A seguito della ordinanza che vede vincitrici Nikon Corp e Nital contro Effediuno srl, rea di aver immesso sul mercato prodotti a marchio Nikon non destinati alla vendita su suolo europeo, finalmente si è acceso un faro sul mercato grigio e nero.
Quello del mercato grigio è un tema da sempre ricorrente, non solo in Italia ma in qualsiasi Paese. Ma cos’è il mercato grigio? E perché ha tanto appeal tra i consumatori? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su un argomento che ha risvolti chiaroscuri ed è sempre sul filo del rasoio della legalità, a volte travalicandola altre rimanendo nei limiti delle normative sul libero commercio. In questo senso l’ordinanza emessa dal Tribunale delle imprese di Torino che vedeva Nikon Corp e Nital contro Effediuno srl crea un precedente nel settore.
Il mercato “bianco” è quello ufficiale, composto da prodotti (nel nostro caso tecnologici) che sono regolarmente importati da licenziatari del marchio o distributori sul suolo italiano ed europeo. Il mercato nero invece… beh, il mercato nero lo conoscono tutti ed è basato sul commercio illegale clandestino e, anche se la definizione originaria parla di beni di prima necessità, è fuori da ogni dubbio che ormai esista per ogni tipo di prodotto vendibile basta che sia in evasione di IVA ed imposte. Tra mercato bianco e mercato nero si inserisce il mercato grigio, ovvero il flusso di beni o prodotti legali e non contraffatti tramite canali di distribuzione diversi da quelli previsti dall’azienda che detiene i diritti del marchio. Questo tipo di mercato ha però svariate sfumature. Un mercato grigio legale è ad esempio quello che riguarda prodotti di importazione europea che, se anche non sono direttamente in capo al distributore locale, sono perfettamente vendibili in Italia in quanto la normativa comunitaria non lo vieta espressamente.
Vi sono poi i prodotti di importazione cosiddetta “parallela extra UE”: spesso acquistati a prezzi molto convenienti, in alcuni casi non rispettano gli standard di sicurezza in alcune componenti (spesso elettroniche), in altri potrebbero essere associati ad evasione dell’IVA e dei dazi doganali. Questi prodotti non sono destinati alla circolazione nel nostro territorio ma bensì ad altri paesi, molto spesso asiatici: è proprio questo il motivo che ha spinto il giudice a dar ragione a Nikon Corp e Nital, diffidando Effediuno srl dal continuare a vendere prodotti marchiati Nikon di importazione parallela.
Il mercato grigio risale a quando ancora la fotografia era analogica: l’origine è da ricercarsi in alcune pratiche tenute dai distributori ufficiali che, anziché vendere direttamente ai rivenditori locali o ai consumatori finali, violavano l’accordo e rivendevano a rivenditori di altri Stati. Nonostante oggi questo fenomeno sia meno rilevante (anche e soprattutto in conseguenza delle leggi sul libero commercio) alcuni credono siano proprio le case madri ad alimentare questo tipo di mercato per “far circolare il marchio” e vendere di più. Inutile dire che questo tipo di approccio da parte di questi “liberi pensatori” sia completamente errato. Detto questo, è perfettamente legale acquistare un prodotto in qualsiasi Paese europeo e rivenderlo in Italia anche ad un prezzo inferiore rispetto a quello che normalmente è il prezzo “suggerito al pubblico” e questo per via della normativa sulla libera circolazione delle merci. E’ però più facile che sul mercato si trovi un prodotto acquistato a basso costo su un mercato extra UE, importato e poi venduto ad un prezzo sensibilmente inferiore rispetto a quello che normalmente è il prezzo “suggerito al pubblico”. Ma quali garanzie ha il consumatore su questi prodotti? Quelle stabilite dalla legge.
