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Fotografia.it

PhotoContest Riflessi: quando realtà e sogno si fondono

Concorso Concluso
Primo premio
Giancarlo Melloni
<Nessun titolo>
&lt;Nessun titolo&gt;
Primo premio Ex-Equo
Gianni Pezzotta
Bicicletta (Alzaia naviglio Grande)
Bicicletta (Alzaia naviglio Grande)
Terzo premio
Gianni Boradori
Pediluvio a Palazzo Vecchio
Pediluvio a Palazzo Vecchio
Quarto premio
Roberto Bottazzo
<Nessun titolo>
&lt;Nessun titolo&gt;
Quinto premio
Gino Basso
Riflessi allo specchio
Riflessi allo specchio
Sesto premio
Riccardo Surace
MERC4TO
MERC4TO
Settimo premio
Sergio Bellavista
Autoritratto
Autoritratto
Ottavo premio
GianFranco Talarico
Tra le nuvole
Tra le nuvole

La valutazione della giuria

Abbiamo scelto il tema I riflessi per uscire dai temi classici; si sa che quando viene lanciato un nuovo concorso i fotografi guardano nel loro archivio per cercare lo scatto adatto. In questo caso non era possibile, o comunque difficile.

E’ stato quindi un piacere guardare queste immagini in cui gli autori hanno giocato con la loro fantasia guardando la realtà in modo diverso, come una “non-realtà”; ecco proprio la fantasia, la creatività rendono particolari queste immagini.

Abbiamo assegnato il primo premio ex-equo a Giancarlo Melloni e Gianni Pezzotta: le loro immagini sono diverse, ma entrambe coinvolgenti, oltre che perfettamente realizzate tecnicamente.

Molto bella anche l’immagine di Gianni Boradori: un piccione che non si sa se reale in una pozzanghera del selciato; la tonalità monocromatica è perfetta.

Di Roberto Bottazzo abbiamo scelto due fotografie, entrambe buone; personalmente preferisco quella della vetrina in cui realtà e riflessi si fondono a formare una nuova realtà.

Gino Basso propone un’immagine apparentemente semplice, ma perfettamente costruita sia come inquadratura che nel rapporto tra i colori, con quell’atmosfera di mistero che avvolge il bosco, indefinito

Nel caso dell’immagine di Riccardo Surace non possiamo parlare di “veri” riflessi; sembrerebbe un gioco con il flash in slow-sync, ma come fascino si può assimilare al nostro tema.

Sergio Bellavista ha giocato con l’effetto fisheye per esaltare i riflessi su quelli che sembrano dei lampadari; il risultato colpisce per l’atmosfera extra-terrestre.

Nella foto di Gianfranco Talarico i riflessi dei manichini e dei palazzi si fondono a creare un’immagine in cui delle persone sembrano camminare verso il cielo fino a perdersi. Emozionante.

 

Un articolo dedicato al tema “i riflessi”

Un classico riflesso come quello di uno specchio d’acqua può ospitare una miriade di soggetti differenti. Non è inoltre detto che solamente un vasto oceano o un lago sconfinato siano le superfici più adatte per essere sfruttate come piano riflettente: in ambito urbano una fontana o una pozzanghera rimasta dopo uno scroscio d’acqua posso fornire i medesimi spunti! Se non addirittura più creativi. Nella composizione valutate sempre il peso del ‘doppio’, il doppio apporto di ombre e luci, la distanza del ‘doppio’ per collocare opportunamente il piano di messa a fuoco.

Riflessi e… compagnia bella.

Ecco il nuovo concorso sui riflessi e… compagnia bella: flare, ombre, doppie esposizioni e trasparenze! Insomma: un concorso su tutto ciò che non è solo reale ma lo è… doppiamente! La piccola galleria qui sotto ne è un esempio. I riflessi del sole sulle superfici così come una doppia esposizione che dia l’idea del doppio soggetto creato da un riflesso. E un’ombra? L’ombra non è propriamente un riflesso ma semmai un’entità che ‘toglie’ al riflesso della luce una parte leggibile. Attenzione dunque a motivare (con la foto) le vostre intenzioni! Non cercate però i riflessi unicamente in uno specchio d’acqua: anche la pelle bagnata riflette, così come l’asfalto o la sabbia in estate. E non scordiamo la trasparenza di una vetrata che trattiene qualche cosa di ciò che le sta davanti, o dietro. Nel giudizio saremo aperti ad ogni interpretazione: sta a voi essere in grado di stupirci!

