Una selezione diversa dal solito, perché ogni prodotto trasmette qualcosa di molto personale a chi lo utilizza. E anche questo aspetto andrebbe considerato.
Ed eccoci anche quest’anno al momento da me più atteso, quello in cui tirare le somme, quello in cui posso sfogare tutto il mio egocentrismo in maniera molto spicciola: chi ci ha “regalato” le fotocamere migliori nel 2023? Quali modelli mi hanno dato “quel qualcosa in più”?
Il 2023 è stato l’anno delle grandi novità, un po’ come il vecchio 2021. Ma quell’anno fu entusiasmante a livello di prodotto, questo invece è tutto all’insegna delle nuove tecnologie utilizzate: Panasonic ha finalmente sposato un sistema AF ibrido, Sony ha cementato la presenza del suo chip AI con Human Pose Estimation e ha presentato la prima fotocamera con sensore Global Shutter, Fujifilm sta raggiungendo cime fino a ieri impensabili con le Medio Formato Mirrorless. Mi rendo conto che questo mio ardore potrebbe essere spento dai dati di mercato che vogliono il segmento in flessione ma occorre ricordare che non è solo quello fotografico ad aver sofferto per quanto riguarda i numeri, bensì un po’ tutti quelli legati alla tecnologia di consumo come c’era da aspettarsi. Ad ora poi le aziende preferiscono produrre meno pezzi e far lievitare la domanda, con un conseguente ritardo nelle spedizioni, piuttosto che riempire i negozi (fisici ed online) con modelli che potrebbero rimanere a prendere la polvere sugli scaffali. D’altronde una nota ufficiale dove si dice che “l’azienda xyz non è in grado di soddisfare la grande domanda e si rimette alla fiducia degli utenti e alla loro pazienza” è sicuramente una grande leva sulle aspettattive dei consumatori che saranno ancora più attirati da quella particolare macchina talmente richiesta da essere esaurita ovunque tanto da farli gridare “la comprano tutti, la devo assolutamente avere anche io”.
Devo però ammettere che non mi sono mai trovato così tanto in difficoltà. Dato che a suo tempo mi sono obbligato, come in ogni classifica/non classifica che si rispetti, a star dentro ad un numero massimo di tre fotocamere mai come quest’anno il dover escludere obbligatoriamente alcuni modelli mi ha fatto piangere lacrime molto amare. Come ben sapete credo che ogni oggetto abbia una sua anima, un valore intrinseco che lo contraddistingue, una particolare sensazione che ti dà quando lo utilizzi a tal punto che in certi casi sarebbe auspicabile dargli addirittura un nome proprio. Ad esempio come la mia auto che si chiama Sandra o, meglio ancora, come la mia fotocamera che si chiama Gilda. Per questo la mia personale scelta è andata su modelli che mi hanno trasmesso qualcosa, ne faccio sempre una questione emozionale. Colpa mia, lo so, sono un sentimentale.
Però ecco, penso sia normale. Rendiamoci conto che nel 2023 sono usciti ben 15 modelli, numero dal quale escludo le compatte e le action cam: Panasonic Lumix S5 II, Lumix S5 IIx Lumix G9 II, Canon EOS R50, EOS R100 ed EOS R8, Sony ZV-E1, A6700, A7C II, A7C R e A9 III, Nikon Z8 e Zf, Fujifilm X-S20 e GFX 100 II. Due quelle su cui non ho messo mano e che quindi escludo a cuor leggero: Fujifilm GFX 100 II (che spero di avere tra le mani molto molto presto) e Panasonic Lumix G9 II (che dovrebbe bussare alla mia porta fra qualche giorno). Ma per le altre è stata una vera e propria battaglia.
Se mi fossi dovuto limitare alla tecnologia spicciola, le preferenze di questo 2023 sarebbero state abbastanza ovvie e scontate ma soprattutto identiche a quelle che avevo già espresso in giuria EISA; in ordine di presentazione avremmo quindi un trittico composto da Panasonic Lumix S5 II, Nikon Z8 e Sony A9 III. Il perché è presto detto. Panasonic ha finalmente fatto il cambio di passo accettando l’ineluttabilità dei tempi moderni e abbracciando su Lumix S5 II (qui trovate la recensione completa) il tanto richiesto sistema AF a rilevamento di fase: insomma, dopo aver portato il contrasto allo stremo e al massimo delle sue possibilità ha ceduto all’inevitabile, cosa che per un’azienda come Panasonic, da sempre arroccata e coriacea nelle sue posizioni, non è proprio da poco. Nikon ha fatto l’ennesimo miracolo: Nikon Z8 (qui trovate la recensione completa) è forse il suo modello più rappresentativo e alla portata di tutti, professionisti e non. Replicare in versione senza specchio una macchina tanto perfetta come D850 sembrava impossibile..e invece. Non per altro è stata eletta fotocamera dell’anno da quasi tutte le giurie internazionali, EISA compresa. Infine Sony che con Sony A9 III (qui trovate la recensione completa) ha dimostrato, ancora una volta, di essere pioniera del cambiamento e traino di un segmento con le sue innovazioni: il Global Shutter è qualcosa che cambierà in tutto e per tutto l’approccio alla fotografia per come l’abbiamo intesa fino ad ora eliminando i problemi dei fotografi sportivi e di moda. E probabilmente farà fare passi avanti anche alle aziende che producono accessori come gli illuminatori, fermi da tempo in campo innovativo perché semplicemente “fino a ieri non ce n’era bisogno”.
