È questo il titolo del comunicato stampa che mi è appena arrivato. Solitamente i titoli si cambiano, si interpretano..ma non questa volta, dato che rappresenta appieno il concetto, anzi, la storia, che sto per raccontare. Protagonisti di questa storia ai più sconosciuta sono i due fotografi Jun Miki – pioniere del fotogiornalismo giapponese – e […]
È questo il titolo del comunicato stampa che mi è appena arrivato. Solitamente i titoli si cambiano, si interpretano..ma non questa volta, dato che rappresenta appieno il concetto, anzi, la storia, che sto per raccontare.
Protagonisti di questa storia ai più sconosciuta sono i due fotografi Jun Miki – pioniere del fotogiornalismo giapponese – e David Douglas Duncan – affermato fotografo americano – e un’azienda, la Nippon Kogaku K.K...oggi conosciuta al mondo solo come Nikon. Una storia cominciata quasi per caso e che è diventata qualcosa di più con il passare del tempo.
«Il mio legame con Nikon è qualcosa che va oltre l’amicizia. L’amicizia può essere anche occasionale. Tutto questo non lo è. È per sempre»
Entrambi i fotografi lavoravano per Life Magazine ed entrambi erano a Tokyo nel 1950. Miki si presentò in ufficio da Douglas e gli chiese se potesse fargli un ritratto..era praticamente sera, c’era poca luce, ma questo non fermò Miki dallo scattare. Nonostante le incertezze di Duncan circa il risultato, il giorno dopo Miki si presentò con una stampa 10×8 praticamente perfetta nonostante le condizioni nelle quali era stata fatta.
La curiosità fece il resto. Miki aveva utilizzato un obiettivo (un Nikkor P.C 85mm f/2) di una marca locale, un’azienda conosciuta solo sul territorio giapponese con il nome di Nippon Kogaku. Duncan a quel punto volle vederci più chiaro e convinse il collega a metterlo in contatto con Masao Nagaoka, Presidente a quei tempi della Nikon, che li invitò nella fabbrica dove venivano prodotte le ottiche. Dopo aver visto stabilimento e produzione, Duncan decise che da quel momento in poi avrebbe utilizzato solo ottiche Nikon su corpi Leica..e così fece.
Poco dopo, nel giugno del 1950, partì per coprire la guerra di Corea. Da quel momento le sue immagini parlarono per lui ma la cosa che più incuriosiva gli altri reporter americani erano sempre quegli strani obiettivi che si portava dietro, a loro chiaramente sconosiuti. Le sue immagini della guerra furono sulle prime pagine di Life Magazine e quegli scatti catturarono l’attenzione anche del New York Times che poco dopo uscì con un articolo titolato “Japanese Camera”, puntando l’attenzione proprio su quella sconosiuta fabbrica giapponese.
Da quel momento le sorti di Nikon, e di un Giappone che era appena uscito devastato dalla Seconda Guerra Mondiale, cambiarono drasticamente: grazie a quella “pubblicità” partì una incessante e progressiva diffusione di macchine fotografiche e obiettivi Nikon al di fuori dei confini giapponesi creando quella che è l’azienda di oggi.
Qui sotto, l’intervista completa. L’ultima rilasciata da Duncan all’età di 97 anni.