Il lavoro di Andrea Dani è particolare. Non vi è unicità di luogo, non di tempo e nemmeno una (comoda) continuità tecnica dettata dall’impiego di una stessa focale o di uno stesso stile di editing. Eppure questi scatti si riconoscono tutti come facenti parte di un medesimo progetto. Da questo punto di vista riuscire a mantenere un filo conduttore pur offrendo fotogrammi estremamente variegati è una dote prettamente reportagistica che non si improvvisa affatto. In secondo luogo il racconto dell’autore, prima ancora di leggerne le parole, è riuscito a comunicare da subito il senso di separazione dello stesso dai figli e dalla famiglia che è condiviso da molti per ragioni le più disparate. Ebbene questo senso di ulteriore isolamento nell’isolamento emerge forte dagli scatti dell’autore che lo affronta con piglio fotogiornalistico dei più limpidi e con tecnica oltremodo pragmatica. EGT.
Ecco la breve cronistoria della mia quarantena un po’ particolare.
Livorno 7 marzo 2020. Con le scuole chiuse ma tutte le attività ancora funzionanti l’idea era quella di portare mia moglie Sara (originaria di Roma) e i miei figli Alessio (7 anni) e Anna (6 anni) a Roma dai nonni, per poi riprenderli il weekend successivo, avendo io impegni lavorativi a Livorno durante la settimana.
Ciò che è successo dopo era però impensabile.
Il 10 marzo l’Italia viene bloccata, il 12 marzo viene proclamata la pandemia, il 13 e 14 marzo una leggera febbre e una fastidiosa tosse (fortunatamente durati solo 2 giorni) mi fanno pensare al peggio… e le notizie che arrivano dai TG sono drammatiche.
Decido quindi di isolarmi dal mondo per 20 giorni, con la famiglia a 300 km di distanza (in buone mani, ovviamente) e il mondo fuori che si ferma.
Le giornate scorrono tra smart-working, voglia irrefrenabile di avere notizie su quello che succede fuori ad ogni ora, le conferenze della Protezione Civile con i loro numeri, la vita fuori vista dal mio balcone, la famiglia vista tramite video-chiamata, mia sorella che mi porta la spesa (lasciandola fuori dalla porta), il tavolo della sala che diventa il centro del mio universo, il 31 marzo con le bandiera a mezz’asta e io che esco trovando la mia città completamente vuota.
Giorni di paura, di apprensione, di disperazione, di silenzi e di calma, dove ho pianto e riso da solo… giorni che volevo immortalare ed è quello che ho fatto.
Questa è stata la mia quarantena nel mese di marzo… oggi 10 aprile, dopo più di un mese, la mia famiglia è riuscita a tornare a casa… inizia per me la quarantena 2.0!
Andrea Dani
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