Che differenza c’è tra un adattatore con lenti interne ed uno senza?
Pensando di adattare vecchi obiettivi Canon EF su un moderno sistema mirrorless, ho trovato vistose differenze di prezzo (anche di dieci volte!) e noto che in qualche caso l’adattatore monta una lente interna, mentre più spesso no. Purtroppo i venditori non spiegano queste cose. Potreste chiarirmi a cosa si deve questa varietà e quali prodotti consigliate?
– Margherita
Ha ragione: con l’avvento dei sistemi mirrorless si è scatenata la corsa all’adattatore per abbinare quasi tutto a questi corpi macchina che, grazie all’assenza dello specchio, rendono disponibile ampio spazio per un adattatore meccanico. In effetti sul mercato si trova una grande varietà di soluzioni e di prezzi, per cui è facile restare disorientati. Oltre alla presenza di un eventuale gruppo ottico (che sarà sempre costituito da più lenti, per avere una buona correzione delle aberrazioni), l’adattatore può avere anche dell’elettronica (e in qualche caso un motore) oppure no. Questo spiega abbastanza le forti differenze di prezzo, oltre a certi aspetti commerciali legati al fatto che l’adattatore sia originale del costruttore della macchina, oppure no.
Quando l’adattatore non monta un proprio gruppo ottico, in genere significa che l’obiettivo offre già la dovuta copertura per il sensore presente nel corpo macchina da abbinare. Oppure, altro caso molto frequente, può essere che l’obiettivo abbia una copertura superiore a quella del corpo macchina, come già avviene da una ventina d’anni anche con le ottiche originali nell’ambito di diversi sistemi fotografici. Ad esempio, se monta un obiettivo EF (che copre il Full Frame) su una reflex Canon di formato APS-C non deve fare niente. Sarà la macchina a registrare soltanto la parte d’immagine corrispondente al sensore che monta. In certi casi però avviene anche il contrario. Ad esempio, montando un obiettivo Nikon DX su una macchina FX, la macchina lo riconosce ed è in grado di ritagliare automaticamente l’immagine registrata per evitare quelle zone scure dovute al fatto che l’obiettivo non proietta un’immagine abbastanza ampia da coprire l’intero sensore.
Adattando corpi macchina e obiettivi di varie marche e con diverse baionette, ci si può trovare in casi del tutto affini a questi che le ho citato come esempi noti, salvo che non ci sarà il riconoscimento e quindi il ritaglio automatico se adatta un obiettivo con copertura minore rispetto al sensore. Si potrà però fotografare lo stesso (ritagliando in seguito a pc la parte in eccesso), a patto che l’adattatore porti l’obiettivo adattato alla giusta distanza dal piano focale della fotocamera. Naturalmente, chi produce questi adattatori lo sa e li realizza con le misure dovute. Il fotografo deve solo stare attento a non acquistare l’adattatore sbagliato. Per questo occorre essere certi delle denominazioni delle baionette da adattare, per non incorrere in acquisti sbagliati.
Oggi la presenza di un gruppo ottico all’interno dell’adattatore indica invece la volontà di adattare anche l’angolo di copertura della lente a un sensore di formato diverso da quello per cui è stato progettato l’obiettivo. Si può voler stringere il fascio luminoso prodotto da un obiettivo Full Frame per usarlo su un corpo macchina APS-C. Esempi noti sono certi adattatori Kipon, che adattano l’obiettivo Full Frame sul corpo macchina APS-C. Avendo il gruppo ottico nell’adattatore, si hanno due effetti rispetto ai più semplici adattatori che non lo prevedono:
A maggior ragione, anche il caso opposto (montare un obiettivo di un certo formato su una fotocamera con un sensore più grande) richiederebbe un’ottica interna preposta ad allargare il fascio ottico. Questo però farebbe perdere luminosità all’obiettivo, la cui immagine risulterebbe indebolita perché distribuita su una superficie maggiore di quanto previsto all’origine. Per questo Techart, nel realizzare il proprio adattatore per montare le ottiche Canon EF su un sistema Fujifilm GFX, ha optato per non inserire il gruppo ottico di conversione. Questo anche perché i progettisti hanno notato che le ottiche Canon EF hanno spesso un ampio margine di abbondanza nell’immagine che producono, tale da coprire anche il sensore di medio formato 44x33mm. Però non avviene proprio sempre, e soprattutto non sempre con la stessa qualità d’immagine anche in queste zone “regalate” per cui Techart ha diffuso delle FAQ nelle quali fa notare fra l’altro questa cosa, non assumendo responsabilità per questi casi di copertura non perfettamente soddisfacente.
Ultima cosa: con o senza ottica interna all’adattatore, l’eventuale presenza di elettronica e la sua sofisticazione permette di far comunicare il corpo macchina e l’obiettivo per registrare i dati Exif (ad esempio il diaframma in uso) nei metadati del file immagine ed eventualmente per gestire e comandare l’autofocus e le sue funzioni accessorie, se l’obiettivo è motorizzato. Molto diffusi e apprezzati per adattare gli obiettivi Canon EF ai corpi macchina Fujifilm FX sono gli adattatori Fringer, in più esecuzioni e generazioni. Con gli obiettivi delle reflex autofocus delle prime generazioni ci può essere anche il caso che l’obiettivo non sia motorizzato e per questo richieda la trasmissione meccanica della messa a fuoco, azionata dal corpo macchina.
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