Le linee diagonali sono “binari” su cui collocare gli elementi importanti dell’immagine per invitare a leggerli.
Perché le diagonali nella composizione fotografica sono importanti? Sono linee di cui ci si accorge soprattutto quando la fotografia viene stampata; la percezione dell’immagine stampata infatti è differente da quella della versione digitale a monitor, soprattutto nel caso delle pagine web piene di dettagli che distraggono.
Quando l’immagine è esposta in una mostra, il “rettangolo” della foto rappresenta una vera e propria finestra sul mondo visto dal fotografo; l’osservatore è portato a proiettare lo sguardo oltre la fotografia e la fuga prospettica dell’immagine prosegue in profondità.
In questo effetto, un ruolo importante è giocato dalle linee diagonali che fungono da “binari” su cui collocare gli elementi importanti dell’immagine per invitare a leggerli.
Non solo. Per una questione puramente geometrica la diagonale del fotogramma è la direttrice più lunga che possiamo tracciare e taglia in due l’immagine passando per il centro. Per noi fotografi è importante sapere che i soggetti posti su tale linea immaginaria avranno un impatto particolare su chi guarda.
Queste considerazioni valgono per tutti i generi fotografici, e non riguardano solo strade, scalinate o bicchieri disposti secondo tale andamento. Anche il ritratto può avere uno sviluppo diagonale, così come un paesaggio o una folla per strada; a suggerire questo andamento può essere anche la direzione di spostamento delle persone o la disposizione di ombre o luci; anche lo sguardo del soggetto può spingerci a esplorare lo scatto seguendo una linea diagonale.
Le linee diagonali sono “binari” su cui collocare gli elementi importanti dell’immagine per invitare a leggerli.
Componendo per le diagonali il suggerimento è di non focalizzarsi sugli angoli; il rischio è di perdere di vista il contenuto del fotogramma, ad esempio l’orizzonte nel paesaggio, la posizione degli occhi nel ritratto, la sovrapposizione dei piani nella Street.
Un altro fattore da tenere presente è la profondità di campo, visto che la composizione diagonale sfrutta la profondità della scena. L’andamento degli elementi è percepibile anche se la scena è immersa nello sfocato, per cui non cercate necessariamente il tutto a fuoco. Per altro la scelta del piano di fuoco e la relativa caduta di nitidezza sono espedienti molto usati nell’organizzazione di un fotogramma.
Il consiglio è quindi di valutare attentamente il diaframma: spesso si ha la sensazione di doverlo aprire molto per ottenere l’effetto di sfocatura voluto in quanto osservando l’immagine nel mirino i piani fuori fuoco ci appaiono più leggibili di quello che saranno poi nella foto.
Infine, ecco altri due piccoli sufferimenti dettati dall’esperienza: il teleobiettivo facilita la composizione diagonale “piatta”, ovvero che si presta per “ritagliare” parti della scena in cui il soggetto mostra questo andamento. Il grandangolare aiuta invece a cercare una disposizione “in profondità” sfruttando la naturale fuga prospettica.
Ma soprattutto non forzate l’andamento diagonale inclinando volutamente la fotocamera perché di questo tipo di orizzonti marini al tramonto e di filari di pioppi inclinati ne abbiamo visti a centinaia, e nessuno di loro è entrato nella storia della fotografia.
Come primo esercizio inquadrate con il grandangolare una scena che mostri una fuga prospettica, ad esempio una strada; attendete che vi transiti una persona che possa rendere la scena più interessante e scattate.
A breve uno spazio per caricare queste vostre immagini: le migliori saranno premiate.