Vogliamo estendere il senso del riflesso anche in direzione di tecniche fotografiche che, pur prendendo spunto da soluzioni differenti, riescono a comunicare a chi guarda il medesimo senso di straniamento che una doppia immagine può generare ad un primo sguardo. La velatura di una finestra, pur irriconoscibile è l’esempio più prossimo al genere che proponiamo. Ma anche il proiettarsi dei raggi di luce su un muro o sul terreno, comprendendo perfino delle doppie esposizioni sapientemente pesate ma perfino il ritaglio di un’ombra che interrompe il riflettersi della luce… Insomma: non solo riflessi in quanto tali ma attenzione in questi casi… dovrete essere molto convincenti!

Qualche esempio per iniziare

Abbiamo raccolto qualche esempio di ‘riflesso’ tra generi fotografici cui normalmente non si pensa nell’udire in prima istanza tale definizione. Il ritratto per esempio. Una scheggia di uno specchio frantumato è chiaramente un buono spunto utile al fine di generare un ritratto riflesso ed uno degli escamotage più riusciti al fine di rendere questa applicazione proficua sta nell’inserire all’interno dello scatto anche una parte di contesto che crei una sorta di ambiente ova far vivere lo sguardo di chi sta all’interno del vetro. Nondimeno per quest’ultimo andranno curate esposizione, composizione e messa a fuoco proprio come se stessimo di fronte all’originale! Riflessi sono anche quelli, indistinti o a volte leggibilissimi, che si intuiscono all’interno di una vetrina oltre la quale vive il soggetto fulcro del nostro ritratto. Queste presenze velata, ectoplasmatiche, creano uno strato grafico ed astratto che riesce spesso a creare un’atmosfera unica attorno al soggetto principale della ripresa.

Anche la città, l’ambiente urbano, è uno scenario eccellente ove contestualizzare una ripresa avvalorata da un riflesso! Senza scomodare i casi in cui uno specchio d’acqua si renda disponibile (fontane, pozzanghere, piccoli laghetti cittadini o altro ancora) al fine di servire da superficie riflettente, è bene abituarsi ad osservare la realtà da punti di vista differenti… da angoli differenti… soprattutto quando questi angoli sono estremamente ridotti! Questo giro di parole per suggerirvi come anche i materiali normalmente impiegati nell’edilizia urbana, soprattutto i rivestimenti murali o i lastricati pedonali, possano divenire specchi efficaci quando osservati da angolazioni estremamente ridotte. Un po’ quello che accade d’estate in autostrada quando è il riverbero degli strati caldi d’aria a consentirci di osservare taluni tipi di ‘miraggio’ dall’altezza del nostro abitacolo. Se poi la città in cui vivete è particolarmente moderna avrete un’ampia scelta di superfici verticali metalliche o vetrate cui affidarvi per raccogliere vedute Street raddoppiate nel loro effetto narrativo. Buona caccia!

Un ragionamento che mi pare sempre interessante parlando di riflessi e di trasparenze riguarda proprio il vetro. Il vetro è un materiale fotograficamente eccezionale, non solo per il fatto che esso è il costituente degli obiettivi che consentono alla fotografia di esistere! Già, ma pensando proprio a questi particolarissimi ‘vetri’, viene da chiedersi come mai potremmo riuscire a vedere. o fotografare, un bicchiere, una bottiglia o un qualsiasi altro contenitore di vetro se essi fossero realmente e totalmente trasparenti?! Il motivo è semplice ed evidente: il vetro non è soltanto trasparente ma anche riflettente e trasmittente. Ciò che vediamo di una bottiglia o di un bicchiere è la luce che contro di esso rimbalza altrove o quella che vi passa attraverso ma viene deviata, modificata. Fotografare un ‘vetro’ vuol dire fotografarne i riflessi o ciò che il suo potere di ‘lente’ ci trasmette. Chi fa still life lo sa bene e sa che i vetri (ma anche le carrozzerie della autovetture o tutto ciò che è metallico) vive in fotografia di ciò che è in grado di riflettere. Primi tra tutti gli enormi softbox degli studi di posa ma anche l’interno di un ristorante oppure (in trasmissione) l’albero che sta al di là del bicchiere o la coloratissima vetrata di un pub oltre le bottiglie vuote sul davanzale. Come in questi esempi.

 


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