L’esempio lampante nel caso Nikon Corp e Nital contro Effediuno Srl: l’acquirente gode esclusivamente della garanzia offerta dal rivenditore e non di quella dei centri di riparazione ufficiali Nikon. Inoltre, deve rinunciare alla garanzia fornita dal distributore ufficiale per l’Italia; Nital, infatti, offre due anni aggiuntivi di garanzia (2+2), con l’assistenza curata da LTR Torino, centro di riparazione ufficiale Nikon, che possiede attrezzature all’avanguardia e tecnici altamente specializzati.
Ma appunto, come mai sono in molti a preferire il mercato grigio a quello “bianco”? Per un motivo: il prezzo. Ci sono prezzi e prezzi. Un margine molto risicato di risparmio su un prodotto porta a pensare che questo abbia rispettato il normale iter doganale; maggiore è il risparmio più è verosimile che gli importatori abbiano invece evaso dazi e tasse. Sono ovviamente questi ultimi ad aver il maggior seguito poiché possono posizionare online la loro merce a prezzi praticamente imbattibili per coloro che li distribuiscono attraverso i canali ufficiali, fino quasi ad arrivare al 50% in meno. Alla luce di quanto detto prima, il consumatore in questo caso fa un discorso prettamente utilitaristico e non considera minimamente l’ipotesi di un suo incauto acquisto: “spendo di più per avere una maggiore garanzia oppure mi faccio bastare quella del rivenditore e poi si vedrà?” Inutile dire che in molti casi si preferisce il secondo ragionamento, ci si fida quindi quasi ciecamente della tecnologia acquistata e si spera che non dia problemi in futuro. Ma qualora il prodotto non funzionasse, l’acquirente sarà costretto a rispedirlo al mittente e attendere la sua riparazione che non si sa dove avverrà: può capitare che questi distributori alternativi non abbiano tecnici preparati, non gestiscano in proprio le riparazioni e siano costretti a spedirli nel Paese extra UE con tempi di attesa lunghissimi. Nel caso di Nital, invece, questa avviene nei laboratori LTR di Torino che possiedono tutti gli strumenti necessari e, a meno che le problematiche non afferiscano a parti soggette naturalmente ad usura come l’otturatore, procedono alla riparazione gratuitamente e per 4 anni.
Ma appunto, torniamo ora al nostro specifico caso: Nikon Corp e Nital contro Effediuno srl. Dato che questa ordinanza crea un precedente, almeno si spera, ho deciso di contattare l’avv. Filippo Quaglino, uno dei consulenti legali della Nital Spa, per chiedergli come e quando questa procedura è stata avviata. È stata una chiacchierata davvero interessante.
Come avete deciso di agire in giudizio?
Da molto tempo Nital monitora il mercato è si è resa conto che il c.d. mercato parallelo è cresciuto molto negli ultimi anni creando non pochi problemi alla rete di vendita ufficiale. Non è difficile comprendere la destinazione di un prodotto; Nital insieme alla filiale europea di Nikon, effettua costantemente degli acquisti a campione che gli permettono, tramite la verifica dei numeri seriali, di comprendere se il prodotto è destinato al mercato europeo oppure no. Nel caso di Effediuno, i prodotti acquistati, una Nikon D750 ed una Nikon D7500, chiaramente non lo erano. Dopo aver raccolto molteplici casi, i responsabili della Nital si sono confrontati direttamente con la casa madre giapponese Nikon Corporation, che, una volta compresa l’importanza del problema nonché la sua incidenza sul mercato, ha deciso di muoversi di conseguenza. L’azienda nipponica ha affidato la pratica legale alle mani esperte dell’avv. Gualtiero Dragotti, Partner dello studio legale internazionale DLA Piper, che ha brillantemente portato avanti la pratica conclusasi con la positiva pronuncia del Tribunale di Torino.
