Il make-up curato e l’ambientazione da studio fanno pensare a una foto posata, ma è comunque un bel ritratto.
Il make-up curato e l’ambientazione da studio fanno pensare a una foto posata, ma è comunque un bel ritratto. L’inquadratura non privilegia lo sguardo di nessuna delle tre ragazze, l’autore avrebbe potuto impegnarsi maggiormente nella messa a fuoco e nell’esposizione che è perfetta solo sulla ragazza più arretrata. E non stiamo parlando di un mezzo diaframma.
Nonostante la chiusura a f/8 la profondità di campo del 90mm impiegato appare molto limitata. Il motivo? È stato usato un corpo macchina medio formato! Aumentando infatti la dimensione del sensore la focale assume valori “più grandangolari” rispetto al Full Frame e ciò comporta la necessità di avvicinarsi al soggetto per riempire il fotogramma, come in questo caso. Diminuendo la distanza tra fotocamera e soggetto, tenendo fissa la focale, la profondità di campo scende drasticamente. In generale il medio formato, nel ritratto, consente un eccellente controllo della tridimensionalità della scena e del bokeh, ma va saputo usare.
Questo effetto è facilmente verificabile con gruppi di persone disposte su piani diversi. Tenete presente che non è scontato che, mettendo a fuoco le prime file, anche le altre siano ben a fuoco. Diaframma, focale, distanza di ripresa e formato del sensore sono tutti elementi che contribuiscono al risultato.
Consideriamo ora l’esposizione. Il contrasto sulle due modelle ai lati ha risentito della loro sfocatura; potete notare come nei dettagli fuori fuoco il contrasto sia inferiore rispetto a quelli perfettamente nitidi. Oltre a ciò, è ovvio che la ragazza più arretrata debba fare i conti con l’ombra proiettata dalle altre due. Il calo di luminosità dipende anche dalla fonte di illuminazione posta vicina al gruppo; basta poco, se l’illuminatore è a un paio di metri di distanza rispetto al gruppo, basta trovarsi un metro più indietro rispetto ai primi perché la differenza di luce sia rilevante. Detto ciò, è evidente questa differenza di esposizione tra le ragazze sia eccessiva.
Pur non essendo la regola, è più facile verificare questo tipo di effetto con le luci artificiali rispetto a quando si lavora in luce ambiente. O meglio, ciò accade per la posizione dell’illuminatore. Il mio suggerimento è di sfruttare, inizialmente, le opportunità offerte dalla luce ambiante, per poi introdurre luci di riempimento, o un pannello riflettente.
1- La gestione di esposizione e composizione ha reso ben nitido lo sguardo della ragazza, che finisce per diventare punto di riferimento nella lettura dell’immagine.
2- Eccessiva la sovra-esposizione della ragazza per la posizione troppo ravvicinata dell’illuminatore.
3- La leggera sfocatura dipende dalla ridotta profondità di campo per l’impiego del medio formato, che rende più critica la messa a fuoco ravvicinata.