6 autori con 6 scatti si sono cimentati con successo in una ‘sfidante’ Sfida Fotografica dedicata alla street ad alla fotografia ad alta velocità! Ecco i risultati. Bravi, bravi, bravi!
La Sfida Fotografica #7 - Alta velocità - Foto di Claudio Polesel
Abbiamo valutato con attenzione i risultati di questa non semplice sfida, la Sfida Fotografica #7, dedicata a due elementi ricorrenti in fotografia: la ripresa street e quella diretta a soggetti in rapido movimento. Il connubio tra i due crea un binomio estremamente sfidante che ha in effetti messo non poco in difficoltà i nostri lettori. Il numero degli scatti giunti è risultato inferiore alla media che temi più ‘digeribili’ sono soliti generare.
Il dato è comunque prezioso ed indica chiaramente un espetto da sempre verificabile nell’ambito della fotografia amatoriale: il fotografo che non è esplicitamente chiamato a dover produrre materiali aventi il movimento quale fulcro, se può, lo evita volentieri! Insomma il movimento, l’azione, il dinamismo in fotografia continuano a spaventare nel momento in cui ci sia da mettersi di fronte ad un giudice.
Questo aspetto ci suggerisce una direzione preziosa verso cui tendere al fine di produrre contenuti formativi, didattici se vogliamo definirli in questo modo, che siano interessanti ma anche utili a togliere dal genere fotografico dinamico quella sorta di alone di complessità che oggi, epoca di tracking, mirrorless e preview, non ha davvero più senso di esistere.
Tornando ai nostri autori più coraggiosi (coloro che hanno partecipato, che per questo hanno già vinto!) ed a quelli più talentuosi che qui segnaliamo: pareggio totale tra bianconeristi e coloristi! Non capitava da tempo. La curiosità consiste nel fatto che gli scatti che proponiamo appartengo o tutti a stili estremamente eterogenei, segnale che la vivacità di interpretazione del tema proposto è stata realmente pari alle aspettative della partenza!
Una bellissima ripresa quella di Stefano Gandolfi, che è riuscito a mettere assieme un’illuminazione selettiva con una grande leggibilità di insieme, un’ambiente prettamente street e piacevolmente industriale con un soggetto dinamico e moderno. Il tutto in una composizione bella quadrata e bilanciata, nonostante il punto di vista disassato. Anche il gesto, il trick, è ripreso ottimamente al culmine della propria esecuzione. Una nota personale, che mi porta a valutare questo scatto come il migliore di questa tornata: mi piace moltissimo la prova di forza dell’autore nell’avere resistito alla tentazione di stringere sul soggetto. Il saper inquadrare da lontano valutando oggettivamente le dimensioni e la leggibilità di un soggetto che occupi una porzione scarsa dell’intero fotogramma è una dote che invidio da sempre a coloro, come questo autore, che sanno gestirla. Bravo.
Vogli dirlo da subito all’autore Roberto Bottazzo ed anche a coloro che, leggendo, staranno pensando esattamente la stesa cosa: basta salti sulle pozzanghere! Facciamo un patto: niente più pozzanghere saltate e niente più ritratti esotici di donne velate dagli occhi chiari, ok? Ok. In ogni caso l’insieme di questa ripresa, valutando quelle che erano le richieste in termini di vincoli creativi, è certamente meritevole di una menzione. Cosa mi piace: lo sfondo nitido e affilato della laguna e la fuga prospettica del selciato in basso. Mi piace meno il fatto che la messa a fuoco sul ragazzo sia davvero carente. Insomma direi che di strategie per fare sì che sia esso a fuoco ce ne sarebbero state anche più di una… Per esempio fisare il fuoco su un punto a metà della pozzanghera ed aspettare il gesto atletico. Ovviamente occorre poi valutare quale sia il preferibile tra tutto a fuoco e perdere lo sfondo, che apprezzo… Una nota: il riflesso nello specchio d’acqua è all’infinito! Inutile focheggiare su quello. Comunque un controluce piacevole, anche nell’espressione e nella postura. L’editing è abbastanza vigoroso ma direi che in questo scatto fornisce una bella lettura di insieme ed abbinato alla dinamicità del gesto crea una discreta tensione che ritengo sia degna di nota.
