Per la sua mirrorless Full Frame Canon ha scelto un approccio differente rispetto alla consueta esperienza d’uso di una reflex. Si scopre una flessibilità d’uso maggiore, ben espressa dalla modalità Fv o dalla Touch Bar. La Eos R è priva dello stabilizzatore a sensore, ma le nuove ottiche saranno in genere stabilizzate. Nell’arco di poche settimane ho tenuto in mano tre modelli di mirrorless Full Frame differenti, tutti destinati ad un impiego che potrei definire “evoluto”. Canon, con la serie Eos R, risponde ai concorrenti con un corpo macchina certamente evoluto, ma configurato in modo differente in termini di utilizzo sul campo. E’ un approccio che porta a due interessanti considerazioni; la prima riguarda la nuova verve che la tecnologia mirrorless è in grado di portare al settore fotografico con modelli dall’impiego più flessibile rispetto ai corpi reflex che scontano vincoli costruttivi più stringenti. La seconda considerazione riguarda la strategia con cui i diversi produttori cercano di differenziare la propria offerta. Maneggiando infatti la nuova Eos R ho avuto la sensazione che Canon abbia cercato di proporre qualcosa di nuovo: non vuole emulare una reflex, né ripercorrere l’esperienza della serie M, e questo mi porta ad una terza considerazione. Oggi i produttori non tendono a diversificarsi per le prestazioni strettamente tecniche, quando per lo “spirito” di impiego delle fotocamere. Sotto un differente punto di vista: ha più possibilità di colpirci uno scatto dalla visione originale, o uno incredibilmente definito?