Diciamo la verità: la casa come ambito di sperimentazione fotografica potrebbe stare stretto a molti! A ben vedere, però, di margini operativi anch’essa ne offre parecchi. Sia che scattiate in quarantena con una mirrorless, con una reflex o con una fotocamera a pellicola piuttosto che con una Polaroid!
Nel corso di queste settimane di isolamento scorrono sui social e sui siti dedicati alla fotografia fiumi di idee ed iniziative estremamente interessanti oltre che originali che hanno al centro della propria intenzione quella di testimoniare come, anche all’interno delle mura domestiche, sia possibile trovare spunti di non scarso valore fotografico.
Una finestra sulla strada è già un punto di osservazione privilegiato. “Sempre lo stesso!” direte voi. Vero, ma questo non preclude il fatto di trovare il modo di migliorarsi in questo ristretto ambito di azione. Le ore del giorno, il meteo dei singoli momenti e l’illuminazione artificiale non sono sempre identici e meritano di essere, una volta tanto, notati. Soprattutto meritano di essere compresi e scelti per i nostri fini fotografici.
Un giardino offre una prospettiva differente e si rende spesso disponibile a divenire set improvvisato per delle vere e proprie messe in scena di sapore squisitamente teatrale. Figli e famigliari in questo contesto sono attori privilegiati che ben si presteranno al gioco. Basta un poco di inventiva, spesso ridotta a portare fuori da casa qualche sedia o una vecchia poltrona. Lo scopo non deve essere solamente quello di replicare una scenografia degna di un’opera lirica. Anche una sdraio può rappresentare un elemento su cui sperimentare composizione, diaframmi, esposizione. Basta aspettare la luce giusta e servirci di coloro che abbiamo a disposizione come soggetti. La luce calda di una fine giornata può anche essere esaltata in editing per dare vita ad un fotogramma originale.
La macro è una ulteriore eventualità per chi dispone di uno spazio verde che può benissimo essere un balcone, sebbene in questo caso occorra darsi un poco più da fare poiché i soggetti che si prestano al genere non è detto che giungano così copiosi come ce li aspetteremmo. I fiori sono un’ottima alternativa: vaporizzatore d’acqua e fogli bianchi come pannelli riflettenti alla mano.
A metà strada tra la macro e lo still-life troviamo la fotografia di food, che per molti di noi si concretizza sovente nella ripresa di ciò che ci troviamo nel piatto! Poco male, dato che il genere, perlustrando i social contenitori di immagini più diffusi, è assurto a divenire un vero e proprio stile fotografico a se stante! Il bello di questa pratica così esplicitamente orientata alla condivisione delle esperienze (sia da parte di chi se ne nutre sia da parte di chi prepara tali pietanze) è che si incontrano esempi di real-food incredibilmente vari i quali spaziano da estetiche estremamente colorate a composizioni che sfiorano il minimalismo. Tutto con la costante dello spazio circoscritto di un tavolo da pranzo o cena quale set di questo improvvisato modo di riprendere il cibo.
A prescindere dai generi in cui potreste cimentarvi durante questi giorni di noia casalinga voglio però suggerirvi di approfittare di questo set forzato per studiare (e migliorare) la ‘vostra’ luce. La luce di casa ha potenzialità che non immaginereste. Una finestra continua ad essere un eccellente surrogato di un softbox o di un ombrellino da studio. Basta un cartone dipinto di bianco per creare dal nulla un secondo punto luce opposto al primo. Un flash wireless come controluce fa poi il miracolo! Luce troppo dura? Caduta di luce eccessiva? Allontanate il soggetto dalla finestra, alzate gli Iso ed il gioco è fatto. Per i più talentuosi non mancherà la voglia di allestire anche a tema l’ambiente retrostante.
Tornando alla ripresa ‘di strada’. Qualche auto o mezzo di trasporto di coloro che nonostante tutto debbano recarsi al proprio lavoro, piuttosto che a fare la spesa ancora li vedrete: se non ne siete mai stati capaci è un’occasione per fare finalmente pratica con il panning! Tempi da 1/20s (per quelli bravi) fino a 1/125s e focali sopra i 120mm. La messa a fuoco va tenuta in tracking sul soggetto e dovrete muovervi in modo estremamente fluido. Anche la ripresa dall’alto sul marciapiede (vale anche di sbieco), soprattutto se avrete in qualche momento del giorno il sole di lato, è eccellente per delle visioni Street per nulla scontate, con ombre rivelatrici nel caso del sole a disposizione.
Anche la pioggia fa miracoli, soprattutto se qualcuno in giro con l’ombrello dovesse cascarvi ancora a tiro. I margini di miglioramento sono più di quelli che pensereste. Il primo: la composizione senza potersi spostare non è certo facile ma di sicuro possibile ed il soggetto non è per nulla detto che debba occupare tutto il fotogramma o stare al centro. Sempre la pioggia, quando crea riflessi sull’asfalto (dipende da dove abitate) o quando si deposita sul vetro in goccioline, può essere un bel filtro estetico naturale, magari accentuato da un bel bokeh.