Il Giudice ha pienamente accolto le richieste di parte ricorrente ed ha nell’ordine:
A tal proposito, preciso che la normativa di riferimento prevede che il titolare di un diritto di proprietà industriale possa legittimamente opporsi alla commercializzazione dei suoi prodotti nel territorio di uno stato membro della comunità europea qualora gli stessi siano stati immessi senza il suo consenso. Sono davvero molto felice e soddisfatto e, grazie all’impegno di tutta la squadra Nikon, si è creato un precedente importante.
Il lavoro è appena iniziato, la strada per porre un freno al mercato parallelo è ancora lunga, ma sono sicuro che abbiamo iniziato con il piede giusto, le basi sono solide e ci aiuteranno in futuro. Posso anticiparvi che ci saranno molte altre azioni legali, sono già stati individuati i nuovi soggetti contro cui agire, non posso fare i nomi, ma vi posso assicurare che sono soggetti ben conosciuti nel mercato della fotografia.
Riusciremo senz’altro a porre un freno a questo mercato illegittimo.
Voglio essere chiaro, non posso di certo dire che i prodotti di c.d. importazione parallela siano “taroccati”, sono prodotti Nikon a tutti gli effetti. Si tratta, però, di prodotti non destinati al mercato europeo con tutto quello che ne discende in termini di accessori, lingua dei menu e istruzioni, assistenza tecnica, insomma tutta una serie di servizi fondamentali che hanno permesso ai prodotti a marchio Nikon, insieme alla loro elevatissima qualità, di diventare un’eccellenza nel settore della fotografia. Purtroppo, molto spesso le persone sono più interessate al prezzo che alle garanzie ed ai servizi offerti dalla rete di vendita ufficiale. Lo capisco, ma i problemi veri si verificano in seguito: quando una macchina si rompe, la maggior parte degli utenti vorrebbe essere assistita da un centro assistenza ufficiale, ma loro malgrado scoprono solo in seguito di non poter beneficiare di questo servizio fondamentale . Vero, la garanzia è dovuta ex-lege ma, in questi casi, l’utente non può che rivolgersi al rivenditore, spesso affrontando non pochi problemi: ad esempio potrebbe capitare che il rivenditore non abbia gli strumenti e le competenze per fornire un servizio di riparazione adeguato, potrebbe capitare che venga richiesta la spedizione del prodotto all’estero o, ancora più grave, che il rivenditore non si faccia più trovare privando il consumatore dei suoi diritti.
Di quanti prodotti stiamo parlando?
Molti di questi distributori paralleli hanno un’offerta molto ampia. Ad oggi non abbiamo un dato preciso ma sono certo che a breve riusciremo ad ottenere sempre più informazioni.
Il messaggio fondamentale che voglio trasmettere è che la Nikon non si ferma, farà di tutto per tutelare i suoi diritti, quelli dei distributori/ rivenditori ufficiali, nonché dei suoi CLIENTI che spesso sono le vere vittime di questo mercato.
Questa intervista è stata quantomai illuminante, un segno che finalmente i tempi stanno cambiando. Spero di avervi fatto comprendere un po’ più chiaramente, anche e soprattutto grazie all’apporto dell’avvocato Filippo Quaglino, come funziona il mercato grigio e perché non offre le stesse garanzie del mercato regolare. Il fatto che il consumatore cerchi sempre di acquistare un prodotto al prezzo più vantaggioso è assolutamente normale, soprattutto in un periodo come quello recente, in cui i prezzi di fotocamere ed obiettivi sono importanti (al giorno d’oggi il costo di una fotocamera nuova, compatta o Full Frame che sia, si aggira intorno a € 1000… non proprio per tutte le tasche). Ma voglio anche ricordare a tutti che quando si decide di effettuare un acquisto così importante è bene valutare molteplici aspetti prima di imbattersi in una grossa delusione. Ricordiamoci sempre che un commerciante onesto le tasse le paga. Le conseguenze legali che subiscono i distributori “furbetti” nella maggior parte dei casi non toccano l’acquirente (a meno che non si configuri un incauto acquisto) ma non sempre il prezzo più basso è anche quello più conveniente. E poi c’è la questione etica..