La delegazione italiana di cui facevamo parte si è quindi seduta al tavolo con Panasonic, nello specifico con: Yosuke Yamane – Division President Panasonic Corp, Shigeyoshi Sakamoto – Manager, Global Marketing Planning Session e Takayuki Takabayashi – General Manager.
In questa breve ma intensa trasferta portoghese, nella quale è stata presentata la nuova Panasonic Lumix G9, ho avuto l’opportunità di poter parlare privatamente con alcuni dirigenti dell’azienda. Gli argomenti sono stati vari, ma chiaramente il discorso è stato trainato dalla macchina presentata la mattina stessa. Avendo avuto la possibilità di provarla in anteprima tutto il giorno, il discorso è cominciato mettendo a nudo le nostre prime impressioni, quello che va e quello che non va. Questa è una pratica che Panasonic, sempre molto attenta alle impressioni a caldo dei giornalisti, porta avanti da anni.
Le mie impressioni le leggerete a breve, corredate chiaramente da immagini. Ma posso fare alcune anticipazioni: sul lato tecnico il sistema AF non è ancora impeccabile – soprattutto in controluce o in presenza di scene con molti elementi di disturbo – mentre sul lato pratico la risposta del pulsante di scatto è fin troppo rapida, cosa che invece non si può dire per i tasti funzione. Per questi ultimi non si potrà far molto, ma per il sistema AF un aggiornamento potrebbe bastare.
La delegazione italiana di cui facevamo parte si è quindi seduta al tavolo con Panasonic, nello specifico con: Yosuke Yamane – Division President Panasonic Corp, Shigeyoshi Sakamoto – Manager, Global Marketing Planning Session e Takayuki Takabayashi – General Manager. Detto questo, lasciamo spazio all’intervista.
La macchina presentata è un prodotto finale o ci saranno aggiornamenti?
Y.Y. – Lumix G9 è un prodotto “ready for market”, l’unico aspetto che verrà migliorato sarà il software: le performance prettamente tecniche sono finali, il software ancora no.
Il pulsante di scatto è forse esageratamente sensibile rispetto al normale, qual è stata l’dea che ha portato a tale soluzione?
Y.Y. – Lo shutter è davvero molto sensibile ma è una strategia voluta: il nostro target sono i fotografi naturalistici e proprio loro, secondo noi, hanno bisogno di un tasto così sensibile per non rischiare di perdere una scena, cosa che capita spesso con il mondo animale.
Quindi il vostro target sono solo i fotografi di wildlife o pensate che Lumix G9 sia ideale anche in altri ambiti?
Y.Y. – Chiaramente no, sarebbe riduttivo. In realtà Lumix G9 è molto semplice da usare per cui risulta ideale per tutti i fotografi, anche gli amatori. È una macchina in definitiva pensata per la velocità, quindi anche i fotografi di sport potranno apprezzarne le qualità.
Quindi come mai una presentazione incentrata solo sui fotografi di wildlife?
Y.Y. – In realtà crediamo che ogni produttore abbia un riferimento sul mercato quando vuole lanciare il proprio prodotto, anche Panasonic ha un target prestabilito. In questo caso il wildlife è solo un messaggio, la possibilità di parlare di un prodotto e mostrare delle immagini prese in un contesto solitamente molto impegnativo, e quello naturalistico è sicuramente il modo giusto per veicolare questo concetto. Per questo motivo abbiamo scelto questo tipo di fotografi, per promuoverla.
Ora avete due prodotti high end a listino ma in categorie che avete tenuto separate, volete quindi dividere il mercato in “foto” e “video” attraverso due prodotti distinti?
Y.Y. – Solitamente gli acquirenti di Lumix GH5 per il 60%-70% sono operatori video; con Lumix G9 stiamo invece parlando di una macchina orientata più verso la fotografia, sono quindi due categorie che possono coesistere. In futuro poi GH5 avrà molte più caratteristiche video professionali..ma di più non possiamo dire in questo caso. Il dato di fatto è che così ora abbiamo due prodotti high end in due categorie differenti.
Sia Lumix GH5 che Lumix G9 hanno caratteristiche comuni, come ad esempio le proprietà video. Perché quindi avere due linee quando in teroria si potrebbe unire il tutto in un unico, performante, prodotto senza rinunciare a nulla?
Y.Y. – Unire il tutto in un unico prodotto sarebbe anche possibile dato che si tratterebbe solo di un aggiornamento software, poi però non riusciremmo ad ottenere questo tipo di portabilità: in un corpo piccolo come quello di Lumix G9, pensare di implementare uscite audio 4:2:2 oppure la funzione Endless Recording comporterebbe un surriscaldamento eccessivo di corpo e sensore e non sarebbe certo un l’ideale per chi utilizza la macchina a lungo.
Sulla G9 ci sono 20 Mpxl: come mai avete deciso di rimanere su un sensore Micro Quattro Terzi e non passare al più grande APS?
Y.Y. – Abbiamo scelto questo formato e questa risoluzioni perché, con ingegneri e fotografi, abbiamo ritenuto che fosse un buon compromesso in termini di qualità, velocità e comodità per i fotografi naturalisti. Nonostante il sensore non sia in formato APS, c’è una modalità Alta Risoluzione in grado di creare un file da 80Mpxl.
Le macchine Panasonic sono caratterizzate da una moltitudine di funzioni e pulsanti, pensate che il machine learning in un futuro possa aiutare a semplificare il tutto?
Y.Y. – I prodotti che realizziamo, come la macchina annunciata oggi, sono pensati per il professionista; includere così tante impostazioni diventa importante e necessario per il lavoro sul campo.
È il primo step per arrivare alle Olimpiadi del 2020 con una macchina per fotografi sportivi?
Y.Y. – Sì per il 2020 sicuramente miglioreremo ulteriormente le prestazioni AF dei nostri prodotti. Sarà un passaggio necessario anche in vista della risoluzione 8K. Ma di più non possiamo dire.
Perché avere un battery grip secondario e non integrato nel corpo?
Y.Y. – “Good advice”