I fuochi artificiali sono una delle attrazioni che non mancano quasi mai, ma fotografarli non è cosa banale.
Fotografare i fuochi artificiali non è cosa banale. A dire il vero, non è che sia poi così difficile, il problema riguarda piuttosto i fotografi improvvisati che non sono attrezzati con treppiede e tempi lunghi.
Tempi lunghi che sono evidenti osservando questa immagine: guardate la forma circolare della ruota panoramica sullo sfondo, le scie di fumo lasciate dai fuochi e l’aspetto flou delle onde.
In questo caso una decina di secondi che ha permesso di registrare diversi fuochi come se avessero illuminato il cielo nel medesimo istante.
Le loro scie sono determinate dalla grande luminosità dei frammenti incandescenti proiettati dalla deflagrazione dei razzi e registrati dal sensore.
La fortuna di questo scatto sta nella combinazione di diversi effetti luminosi, che non appaiono sovrapposti bensì sembrano orchestrati in modo voluto. Della lunga esposizione si avvantaggiano anche il chiarore del cielo, attraversato dalle nuvole, e la superficie dell’acqua in primo piano. Facile capire quindi come l’utilizzo del treppiede sia stato fondamentale. E non preoccupatevi se alcune scie dei fuochi appaiono bruciate: è normale che lo siano.
Altrettanto è importante è che il corpo macchina consenta di impostare tempi di scatto di svariati secondi. Alla migliore esposizione si può arrivare anche attraverso prove successive, variando gli ISO una volta che avremo scelto il tempo di scatto sulla base della frequenza dei fuochi.
La scelta del diaframma dipende dalla focale, ma deve consentire di mantenere a fuoco tutta la scena, dal primo piano allo sfondo; qui è f/13.
Il bagnasciuga ha una discreta importanza nell’economia del fotogramma: riflette la luce dei fuochi e rivela la superficie del mare.
Una modifica che il fotografo avrebbe potuto considerare sarebbe stata quella di rischiarare la parte di spiaggia rimasta sotto-esposta, e quindi molto scura, in basso a destra; sarebbe bastato un cellulare per proiettarvi un lieve fascio di luce (meglio se laterale in modo che non risultasse piatta), osservando la resa a monitor.
Nel caso in cui il risultato fosse interessante si potrebbe ripetere questa forma di Light Painting.
Anche nel caso della ripresa di fuochi artificiali l’istogramma è l’unico strumento che può dare la certezza della corretta esposizione, dato che ogni valutazione a monitor non può essere attendibile per l’oscurità che fa apparire ogni dettaglio sullo schermo ben più luminoso di quanto non sia.
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