“Portare un messaggio di speranza, una richiesta di aiuto.”. La fotografa e autrice Sara Melotti racconta con il reportage Children of the Camps i sogni di chi è bloccato in quel limbo chiamato campo rifugiati; l’ONG Terre des Hommes cerca di alleviare le sofferenze e le mancanze in cui vivono queste persone.
A marzo Sara si è recata in Kurdistan per visitare e dar voce alle vite che riempiono i campi per rifugiati e per sfollati interni. Attraverso un toccante video e le fotografie scattate racconta l’esperienza della guerra e i segni, visibili e invisibili, che infligge a chi l’ha vissuta. Non si può dimenticare la situazione in cui vivono queste persone, la cui istruzione, salute e sostentamento dei semplici bisogni primari, dipendono esclusivamente dal lavoro di organizzazioni come Terre de Hommes e dalle donazioni internazionali.
Il reportage Storie dall’Iraq è realizzato per Terre des Hommes, ONG che lavora da molti anni per garantire istruzione, assistenza medica e psicosociale, fisioterapia, protezione e diritti a chi si trova nei campi del Kurdistan iracheno. Canon Italia ha supportato il viaggio in solitaria di Sara con una Canon EOS R per realizzare i ritratti e una Powershot G7X Mark III. Questi volti, queste storie, questi bambini ci restituiscono quell’umanità che i numeri terribili di questa crisi ormai non riescono più a trasmetterci.
“Ora che ho visto i suoi segni con i miei occhi lo penso ancora più intensamente di prima: la guerra è la più grande vergogna dell’umanità. La guerra distrugge vite, devasta popoli, separa famiglie. La guerra non deve più esistere.”
Sara Melotti
Le storie sono tante. C’è quella di Ahmed e Ali, fratelli che vivono nel campo di Harsham, nei pressi di Erbil; soffrono di una rara forma di distrofia muscolare che rende camminare molto doloroso. C’è quella di Kahled, un brillante dodicenne che vive nel corpo di un bambino piccolo a causa di una malattia rara che si chiama osteogenesi imperfetta; le sue ossa sono talmente fragili che si spezzano a toccarle e trascorre le sue giornate vivendo su questo cuscino all’interno di una tenda. C’è quella di Abderrahman, un poeta al quale è stata rubata la famiglia dall’ISIS e che ora deve accudire i suoi sei fratelli.
C’è quella di Ahlam, una bomba le ha portato via le gambe mentre passeggiava per Mosul; ora non può andare a scuola a causa della difficoltà di spostarsi su terreni sterrati con la sedia a rotelle. Quella di Jamila, una ragazza alla quale l’ISIS, dopo aver preso il controllo del suo villaggio, è stato impedito di studiare e che combatte ogni giorno contro la depressione. Quella di Hadeel, Shekmos e Salama che hanno perso la loro famiglia sotto i bombardamenti in Siria e che ora se la devvono cavare da soli.
Sono storie che restano ai margini. Storie che in molti, troppi, non vedono. Storie che spesso vengono di proposito ignorate. Sono storie che invece dovrebbero essere sempre al centro dell’attenzione, di cui si parla poco, per le quali si fa poco. Terre de Hommes e le istituzioni internazionali cercano di fare il possibile ma non riescono a fare tutto da sole; le donazioni sono una parte fondamentale, necessarie per dare un aiuto aggiuntivo, per cercare di garantire un futuro a tutti.
Per non lasciarli soli.
Ecco i riferimenti per le donazioni. Anche un piccolo aiuto può are la differenza.