Quelle sono le tre macchine migliori in assoluto di quest’anno, senza ombra di dubbio. Ma io, non scordatevelo, sono un romantico per cui, ahimè, tutti questi pezzi di finissima ingegneria li ho esclusi a malincuore dalle mie preferenze personali. Sono in insensibile, lo so, ma (rullo di tamburi) molto spesso sono le cose semplici che mozzano il fiato. Per cui, a costo di attirare su di me le funeste ire di molti, ecco le mie tre macchine preferite di questo 2023. Una selezione il più democratica possibile.
Le vie di mezzo non piacciono a nessuno ma qui dobbiamo fare una grande, enorme, eccezione. Canon EOS R8 (qui trovate la recensione completa) è quanto di meglio un appassionato potrebbe sognare senza per forza essere costretto a vendere un rene per possedere: una entry level dal sapore professionale. Rinunciando ad un milione di punti a mirino e alla stabilizzazione IBIS si può avere tra le mani una EOS R6 Mark II: stesso sensore da 24 Mpxl, stesso processore Digic X, stesso sistema AF con Deep Learning in grado di riconoscere persone, animali (cani, gatti, volatili e cavalli) e veicoli (auto e moto da corsa, treni e aerei), stessa raffica da 40 fps, stesse caratteristiche video. Il tutto con un risparmio di ben € 1000, soldini che si potrebbero investire immediatamente in un’ottica stabilizzata semi professionale.
Questo modello si potrà usare sia come macchina da tutti i giorni data la sua leggerezza, sia come macchina professionale date le sue specifiche; in quest’ultimo caso si potrà aggiungere una piastra sul fondello per aumentarne il grip.
Come mai questa scelta? Perché credo che, al giorno d’oggi, Canon EOS R8 sia l’unica macchina ad offrire un connubio perfetto tra altissime prestazioni e prezzo.
Quando il troppo non stroppia: Sony A7C R (qui trovate la recensione completa) è la fotocamera Mirrorless Full Frame da 61 Mpxl più compatta sulla piazza. Una simile potenza di fuoco di primo acchito sembra troppa per la streetphotography ma, in realtà, non è così. Ricordo che la definii come una sorta di feticcio per i perfezionisti ma, dopo un recente viaggio in Giordania di cui vi parlerò molto presto, mi sono reso conto che è molto di più. La sua versatilità è appagante in ogni situazione, dal reportage al ritratto alla fotografia di architettura: è il modello perfetto per il professionista che è sempre in viaggio e che non vive di comodità ed assistenti sempre al seguito.
All’interno di un corpo così incredibilmente compatto c’è infatti una Sony A7R V: sensore BSI Exmor R Stacked da 61 Mpxl con gamma ISO da 100 a 51200 espandibile fino a 102400, doppio processore Bionz XR, chip AI con algoritmi di Intelligenza Artificiale che sbloccano la Human Pose Estimation e video 4K/60 4:2:2 10 bit con Creative Look, S-Log 3, S-Cinetone, Breathing Compensation, AF Assist e Focus Map.
Come mai questa scelta? Sony A7C R è la fotocamera Full Frame più potente e più portatile ad ora sul mercato e forse anche la più “trasformista”, adattabile ad ogni situazione professionale e non. Un investimento intelligente e duraturo per ogni fotografo.
L’imperfezione che si erge a perfezione. Nikon Zf (qui trovate la recensione completa) incarna tutto ciò che un romantico potrebbe desiderare come un design fedele al passato e alcune funzioni di nicchia quali una modalità bianco e nero dedicata sulla ghiera. Al tempo stesso non rinuncia alle ultime tecnologie: sensore BSI-CMOS da 24 Mpxl, gamma ISO che si spinge fino a 204800, messa a fuoco con 273 punti, Deep Learning e 3D Tracking, processore Expeed 7 e raffica da 30 fps con otturatore elettronico e 14 fps con otturatore meccanico. Registra anche video 4K @ 30p ma credo sia un aspetto trascurabile per un modello votato quasi unicamente alla fotografia.
Non è una fotocamera da usare sempre ma quando si decide di uscire con lei tutto cambia e, quasi magicamente, si ritorna nel passato dove la strada era il parco giochi preferito da ogni fotografo per persone e situazioni. Non è neanche una fotocamera comoda per gli standard moderni, è grande, è pesante e mal bilanciata, e questo difetto è invece da leggere come un pregio, come un qualcosa di abbastanza unico perché questa non è una macchina del 2023, è una macchina degli anni ’80.
Come mai questa scelta? Penso che Nikon Zf sia uno dei modelli meglio pensati e riusciti di Nikon, una macchina che trasmette sensazioni uniche non appena si preme l’otturatore. E poi è bellissima, cosa non scontata al giorno d’oggi.
Bene, siamo arrivati alla fine. In un mondo che guarda sempre più alla tabella delle specifiche ho voluto puntare l’attenzione su modelli non solo utili e ben pensati a livello ingegneristico ma che regalino anche qualcosa a livello di sensazioni. Queste sono tre macchine che mi hanno trasmesso il famoso effetto wow, ognuna per un motivo diverso..una cosa sempre più difficile ogni anno che passa.
E ora, as usual, aspettiamo il 2024.