Accedi ora
Registrati
Registrati
Ho dimenticato la password
Fotografia.it

Cos’è un sensore pazialmente Stacked?

Francesco Carlini | 21 Giugno 2024

Cavallo di battaglia della nuova Nikon Z6 III è un sensore “parzialmente Stacked” da 24 Mpxl, una vera novità in questo segmento. Ma cos’è ed in cosa si differenzia da un classico sensore impilato?

fotopuntoit_nikon_sensore-parzialmente-stacked_1
Il sensore di Nikon Z6 III

Forte delle sua tecnologia, Sony è sempre stata la prima azienda ad innovare nel segmento mirrorless. Uno dei veri punti di svolta è stata la creazione di un sensore Stacked, impilato su più strati: il primo è quello composto dai pixel che catturano la luce, il secondo contiene la circuiteria e ha una memoria integrata (DRAM), il terzo è quello del processore d’immagine. Grazie a questa struttura la velocità di lettura e scrittura dell’immagine viene aumentata di circa venti volte se paragonata a quella di un classico sensore CMOS, permettendo la registrazione di video 6K/8K, slowmotion fino a 240 fps, raffiche fino a 120 fps e calcoli esposimetrici fino a 60 volte al secondo.

fotopuntoit_sony_sensore-stacked_1
Il sensore stacked di Sony

Ma un sensore di questo tipo è molto costoso e questo, assieme all’approvvigionamento dei materiali costruttivi, è una delle cause per cui il prezzo delle fotocamere di oggi si è stanziato verso l’alto. Per poter quindi offrire una macchina prestazionale che “abbagliasse” la concorrenza pur mantenendo un prezzo umano, Nikon ha deciso di trovare un compromesso che mettesse d’accordo tutti: un sensore parizalmente Stacked dove la circuiteria non è spalmata interamente nel secondo strato.

fotopuntoit_Nikon_z6iii_sensor
Il sensore parzialmente stacked di Nikon Z6 III

Nei comunicati di Nikon si aggira sempre il punto cardine, non si spiega precisamente cosa sia e come funzioni. Ma, come sempre, in aiuto arrivano le immagini. Come si può notare infatti il sensore si presenta con due “bande”, una in alto ed una in basso. Ed è al loro interno che è stoccata la circuiteria, lasciando quindi al secondo strato unicamente la memoria DRAM che serve a gestire il buffer della fotocamera. In questo modo quindi si possono raggiungere velocità ottimali, quali da top di gamma, facendo salvi i costi di sviluppo (che incidono poi sul portafoglio): raffica fino a 120 fps, video 6K/60p e una velocità di lettura/scrittura invidiabile anche dalle vere e proprie ammiraglie.

Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
  • Cerca

  •