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Fotografia.it

L’esperto risponde: il Sistema Zonale nella Street?

Come si applica questa tecnica nella pratica di tutti i giorni?

Redazione fotografia.it | 6 Aprile 2025
esperto-risponde-fotocamere

Dopo aver sperimentare con il digitale, con il quale tuttora fotografo, mi sono avvicinato con passione all’analogico fino a toccare il sistema zonale. Felice possessore di una Leica M4-P, spesso mi concentro nella street photography. La mia domanda è di carattere generale; mi capita spesso di leggere la frase “esporre per le ombre e sviluppare per le luci”. Come si applica questa regola nella pratica di tutti i giorni? L’esposimetro legge in termini di grigio medio, quindi nel caso delle ombre propone un’esposizione ragionando sul grigio medio. Quindi, per avere delle ombre che abbiano un certo dettaglio bisogna sottoesporre di 2 stop e così facendo le alte luci non saranno bruciate. Ho compreso bene?
Simone

Tutta la questione del sistema zonale è abbastanza complessa, ma essenzialmente intende gestire quelle situazioni che sarebbero difficili per la semplice misurazione sul grigio medio e confidando nella latitudine di posa, senza una valutazione attenta di come cadano le altre zone della scena rispetto alla zona V.

Tuttavia non è detto che sia sempre necessario arrivare a tanto. Se la situazione non è critica dal lato del contrasto, anche la classica lettura esposimetrica su qualcosa che possa corrispondere al grigio medio sarà sufficiente per avere un’esposizione corretta. L’importante è non effettuare questa misurazione a caso, semmai finendo per leggere su un’area molto scura o molto chiara senza ragionarci.

Quando la situazione è critica, il primo step può essere proprio questo “esporre per le ombre e sviluppare per le luci”. Questo però riguarda esclusivamente il negativo, ed è l’opposto di quello che si fa con le diapositive e col digitale dove occorre “esporre per le luci e sviluppare per le ombre”. Per capirne la ragione, credo che l’esempio della diapositiva sia quello più calzante e intuitivo: con la dia, il rischio concreto con contrasti elevati è quello di “bruciare le luci”, cioè arrivare al punto dove i toni più chiari producano una pellicola trasparente, del tutto priva di informazioni.

Col digitale succede la stessa cosa: mentre nelle ombre qualcosa si recupera sempre (magari poco e male, ma qualche informazione si può dire che ci sia sempre), col bianco puro si perde qualsiasi dato dell’immagine. In digitale, le sarà forse capitato di vedere che, cercando di recuperare un’area troppo chiara e priva di dettaglio, il software ci mette del grigio. Ci mette un grigio medio perché non sa cosa metterci, non avendo informazioni. Naturalmente, si deve evitare di arrivare a questo punto!

Con la pellicola negativa questo ragionamento si ribalta, perché le ombre presenti nella scena sono quelle aree dove il negativo (proprio perché è negativo) potrebbe diventare completamente trasparente, privo di informazioni. Ecco perché, con la pellicola negativa, l’imperativo è salvare le ombre. Poi tutto il resto, in qualche modo, si recupera.

Questo però non significa mettere le ombre in zona V, cioè sul grigio medio; significa accertarsi che le ombre non siano troppo lontane da quella zona V. Ad esempio, come dice lei, sottoesponendo le ombre di 2 stop. Io direi anche 3 stop, ma questo può dipendere anche dal tipo di immagine e dalla resa che si desidera.

Il sistema zonale vero e proprio va oltre questo criterio di base, perché non si limita a dire “salviamo le ombre”, ma richiede svariate misurazioni esposimetriche per analizzare le diverse aree della scena e decidere quale sia la migliore distribuzione possibile dei toni di grigio all’interno della fotografia. Intendo dire che, se ponendo il nostro grigio medio in zona V si ottengono ombre troppo chiuse e ampio margine nelle luci, allora il nostro grigio medio conviene metterlo in zona VI, tirando un po’ su anche tutte le ombre. Nel caso opposto, faremo il contrario. Alla fine, c’è caso che si sia fatta la stessa cosa del solo “esporre per le ombre”, ma valutando bene anche tutto il resto della scena.

Dubito però che questo si possa fare nella fotografia di Street; se ci si mette a fare queste misurazioni e queste considerazioni si perderanno i momenti più significativi. Quindi mi verrebbe da consigliarle, nella Street, di lasciar stare il sistema zonale vero e proprio (che Adams usava per il paesaggio e per lastre da esporre e poi trattare singolarmente); tenga giusto un po’ più di margine a favore delle ombre che delle luci. Come dire: nel dubbio, meglio sottoesporre un po’.

Un’altra cosa importante, nella fotografia analogica (soprattutto quella a colori) l’aspetto più critico per la latitudine di posa non è tanto il negativo, quanto la stampa. Infatti, le carte di stampa hanno una latitudine di posa intorno ai 6-7 diaframmi, quindi inferiore a quella del negativo e nemmeno tanto superiore a quella della diapositiva, per cui non è raro che si mangino una buona parte delle informazioni presenti sulla pellicola.

Da un lato, la camera oscura bianconero permette di recuperare molte di queste informazioni potenzialmente perdute agendo sui tempi di esposizione della carta insieme alle tecniche di mascheratura e bruciatura, dall’altro si potrebbe anche tentare la via dell’ibrido: ripresa analogica e scansione digitale del negativo, con successiva ottimizzazione del file con le più recenti tecniche di post-produzione. Ho un amico che lo sta facendo con grande soddisfazione e divertimento, perché questo gli consente di recuperare informazioni inaspettate dai suoi negativi di 30 o 40 anni fa. Partendo da negativi 6x9cm, riesce ad ottenere una gamma dinamica e un dettaglio mai visti prima sulle sue stampe da negativo, non così lontani da quelli di una moderna fotocamera digitale.

Ma qui ovviamente scatta un’altra considerazione, che esula dall’aspetto puramente razionale: cosa si vuole fare, e perché. Se lei si diverte con la sua M4-P e la camera oscura tradizionale, questa è la sua priorità, oggi. Semmai, un’accorta scansione dei suoi negativi per vedere cos’altro si potrebbe trarne, la farà fra 30 anni!


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