Siamo obiettivamente sempre più attorniati da scatti aventi per oggetto le migliaia di color parade o color run o color domeniche che si tengono ormai un po’ ovunque nel mondo. Il potere scenografico delle polverine colorate che sprizzano un po’ ovunque in occasione di tali eventi sono, giustamente, un invito a fotografare a colori! L’occasione è per altro ghiotta per coloro che amano coinvolgere la gente all’interno dei propri scatti urbani o street ed è dunque ovvio che di fotogrammi simili se ne vedano parecchi. Questo risponde bene ai dictat che avevamo indicato come inderogabili per partecipare alla sfida ed è giusto pertanto menzionare l’opera di Claudio Polese. Tempi di scatto rapidissimi per bloccare gli sbuffi di colore, nitidezza assoluta, una composizione suddivisa in tre fasce orizzontali molto ben ripartita e consistente. Forse l’abbozzo di sfondo marino cozza un po’ con il sapore da festa urbana dell’insieme ma poco male. Anche l’illuminazione dei soggetti in primo piano funziona bene poiché forme, arti, muscoli e gesti vengono scolpiti da luci ed ombre in modo egregio. Non sarà originalissimo come soggetto ma l’esecuzione merita di certo. Ed il fermo immagine è veramente perfetto! Sul fronte editing l’autore ha spinto al massimo la saturazione senza strafare (appena un poco nel ciano ma pazienza) dimostrando di sapersi fermare in tempo! Bravo.
Assieme allo scatto a colori del ragazzo impegnato in un trick con lo skateboard è questo di certo il fotogramma che preferisco tra quelli giuntici. Si tratta di una ripresa ultra grandangolare di Renato Santicchia. Un bianconero non affilatissimo, ripreso a metà giornata, che può giovarsi di un contesto di ripresa realmente eccezionale. Il protagonista umano viene colto durante un allenamento in una postura non particolarmente efficace ma certamente avvalorato da un ambiente stupendamente classico e ricco di reminiscenze legate alla storia ed allo sport. Come per l’autore che avevo citato in principio, anche qui il distacco dell’autore dal soggetto, ripreso nelle proprie dimensioni assai contenute nei confronti dell’ambiente maestoso, crea una sorta di dinamismo, di effetto cinematografico efficace e coinvolgente. Non è il ritratto di un atleta ma una rappresentazione di un momento nella vita di questo atleta con tutto quello che vi era compreso. La sensazione in scatti e composizioni di questo tipo è esattamente quella di ‘passavo per caso, ho scattato per caso e per caso è capitato di lì uno che correva’. Invero nulla di questa foto è casuale e all’autore vanno i miei complimenti. Bravo.
Un panning motoristico da Gabriele Capretti. Bene, ci speravo! Il panning è una tecnica dalle grandi potenzialità che viene spesso tralasciata per motivi di opportunità ma anche per l’incertezza esecutiva che ruota attorno ad essa. I tempi di scatto vanno commisurati alla focale ma anche alla distanza del soggetto dallo sfondo, il diaframma solitamente va chiuso. L’autore dimostra un’ottima padronanza della tecnica per altro su un soggetto a breve distanza dal proprio punto di ripresa, situazione che, nel panning, complica non poco le cose. Lo sfondo appare illeggibile ma riconoscibile ed in questa sorta di vedo-non-vedo assume comunque un’organizzazione piacevole. La luce morbida che avvolge il tutto facilita un po’ l’esposizione: nel panning un contrasto maggiore della scena che stacchi ulteriormente i piani giova ma non si può pretendere tutto! In generale dunque bene, non è uno scatto comunicativo ma tecnicamente faccio i miei complimenti all’autore.
Ci ho messo un po’ per decidere se includere questa ripresa all’interno di quelle selezionate. Il tono cupo e morbido mi piace. E mi piace anche la coltre fumosa che si leva dal basso nel fotogramma di Mauro Baracco. Un ulteriore elemento che va a favore di questo scatto sta nell’effetto benefico che il selciato bagnato apporta alla ripresa. In particolare perché duplica l’area chiara del cielo e fornisca leggibilità alla porzione bassa del fotogramma la quale altrimenti resterebbe brulla e scura. Ciò che mi convince meno è il fatto che di movimento ve ne è ma si fatica a definirlo uno scatto dinamico! Ciò che per è innegabile è la buona esecuzione ed un composizione attenta, che merita di certo di essere mostrata a diffusa. Suggerirei però all’autore di sperimentare un po’ di più con l’editing dato che l’originale pur discostandosi poco da questa versione che ho prodotto per la pubblicazione, mancava di quel tocco di affilatezza (Maschera di Contrasto) e di brillantezza (un tocco alle Curve alte) che lo rende, pur restando uno scatto abbastanza chiuso, appetibile. Non parlo di grandi interventi, semplicemente cerchi di rendere evidente ciò che deve emergere dalla ripresa.
