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L’esperto risponde – Contraddizioni: mirrorless piccole e obiettivi grandi

Le mirrorless sono nate piccole per contenere pesi e dimensioni. Vi sembra normale che si debbano utilizzare obiettivi ben più grandi e pesanti del corpo?

Redazione fotografia.it | 27 Marzo 2021

Che il mondo sia pieno di contraddizioni lo sappiamo tutti. Ma che anche il “nostro” mondo fotografico si stia allineando, è da non credere. I grandi Marchi (storici come Canon o Nikon o più recenti come Fuji o Sony) si sono dati da fare per costruire macchine fotografiche più piccole e con meno componenti come le mirrorless, creando veri capolavori, ma per sfruttare al massimo le potenzialità dei sensori è quasi obbligatorio montare obiettivi mastodontici, ben più pesanti ed ingombranti del corpo. Così si vanificano gli sforzi per eliminare specchio (e meccanismi annessi) e pentaprisma. Ma vi sembra normale?
– Giampaolo

Per prima cosa preciso che Fujifilm è un marchio storico della fotografia tanto quanto Canon e Nikon, attivo nella produzione di pellicole fin dal 1934 e poi anche di fotocamere e obiettivi dal 1948. A parte questo, è giusta la sua osservazione che obiettivi sempre più grossi e pesanti contraddicano un aspetto fondamentale della filosofia mirrorless, che dovrebbe proprio essere la maggiore compattezza rispetto a una reflex assimilabile come dimensioni del sensore. Questo l’ho fatto notare più volte anch’io nei miei articoli su Tutti Fotografi e Progresso Fotografico.

Va notato che questa tendenza è in atto da tempo e si è sviluppata già in campo reflex, per cui un obiettivo professionale che negli anni ’80/’90 appariva grosso e pesante oggi pare compatto e leggero.
In sintesi, la ragione è che le esigenze di qualità del sensore digitale sono molto superiori a quelle della pellicola di pari formato (e in più oggi i fotografi hanno modo di fare paragoni impietosi, ingrandendo a video le immagini). La conseguenza è quella che lei nota.

Con l’avvento delle mirrorless, in teoria i progettisti hanno più ampi margini di libertà e non devono lasciare lo spazio per lo specchio, ma dal lato pratico si vedono poche differenze. Il motivo principale è che gran parte dei progetti anche recenti attingono ancora alle tecnologie e agli schemi ottici messi a punto per le reflex. Così, se si deve adattare alla mirrorless un esistente obiettivo da reflex occorre allungare il suo barilotto di circa 2 centimetri per mantenere la corretta distanza di messa a fuoco; l’obiettivo diventa più lungo e pesante. Anche i progetti nuovi, specifici per mirrorless, usano perlopiù schemi imparentati con quelli esistenti.

In definitiva, dal lato strettamente tecnico e industriale è “normale” (o perlomeno spiegabile) che sia così. Come è normale che l’industria comprenda l’esigenza che dice lei e si impegni in tal senso, sacrificando un po’ la luminosità e la qualità, oppure inventando nuove soluzioni tecniche. Di recente vedo qualche sforzo in tal senso, soprattutto da parte di Canon e di Panasonic, per cui mi aspetto che nel tempo si avrà una riduzione delle dimensioni a parità di luminosità massima.


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