Se è un terrazzo invece quello di cui potete disporre un’idea didattica non da poco è lo sfruttare l’ombra naturale che il piano superiore vi offre gratuitamente per avvicinarvi alla ripresa in doppia luce tipica dei set di moda. Esponete per lo sfondo, in manuale, lasciandolo appena sottoesposto e collocate un flash laterale al vostro soggetto in ombra (moglie, figli, gatto, cane, pupazzi vari, un mazzo di fiori, un pollo…). Il Ttl del flash, oportunamente starato in caso di necessità, farà il resto. Risultato ad effetto garantito che potrete rigiocarvi in ogni situazione opportuna, primi tra tutti i tramonti.
Sempre in tema di balconi e terrazzi, non sono questi utili solamente in qualità di ‘telo ombreggiante’ per gli scatti con il flash in doppia luce ma anche in quanto posizione privilegiata e sopraelevata da cui godere di una visione spesso originale del mondo sottostante. Il problema di simili contesti sta nel fatto, ovvio, di non poter girare attorno al soggetto per collocarsi dal lato da cui, più facilmente, proviene la luce! Detto questo di possibilità operative ne restano comunque molte. Una scelta comune è quella di mettersi di fianco al soggetto dello scatto (dal lato in luce o in controluce dipende dallo stile che sceglieremo per la ripresa) per dare di esso una visione ‘alla pari’ che prenda in considerazione anche l’enorme fuga prospettica che la specifica posizione del luogo è in grado di garantire. Una focale troppo ampia in questo senso potrebbe complicare la vita andando a comprendere un eccesso di ‘lato casa’. Una troppo lunga al contrario costringerebbe ad allontanarsi troppo dal soggetto (non sempre fattibile) o a stringere eccessivamente su di esso, perdendo il gusto per l’ambiente. Il giusto? Scegliere in base a ciò che consapevolmente vogliamo ottenere.
Personalmente ho forse un privilegio in questa situazione di clausura essendo io da sempre stato appassionato di still-life. L’ambiente dello studio in cui questo genere trova i propri natali è particolarmente favorevole ad essere replicato all’interno della propria abitazione. Oggetti di ogni risma, cibi e bevande, giochi e bric-a-brac di ogni sorta sono tutti soggetti di gran valore purché… sia una luce adatta a valorizzarli. Un treppiedi è utilissimo ma vi garantisco che potreste anche fare bene usando il tavolo o uno sgabello e ‘ribaltando’ il set.
E poi ogni fonte di luce disponibile va bene, tanto i tempi di scatto li deciderete a piacere. Dalle piccole tungsteno delle abat-jour al led dello smartphone (per un po’ di light painting), per finire al flash o alle potenti alogene da cantiere.
La luce morbida si ottiene dirigendo la luce verso un pannello chiaro. Quella a texture facendola passare attraverso superfici bucate di ogni sorta. Tipo? Lo scolapasta va benissimo. I pannelli riflettenti, che già dovreste conoscere, si ottengono per mezzo di fogli bianchi o altre superfici similari. Quella top, usata anche in studio, è il pannello di polistirene: leggero e bianchissimo. Ancora non vi attrae questa prospettiva? Rimane sempre il grande ambito dell’editing da approfondire.
Non escludiamo poi la ritrattistica dei nostri animaletti da compagnia all’interno del nucleo di quei soggetti che ci possono aiutare a superare questi giorni di fotografia ‘vincolata’ ai limiti della nostra abitazione. Potrebbe essere in questo senso pregevole il trovare per essi una collocazione all’interno del fotogramma che non li veda fotografati in quanto se stessi ma in un contesto più ampio, magari giocando con essi allo stesso modo in cui giocheremmo con un soggetto umano.
Tutto quanto già suggerito sopra può essere declinato verso il bianconero, ottenendone risultati certamente formativi, probabilmente anche pregevoli da un certo punto di vista creativo. Il Web è stracolmo di software di editing che mai avreste provato prima se non con molto tempo a disposizione. Potrebbe essere questo un momento per dedicarvici.
Nato a Firenze nel 1974, ho fatto tutto al contrario. Dia prima, camera oscura dopo. Prima dell'Hasselblad avevo già la digitale. Ho imparato da Alpino, frequentando ed insegnando poi in scuole di fotografia milanesi. Scrivo dal 1999, mi laureo in Informatica e ricollego il tutto alla fotografia digitale. Faccio anche il fotografo freelance oltre a coordinare Progresso Fotografico che conobbi nel 1995. Mi hanno insegnato 'qualcosa’ Leonardo Brogioni, Roberto Signorini, Gerardo Bonomo.