Oggi il razzismo -forse – non è così lampante, ma nascosto tra parole semplici o magari non dette e atteggiamenti più o meno espliciti; è "molto più discreto" di un tempo, una leva per alcune nuove teorie neorazziste che serpeggiano non solo negli ambienti più nascosti della società ma che riescono ad influenzare politica e cittadini di ogni estrazione sociale e che comprendono ogni forma di discriminazione basata sulla razza, il colore della pelle, la religione, il sesso o le origini. Per questo bisogna guardare al passato con attenzione. Soprattutto se il passato è così recente.
"I Have A Dream – La lotta per i diritti civili degli Afroamericani. Dalla segregazione razziale a Martin Luther King" racconta la segregazione e lo sfruttamento degli afroamericani nella "terra della libertà" tra la fine della Guerra Civile Americana e gli anni ’60 del Novecento attraverso una galleria di circa 200 immagini (stampate e a monitor) provenienti da istituzioni quali la Library of Congress e la National Archives and Records Administration. Foto di autori e maestri come Dorothea Lange, Lewis Hine, Arthur Rothstein, Marion Post Wolcott, Jack Delano e Gordon Park narrano la persecuzione razziale subita dagli afroamericani negli Stati Uniti, un apartheid che si applica ovunque, dalle scuole, ai cinema, agli ospedali. Ma la lotta per i diritti non si esaurì nel secondo dopoguerra: negli anni ’60 la figura di Martin Luther King fu fondamentale per portare l’attenzione su questo tema. Riuscì a smuovere le coscienze anche grazie al supporto di personaggi "bianchi" importanti, come star del cinema e della musica, fino a giungere direttamente alla presidenza, da John Kennedy prima a Lyndon B. Johnson poi.
Questa mostra racconta la storia attraverso la fotografia.
I Have A Dream
c/o La Casa di Vetro
Dal 31 marzo al 23 giugno 2018