L’esame degli scatti ricevuti per il primo appuntamento di ‘La SFIDA FOTOGRAFICA’ ci ha riservato delle sorprese positive. Per prima cosa abbiamo apprezzato il livello qualitativo degli autori, ma abbiamo anche notato come l’editing stia iniziando a fare breccia nei cuori; le maggiori difficoltà che abbiamo rilevato riguardano la calibrazione di dimensioni e ingombri dei […]
L’esame degli scatti ricevuti per il primo appuntamento di ‘La SFIDA FOTOGRAFICA’ ci ha riservato delle sorprese positive. Per prima cosa abbiamo apprezzato il livello qualitativo degli autori, ma abbiamo anche notato come l’editing stia iniziando a fare breccia nei cuori; le maggiori difficoltà che abbiamo rilevato riguardano la calibrazione di dimensioni e ingombri dei file, le forme di “personalizzazione” estetica come cornicette e watermark, veramente invasivi, e il ritaglio dell’inquadratura.
Il bilanciamento del colore e la gestione di Curve e Valori Tonali sono oggi ben padroneggiati dai più, mentre praticamente tutti si lasciano sfuggire l’opportunità di avvalersi di Nitidezza, Struttura e Chiarezza, ovvero tre comandi (di Photoshop e software similari) che sortiscono effetti molto differenti a seconda delle immagini a cui sono applicati.
Abbiamo apprezzato la generale originalità interpretativa degli autori, ma in certi casi il tema è stato rispettato solo parzialmente. Un “bravo” a tutti per aver affrontato questo tema che non è certamente facile.
Bianconero e colore sono alla pari per il numero di opere presentate. Essendo questo un tema prettamente di composizione, probabilmente il bianconero si prestava meglio, come potete vedere dalle immagini pubblicate.
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Non ho resistito a scegliere questo scatto, sintetico e minimalista, che riesce a esprimere perfettamente il concetto di diagonale! E’ vero, non sarà il più originale mai visto, ma resta un’immagine pulita che gioca, come oggi la Street insegna, con la geometria delle linee, con le forme, con il colore.
Il bianconero è una grande scuola di composizione e quindi chiunque si interessi di fotografia non dovrebbe trascurare di fare pratica in questo genere. Non dubito che l’autore abbia una discreta pratica con la composizione: scegliere un simile soggetto per affrontare il tema “le diagonali” non è banale. Osservate la linea che taglia in due lo scatto dal basso a sinistra sino in alto a destra, come anche quella che va dal basso a destra sino in alto a sinistra, considerando le linee spezzate generate da luci e ombre. Questione di sensibilità: quale vedrete voi per prima?
Dov’è qui la diagonale? In questo caso è costituita solo in parte dalla curva tracciata dal ponte, quanto piuttosto dal gioco di pieni e vuoti, di chiari e scuri, tra le parti in basso a destra e in alto a sinistra. Un bel gioco di contrasti che vale la pena studiare.
Se i percorsi museali hanno lo scopo di condurre il pubblico lungo l’esposizione, perché non sfruttarli? Interessante notare l’oscuramento della diagonale da parte della parete di destra, comunque percepibile. Buono anche l’attimo scelto per lo scatto, nonostante la testa del soggetto sfiori il bordo di una cornice.
Molti potrebbero obiettare lo scarso risalto dato al muretto a secco, dato il tema “le diagonali”, ma ho scelto questa immagine proprio per evidenziare come la direttrice mantenga comunque la sua efficacia. Il muretto che parte dall’angolo in basso e attraversa il fotogramma verso il fenomeno di parossismo è come una “freccia” che conduce lo sguardo verso il vulcano.
Molto bello questo fotogramma che gioca sia con le linee, che con i colori: osservate come il grigio perfetto al centro separi le aree di tonalità rossa o gialla. Qui le diagonali creano anche un percorso per lo sguardo lungo le direttrici stradali, dal basso verso l’alto. Buona la leggibilità del ciclista, anche se qualche attimo dopo sarebbe potuto diventare il soggetto principale dello scatto.
Buona la scelta del momento, da cui la disposizione delle atlete. Per altro la presenza di una sola calciatrice giallo-blu crea un contrasto cromatico interessante. Programmare una ripresa del genere è impossibile, come in ogni fotografia di sport, ma è chiaro che l’autore è stato guidato dalla sua esperienza.
I sentieri di montagna ben si prestano ad attendere (in diagonale e con sfondi stupendi!) il passaggio delle persone che diventeranno il nostro soggetto! Un consiglio: conviene fotografare le persone di fronte, sono assai più accattivanti. E non ci si deve preoccupare eccessivamente della privacy dato che, se lo scatto non è troppo ravvicinato, rientrerà nella normale ripresa di paesaggio (a patto che lo scatto non sia offensivo).
Non mi piace molto il taglio sul lampione a sinistra a filo fotogramma, ma il gioco delle quinte teatrali date dall’edificio funziona benissimo. Il bianconero avrebbe potuto essere un poco rafforzato, ma anche questo stile pacato ben si adatta allo stile dello scatto. Bello!
L’editing di questo fotogramma era carente e ho provveduto a rinforzare un poco contrasto e saturazione per renderlo stampabile. Riconosco però all’autore l’abilità di aver scelto il momento giusto per cogliere un soggetto che desse senso all’inquadratura. La bruciatura delle luci non è un problema, dato che lo “scheletro” della bici e del ciclista lo rendono perfettamente comprensibile. Peccato il mosso, ma lo stile Street lo consente … almeno questa volta!