X
Entra
Accedi
Ho dimenticato la password
X
Se il tuo indirizzo è presente nel nostro database riceverai una mail con le istruzioni per recuperare la tua password

Chiudi
Reset password
Inserisci il tuo indirizzo email nella casella sottostante e ti invieremo la procedura per resettare la password
Invia
X
Grazie per esserti registrato!

Accedi ora
Registrati
Registrati
Ho dimenticato la password
Fotografia.it

Canon EOS R – Prova sul campo

Eugenio Tursi | 20 Marzo 2020

Per la sua mirrorless Full Frame Canon ha scelto un approccio differente rispetto alla consueta esperienza d’uso di una reflex. Si scopre una flessibilità d’uso maggiore, ben espressa dalla modalità Fv o dalla Touch Bar. La Eos R è priva dello stabilizzatore a sensore, ma le nuove ottiche saranno in genere stabilizzate. Nell’arco di poche settimane ho tenuto in mano tre modelli di mirrorless Full Frame differenti, tutti destinati ad un impiego che potrei definire “evoluto”. Canon, con la serie Eos R, risponde ai concorrenti con un corpo macchina certamente evoluto, ma configurato in modo differente in termini di utilizzo sul campo. E’ un approccio che porta a due interessanti considerazioni; la prima riguarda la nuova verve che la tecnologia mirrorless è in grado di portare al settore fotografico con modelli dall’impiego più flessibile rispetto ai corpi reflex che scontano vincoli costruttivi più stringenti. La seconda considerazione riguarda la strategia con cui i diversi produttori cercano di differenziare la propria offerta. Maneggiando infatti la nuova Eos R ho avuto la sensazione che Canon abbia cercato di proporre qualcosa di nuovo: non vuole emulare una reflex, né ripercorrere l’esperienza della serie M, e questo mi porta ad una terza considerazione. Oggi i produttori non tendono a diversificarsi per le prestazioni strettamente tecniche, quando per lo “spirito” di impiego delle fotocamere. Sotto un differente punto di vista: ha più possibilità di colpirci uno scatto dalla visione originale, o uno incredibilmente definito?

Eugenio Tursi
Nato a Firenze nel 1974, ho fatto tutto al contrario. Dia prima, camera oscura dopo. Prima dell'Hasselblad avevo già la digitale. Ho imparato da Alpino, frequentando ed insegnando poi in scuole di fotografia milanesi. Scrivo dal 1999, mi laureo in Informatica e ricollego il tutto alla fotografia digitale. Faccio anche il fotografo freelance oltre a coordinare Progresso Fotografico che conobbi nel 1995. Mi hanno insegnato 'qualcosa’ Leonardo Brogioni, Roberto Signorini, Gerardo Bonomo.
  • Cerca

  •  

  • Ultime News